No, la salute non ha età
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Politica

No, la salute non ha età

L'editoriale del direttore, in risposta alla lettera di una lettrice.

Caro Belpietro,
ho letto attentamente l'editoriale «Io sto con gli anziani» e questa volta non sono d'accordo con lei. E posso permettermelo: ho passato i 70 e quindi appartengo alla categoria che lei premurosamente difende. No, Belpietro, se ci sono un trentenne e un ottantenne e un solo posto in terapia intensiva, ci deve andare il trentenne. Non è vero, come dicono i miei coetanei, che giovani e vecchi hanno tutti lo stesso diritto di vivere: noi vecchi abbiamo potuto tranquillamente studiare, sposarci, mettere al mondo figli, lavorare a lungo e spesso - come me - con soddisfazione, viaggiare e conoscere un po' il mondo... ed è giusto, doveroso, che i giovani abbiano le stesse chance. Per noi comunque, virus o meno, il prossimo traguardo è la morte, abbiamo comunque finito di «fare», se non a livello di hobby o passatempo. E i nonni che badano ai nipotini? I miei figli lavorano lontano, hanno bambini, ma non nonni... e si arrangiano, spendendo sicuramente di più, perché il grande pregio dei nonni sta nel fatto che sono gratis. Sono una cinica? Sì. Giorni fa, un ventenne mi ha detto che lui comunque alla sera esce e va con gli amici al pub, tanto questa è una cosa da vecchi, muoiono loro, se la prendo io, poi guarisco. Ha ragione.

Cordialmente,
Emanuela Bragolusi

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Evviva la tassa sugli extraprofitti

Il Grillo fa i conti in tasca alle banche e dimostra come abbiano fatto utili record. Un piccolo contributo, allora, sarebbe buono e giusto.
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Inchieste

Scuola, chi ci guadagna con il caro-libri

Anche nel 2023 la spesa per I testi scolastici è sempre più elevata: ogni studente spende in media 500 euro per quelli obbligatori (con un + 4 per cento rispetto all’anno precedente). Peccato che, per giustificare i «nuovi» volumi, ci si limiti spesso a pochi ritocchi grafici o a qualche trovata tecnologica senza cambiare sostanzialmente il contenuto. È un mercato editoriale da circa un miliardo di euro in mano a pochi gruppi, contro il quale si stanno muovendo consumatori e famiglie.
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