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Garlasco, prove sparite o spostate: la verità incompleta sulle ultime ore di Chiara Poggi

Garlasco, prove sparite o spostate: la verità incompleta sulle ultime ore di Chiara Poggi

Reperti mai catalogati e anomalie nei sopralluoghi sulla scena del delitto del 2007 si sommano a una lunga lista di errori investigativi. Foto inedite della camera della vittima e del salotto della villetta mostrano come sarebbe potuta cambiare la ricostruzione dell’omicidio.

Non solo provette mescolate, carabinieri senza calzari e il corpo di Chiara Poggi manipolato senza prelevare le impronte sul pigiama: numerosi oggetti sulla scena del crimine di Garlasco sono letteralmente scomparsi dalla documentazione ufficiale. A rivelarlo è Francesca Bugamelli a Ignoto X, la streamer che aveva ottenuto le fotografie inedite di Andrea Sempio e che, nel suo canale YouTube Bugalalla Crime, ne rende disponibili altre scattate dai carabinieri di Vigevano e dai RIS di Parma.

Confrontando diversi scatti raccolti durante i sopralluoghi del 13 agosto 2007, emerge che vari elementi sono stati spostati senza notificarlo nei documenti investigativi: molti di questi oggetti non sono mai entrati ufficialmente nel fascicolo come prove da esaminare.

Garlasco, prove sparite o spostate: la verità incompleta sulle ultime ore di Chiara Poggi
Garlasco, prove sparite o spostate: la verità incompleta sulle ultime ore di Chiara Poggi
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Garlasco, prove sparite o spostate: la verità incompleta sulle ultime ore di Chiara Poggi
Garlasco, prove sparite o spostate: la verità incompleta sulle ultime ore di Chiara Poggi
Garlasco, prove sparite o spostate: la verità incompleta sulle ultime ore di Chiara Poggi

La scrivania di Chiara

Le immagini più significative riguardano la scrivania nella stanza di Chiara, su cui compaiono tre elementi specifici: biancheria intima femminile, un paio di calze con la sua confezione e la custodia di un dvd. Il dettaglio problematico è che, osservando gli scatti in sequenza cronologica, la disposizione di questi oggetti sul tavolo cambia. Le calze sul lato sinistro del mobile e la biancheria a destra risultano poi raggruppate insieme, mentre la custodia è girata rispetto a prima, con la scatola non più appoggiata sopra.

Eppure, soltanto uno di questi tre oggetti ha seguito l’iter burocratico: la biancheria è stata catalogata come reperto, mentre custodia, calze e scatola non hanno mai ricevuto un numero di identificazione. Trovati in apparente disordine sulla scrivania, secondo Bugamelli potevano suggerire una sequenza di azioni precedenti al delitto, che non è mai stata approfondita. Tantomeno qualcuno ha mai verificato se fosse presente effettivamente un dvd che avrebbe potuto raccontare qualcosa sulle ultime ore di vita della ragazza, soprattutto se si considera il contesto investigativo dell’epoca. Durante le indagini, infatti, erano emersi riferimenti a video intimi con Alberto Stasi, l’ex fidanzato condannato per l’omicidio, presenti nel computer di Chiara.

La collana cambia posizione

La scrivania non è l’unico elemento controverso della galleria fotografica, ma anche gli scatti del salone rivelano una stranezza: sul divano c’è un telo o una coperta con sopra quella che sembra essere una collana, la quale però viene spostata nelle foto successive, senza essere classificata come reperto. Una mancanza che pesa considerando che proprio davanti a quel divano, sul pavimento, sono state catalogate diverse gocce di sangue. Quel punto della casa risultava quindi fondamentale per ricostruire la dinamica dell’aggressione, ma nemmeno il mobile stesso è mai stato sottoposto ad analisi approfondite che, come quelle mancanti sulla scrivania, avrebbero potuto fornire indicazioni temporali precise sulle ultime attività di Chiara.

Sono invece rimaste solo domande senza risposta, creando un vuoto investigativo difficile da colmare a distanza di quasi due decenni. Eventuali impronte e possibile DNA hanno lasciato lo spazio solo a supposizioni. Un’opportunità investigativa perduta per sempre.

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