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Le migliori E-bike del 2020 e le nuove in arrivo

In Italia le vendite delle bici elettriche continuano a crescere. Piacciono perché sono stile su ruote e consentono di spostarsi in città o di avventurarsi fuoristrada. Ecco gli ultimi modelli

Accompagnano i pigri travestiti da ferventi ecologisti, quelli che hanno l'affanno dopo mezza salita però vogliono comunque sentirsi sportivi, chiunque brami l'ennesimo accessorio da esibire per sbandierare al mondo il suo stile dinamico. Le e-bike sono un cocktail mobile di design, praticità, anima green. Grazie alla propulsione a batteria, alla stampella della pedalata assistita, consentono di spostarsi senza inquinare, a prescindere da quale sia il proprio stato di forma fisica: per padroneggiarle, bastano un minimo di senso dell'equilibrio e una memoria vaga di come si sta su un sellino.

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DUCATI - La Mig-RR è una mountain bike elettrica da enduro: si esalta nei percorsi fuoristrada, si arrampica sulle vette senza difficoltà.

«Le nostre città non sono fatte per le bici classiche, hanno troppe poche piste a loro dedicate, c'è una presenza eccessiva di auto. Con l'e-bike, la percezione d'insicurezza si attenua: danno modo di scattare al semaforo, senza essere d'intralcio per il traffico. Oppure di superare celermente tratti insidiosi come i viadotti» elenca Piero Nigrelli, direttore del settore ciclo di Confindustria Ancma, l'Associazione nazionale ciclo motociclo accessori. I numeri gli danno ragione: secondo le prime stime della stessa Ancma anticipate a Panorama, nel 2019 ne sono state venduti circa 200 mila pezzi. Non ci avviciniamo ai livelli dell'Olanda, che viaggia a quota mezzo milione in dodici mesi, né alle soglie della Germania, che il traguardo del milione l'ha tagliato da un pezzo, siamo comunque di fronte a una crescita costante: nel 2017 ne erano state acquistate 148 mila, nel 2018 circa 173 mila.

A irrobustire la tendenza fuori da quel computo, va annotato il contributo della sharing economy, dell'uso che vince sul possesso: l'e-bike a noleggio. A Milano c'è il servizio sotto l'ala del comune, a cui si aggiunge quello al debutto di Helbiz, che opera anche a Roma e Torino e ai monopattini elettrici ha deciso di affiancare le due ruote a pedali: si comincia con un migliaio di mezzi in tutto, l'obiettivo è moltiplicarli entro l'anno. Tutti in free floating: si possono lasciare in qualsiasi punto dell'area consentita, accanto alla propria destinazione, senza la scocciatura di riaccompagnarli a un parcheggio.

Lo stesso principio lo applica Uber a Roma con Jump: dopo la grande fuga degli operatori precedenti per il vandalismo, i furti e l'incuria subiti dalle bici (alcune sono finite nel Tevere), ora sembra che sia stata ingranata la marcia giusta: 100 mila viaggi nel primo mese dal lancio. E oltre al successo fotografato dai dati, c'è da tenere in conto il sottinteso tecnologico del boom: «Abbiamo aperto all'amministrazione i nostri strumenti per monitorare in tempo reale i flussi d'utilizzo delle e-bike» ci dice Lorenzo Pireddu, country manager italiano di Uber. «Queste informazioni» spiega «aiutano a capire quali sono i percorsi più battuti e, in prospettiva, contribuiranno a decidere dove avrà più senso collocare le piste ciclabili. La mobilità elettrica condivisa sarà un elemento essenziale della città intelligente del futuro».

Intanto lo è già diventata delle gite fuori porta, delle escursioni in montagna o in collina, dovunque c'era da sudare e invece adesso quasi non più. I muscoli ce li mette il motore, al fiato provvede la batteria: «Il 50 per cento delle e-bike vendute in Italia sono mountain bike elettriche» conferma Nigrelli. E i grandi storici costruttori di mezzi tradizionali, da Jeep a Kawasaki, hanno fiutato l'affare e si sono tuffati nel mercato, annunciando modelli capaci di andare fuoristrada, sullo sterrato come sulla neve. Di far sentire uno spericolato rider chi al massimo azzardava un sorpasso al volante in autostrada.

«Le ruote davanti sono state progettate per digerire qualsiasi tipo di asperità, il motore riesce ad affrontare salite impensabili per i non professionisti» racconta Francesco Milicia, responsabile global sales and after sales di Ducati. Anche la casa bolognese crede nel settore: «D'altronde» dice Milicia «la bici elettrica è un'anticipazione che esiste già della moto elettrica. Non è solo un mezzo di trasporto per spostarsi da un punto a fino a un punto b, ma uno strumento per godersi il piacere e la qualità della guida. Oltre a essere un modo per farsi vedere e notare».

In questa scia, Ducati ha da poco lanciato un'edizione limitata della sua MIG-RR da enduro (sterrato), che arriva al cliente con le sospensioni tarate sul suo peso e il suo nome stampato sulla bici. È andata esaurita in un baleno. Intanto l'inglese Hexr, lo racconta il Financial Times, ha iniziato a proporre caschi su misura: per averne uno, basta andare a farsi prendere i dettagli della testa in uno dei punti vendita in espansione in Europa. Issimo di Fantic Motor, invece, ha le cover sul telaio intercambiabili, così si può abbinare il colore al proprio look del giorno. Più che di velocità e di comodità, l'e-bike è ormai una questione di moda. È puro ciclo-stile elettrico.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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