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SuperJet, i russi lasciano, entrano gli arabi e riparte lo stabilimento Venezia

Il fondo Mark AB Capital Investment si prende il 49% dell'azienda messa in crisi dallo scoppio della guerra ucraina e ha pronto un piano di rilancio da 190 milioni di euro

Pare avere un’evoluzione positiva la vicenda che nel dicembre scorso aveva visto nascere una nuova speranza per SuperJet International (SJI), l’azienda russa che costruisce velivoli commerciali che era nata circa due decenni fa da una joint venture tra la russa Sukhoi e Alenia-Aermacchi (oggi Leonardo). Di fatto l’azienda è italiana, ha sede a Venezia Tessera nelle ex Officine Aeronavali ed è stata messa in crisi dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina con il blocco dei beni di Mosca. A farsi avanti è stato il fondo arabo Mark AB Capital Investments, che ha firmato un accordo con il consorzio delle industrie aerospaziali russe United Aircraft Corporation (Uac).

Questo prevederebbe la cessione del 49% delle azioni della Superjet International per la produzione del modello Superjet 100, in modo che il consorzio russo esca completamente dall’attività. In questo modo gli arabi entreranno direttamente nella produzione aeronautica civile (in quella militare sono già attivi) evitando la perdita di valore della nostra realtà industriale, non soltanto mettendo al sicuro i posti di lavoro italiani, ma anche creandone di nuovi. Se il Comitato di Sicurezza Finanziaria russo darà l’assenso, il nuovo assetto azionario prevederà la presenza di Leonardo per il 10%, di Mark AB Capital Investments per il 49% e di Studio Guidotti International per il restante 41%. Sarebbe previsto anche un piano di rilancio con 190 milioni di investimenti che per la maggior parte ricadrebbero sul territorio veneto, dove sono rimasti poco più di cento lavoratori sui 250 occupati prima della guerra.

Sul mercato il Superjet 100, che ha una capacità fino a 108 posti e un raggio operativo di oltre 2.400 km, potrebbe trovare operatori interessati a utilizzarlo sia nell’area araba, sia in quella indo-asiatica. Certificato dall’autorità aeronautica EASA nel 2011, all’azienda è stato revocato il certificato di tipo nel marzo 2022 a seguito delle sanzioni contro la Russia, rendendo praticamente impossibile agli esemplari esistenti volare nei paesi europei, Svizzera inclusa. Il presidente di SuperJet International Vincenzo Capobianco ha dichiarato alla stampa: “Questo accordo ha una grande valenza in quanto l’interruzione dei rapporti industriali e commerciali con la russa Uac consentirà alla società di non essere più gravata dalle limitazioni conseguenti ai regolamenti sanzionatori disposti dall’Unione europea.

Ora SJI tornerà a dimostrare le eccellenti capacità tecniche dei suoi dipendenti, i quali sono riusciti a far fronte ad un duro periodo di difficoltà con coscienza e senso di responsabilità”. Dal punto di vista organizzativo la sede di Venezia manterrà la direzione del programma, la gestione del prodotto e delle certificazioni coprendo il ruolo di Design Authority (titolare del progetto), potendo in questo modo effettuare lo sviluppo di nuove configurazioni e modifiche dell’aeroplano, ed anche il ruolo di Production Organization Authority (Poa), per la produzione in serie. Infine, a Venezia avranno sede gli uffici di marketing e vendite, addestramento piloti ed equipaggi, prove di volo, consegne e supporto ai clienti.

La sede emiratina avrà invece lo stabilimento presso l’aeroporto di Al Ain, situato a 18 km nordovest dall’omonima città dell'emirato di Abu Dhabi. Qui saranno assemblati i velivoli fino allo stato green (senza arredi e finiture interne, livrea definitiva e accettazione), che poi voleranno a Tessera per il completamento e la consegna. Di conseguenza, l’azienda arabo-italiana contribuirà a sviluppare know-how aeronautico negli Emirati arabi uniti.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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