Escursioni e sicurezza, la tecnologia oltre lo smartphone
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Escursioni e sicurezza, la tecnologia oltre lo smartphone

Oltre al cellulare ci sono apparecchi ben pèiù precisi nel segnalare la nostra posizione che potrebbero salvarci la vita in caso di guai

Sarà presto tempo di escursioni in montagna come al mare, e sebbene una delle regole fondamentali sia quella di non affrontarle mai da soli, spesso proprio la solitudine rappresenta un amplificatore di sensazioni per apprezzare la natura, a piedi oppure con la bicicletta da pendio. Essere soli però significa non avere possibilità di aiuto qualora ci si trovi in difficoltà, e a poco serve un telefonino se l'area non è coperta dal segnale della rete cellulare. Anzi, se lo si tiene acceso in queste zone il consumo di energia dalle batterie aumenta, perché il dispositivo cercherà continuamente ripetitori ai quali collegarsi.

E seppure gli smartphone siano dotati di ricevitore Gps, senza la connessione dati è impossibile localizzare la propria posizione sulla mappa geografica elettronica, a meno che questa non sia stata pre-caricata nella memoria del telefonino in precedenza e si utilizzino applicazioni di geolocalizzazione. Ma anche queste, ovviamente, influiranno sulla durata della batteria.

Dunque meglio dotarsi di un dispositivo dedicato che mentre si cammina, pedala, o si pagaia, stabilisca sempre i parametri essenziali da conoscere: posizione, durata dell'escursione, velocità, dislivello con quota minima e massima, distanza effettiva. E quando occorre raggiungere un luogo, questi si riducono a tra: posizione, direzione e distanza.

Per evitare che una situazione degeneri in emergenza, garantendo la consapevolezza della propria posizione e la possibilità di comunicarla a terzi, esistono diversi sistemi utilizzati da alpinisti come dagli sportivi in genere, fino ai cercatori di funghi. Si tratta dei mini comunicatori via satellite portatili realizzati ormai da numerose aziende, che associati a un abbonamento ai servizi satellitari della costellazione Iridium permettono di lanciare un SOS e comunicare con un operatore che saprà esattamente dove ci troviamo e potrà inviare i soccorsi in fretta ma soprattutto con estrema precisione. Poco importa se siamo a piedi, in mountain-bike oppure in kayak.

Sono in genere più piccoli dei telefonini ma soprattutto molto robusti, impermeabili quando non persino sommergibili, e costano tra 200 e 500 euro a seconda delle funzioni, o se soltanto radio satellitare o con ricevitore Gps incorporato. Alcuni modelli si possono collegare tramite bluetooh agli smartwatch, rendendosi così consultabili e azionabili mentre sono magari appesi allo zaino.

Quanto all'abbonamento, esistono piani tariffari continui oppure a consumo (e che si possono sospendere nella stagione in cui non si pratica il proprio sport), che vanno dai 15 ai 100 euro, con e senza costo di attivazione (circa 30 euro una tantum), secondo i servizi inclusi e la durata. Una decina le aziende che si occupano di fornire il servizio, alcune attive in centinaia di Paesi, tutte con copertura temporale continua (365/7/24). Ci si può abbonare per la semplice trasmissione di un messaggio d'emergenza al centro di ascolto e alla propria lista di contatti, sia programmare la trasmissione automatica della posizione ad intervalli di tempo stabiliti, in modo da lasciare una traccia costante degli spostamenti visibile al fornitore del servizio come al proprio domicilio.

Il vantaggio della costellazione Iridium Next è di essere molto fitta: si tratta di una joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%), che ha messo in obita 66 satelliti a un'altitudine di 780km, organizzata in sei piani orbitali da 11 satelliti l'uno, oltre a 9 satelliti di riserva in orbita e ad altri 6 pronti per essere lanciati. Queste caratteristiche permettono la ricezione dei segnali anche a ridosso di una scogliera oppure stando in un crepaccio, in quanto per farsi ascoltare dal satellite è sufficiente che una piccola porzione di cielo sia a portata ottica con la piccola antenna degli apparati. E' l'unica condizione per funzionare, perché la batteria interna dura da una settantina di ore fino a un mese, mentre se il comunicatore via satellite viene lasciato spento perché inutilizzato anche fino a tre anni.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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