Arezzo: la città raccontata da Dante
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Arezzo: la città raccontata da Dante

Arezzo è conosciuta come città dell'oro, ma è anche una splendida città d'arte, ricca di storia e di capolavori che vi hanno lasciato i numerosi personaggi che qui sono nati o hanno vissuto come Giorgio Vasari, Guido Monaco (o Guido d'Arezzo), Francesco Petrarca, Guittone d'Arezzo o Piero della Francesca e particolare che in pochi conoscono Michelangelo Buonarroti e Roberto Benigni.

Anche Dante Alighieri rimane talmente affascinato dai tornei e dalle giostre di Arezzo che li cita all'inizio del XXII canto dell'Inferno, in alcune celebri terzine: «Io vidi già cavalier muover campo, e cominciar stormo a far lor mostra, e tal volta partir per loro scampo; corridor vidi per la terra vostra, o Aretini, e vidi gir gualdane, fedir torneamenti e correr giostra; quando con trombe, e quando con campane, con tamburi e con cenni di castella, e con cose nostrali e con istrane».

Leonardo da Vinci rese omaggio disegnando il suo territorio, Ponte a Buriano, nella Gioconda. Insomma, tanta storia è passata da questo colle strategico che domina quattro vallate: Valtiberina, Casentino, Valdarno e Valdichiana.

La città ha origini antichissime e forse non tutti sanno che è più antica persino di Alessandria d'Egitto. Arezzo nel 500 a.C. era una delle potenti dodici lucumonie etrusche. L'abitato etrusco sorse invece sulla sommità del colle di San Donato, occupato dall'attuale città, fondata con il nome Arretium.

Già gli etruschi erano maestri orafi eccelsi, poi nel 1926 Carlo Zucchi e Leopoldo Gori creano la UnoAerre e Arezzo è diventata così la culla dell'arte orafa, il distretto più importante d'Italia con oltre 1.000 aziende del settore e 230 tonnellate d'oro, quasi la metà delle tonnellate del prezioso metallo importato in Italia.

Da ovunque si arrivi si ammira la sua cattedrale, resa ancora più visibile dallo stile gotico che la slancia verso il cielo, in particolar modo il campanile che con la sua forma esagonale sembra quasi un matitone.

Decisiva per la nascita del Duomo fu la visita del Pontefice Gregorio X nel dicembre del 1275, di ritorno dal Concilio di Lione. Il Papa infatti, gravemente malato, morì ad Arezzo lasciando alla città la somma di trenta fiorini d'oro destinati alla costruzione della nuova Cattedrale.

Il cuore di Arezzo è Piazza Grande con la caratteristica forma trapezoidale, nell'Alto Medioevo questo spazio era adibito al mercato del bestiame, nel XVI secolo poi - con la realizzazione del loggiato vasariano – diviene una delle più belle piazze della Toscana.

Piazza Grande ospita due volte all'anno la Giostra del Saracino che rievoca le antiche competizioni cavalleresche risalenti al Medioevo. In questa piazza va anche in scena la grande Fiera Antiquaria, una delle più importanti in Italia, attiva sin dal 1968.

Uno dei palazzi più belli ed eleganti è quello della Fraternita dei Laici che custodisce un raro esempio europeo di orologio astronomico del Cinquecento, ancora in funzione.

Arezzo è una città da Oscar, le sue strade sono state set cinematografico per La vita è bella di Roberto Benigni - nato a pochi chilometri da qui - e passeggiando in piazza sembra ancora di sentire riecheggiare la voce dell'attore che urla «Maria! Butta la chiave!».

Arezzo è anche terra di pelli, cuoio e calzature, una tradizione che fa scuola. Come Andrea Ventura, un piccolo produttore che si è fatto conoscere nel tempo per la capacità di realizzare scarpe belle e comode che tutto il mondo apprezza.

In Toscana il cioccolato arrivò nel seicento ed uno dei più famosi cioccolatieri si trovava proprio ad Arezzo: Danielo Vestri, che con la sua cioccolata non solo delizia i palati, grazie ai tanti abbinamenti golosi, ma insieme all'università studia anche ricette come la Toscolata, dai mille effetti benefici per la salute.

Per chi volesse degustare eccellenze locali, e non solo, su un tagliere o in un panino gourmet, tappa obbligata è la Chiantineria.

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Federico Minghi