missili Glsdb dagli Usa all’Ucraina
(Saab)
Difesa e Aerospazio

I nuovi missili Usa all'Ucraina possono cambiare la guerra (in peggio)

Più missili a maggiore gittata Kiev può colpire più lontano e costringere Mosca a proteggere le sue forze allontanandole dal confine. Ma c’è un rischio: che Putin acceleri la controffensiva per arrivare prima delle armi americane.

Un invio di missili Glsdb dagli Usa all’Ucraina rappresenterebbe una vera esclation del conflitto. Non è necessario essere analisti militari comprendere che armi con gittata fino a 150 km potrebbero consentire alle forze di Kiev di colpire bersagli russi profondamente all’interno del territorio di Mosca, sia verso Nord, ma più probabilmente verso sud, ovvero sulla Crimea. Ma anche altrove, come in Bielorussia, qualora da quel fronte arrivassero truppe ostili, ma in un tale scenario si aprirebbe anche la possibilità che queste vengano utilizzate sul fronte opposto qualora le batterie fossero conquistate sul campo dai russi. Peraltro, quanto aveva dichiarato il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko a dicembre, di voler schierare i sistemi missilistici S-400 e Iskander in assetto da combattimento è stato realizzato.

La sigla Glsdb arriva da Ground Launched Small Diameter Bomb (bomba di piccolo diametro lanciata dal suolo) e definisce un tipo di arma progettata dall’americana Boeing insieme con la svedese Saab, seguendo il progetto che vede l’installazione di una bomba d’aereo Gbu-39, quindi un armamento standard Nato, sulla sommità di un razzo che la trasporti. L’ordigno in sé pesa circa 140 kg e può essere guidato anche con sistemi di precisione. Il razzo sul quale vengono montate per realizzare gli Glsdb sono gli M26, ovvero vettori non guidati comunemente dotati di una carica bellica limitata. Il tutto, quando assemblato, diventa un sistema lungo circa 4 metri e con un diametro di 30 centimetri, dal peso di 270 chilogrammi.

L’utilizzo è tipico nelle situazioni in cui sia necessario colpire fortificazioni poste su terreni accidentati, poiché l’arma è in grado di essere guidata e impostata in modo da far esplodere la carica della Gbu-39 soltanto dopo che questa hapenetrato la blindatura nemica, in modo da massimizzare l’effetto devastante. Il razzo è manovrabile e permette di ingaggiare bersagli in ogni direzione, tipicamente mezzi blindati e bunker, ma anche edifici.

Per i russi, i missili Glsdb costituirebbero quindi una minaccia pari, se non peggiore, a quella rappresentata dagli Himars ma ampliando l’area delle zone da colpire. Di conseguenza l’esercito russo sarebbe costretto ad arretrare dal raggio di questi missili tutti i depositi (munizioni, carburante) e le postazioni da proteggere. Ma potrebbe anche affrettare la controffensiva russa per poter avanzare prima che avvengano le consegne all’esercito ucraino. Zelensky dal canto suo non nasconde la volontà di avere anche armi con portata maggiore come gli Mgm-140 Army Tactical Missile System (Atacms), ovvero armi tattiche a guida Gps e inerziale (quindi con buona precisione) appartenenti alla categoria dei missili balistici a corto raggio con gittata fino a 300km, realizzati negli anni Novanta dagli Usa. E in quell’evenienza sarebbe a rischio tutta la Crimea, ma anche una notevole parte del territorio che separa il confine ucraino con Mosca.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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