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Cyber Security

Assicurazione cyber: un ginepraio

La Rubrica - Cybersecurity Week

Da anni si sostiene che il mercato delle polizze cyber prima o poi sarebbe “esploso”. In effetti allo stato attuale stiamo assistendo a una vera e propria deflagrazione, ma forse non nei termini attesi. Da un lato per le assicurazioni resta la difficoltà di valutare il rischio in assenza di dati storici attendibili, dall’altro la vertiginosa crescita degli attacchi sta spingendo più di un’azienda a pensare seriamente a quel tipo di copertura. Allo stato attuale delle cose, il risultato è stato l’esplosione dei premi che a partire dal 2019 crescono con percentuali in doppia cifra. Aggiungiamo che alcune compagnia sono rimaste scottate dall’avere liquidato risarcimenti con più di sei zeri. Clamoroso il caso Maersk.

Il grande operatore nel settore dei container aveva visto i suoi sistemi messi in ginocchio nel 2017 dall’azione del malware NotPetya, diffusosi su scala mondiale. Le conseguenze dirette avevano determinato danni per oltre 300 milioni di dollari. Proprio quest’anno l’azienda è riuscita a ottenere un risarcimento da parte delle assicurazioni pari a 1,5 miliardi di dollari. L’insieme di fattori strutturali e del susseguirsi di episodi negativi sembra avere congelato il mercato.

All’orizzonte si profila un'altra questione legata al tema delle auto a guida autonoma che nei prossimi anni promettono di invadere il mercato. Se già oggi le vetture che guidiamo sono praticamente degli smart phone su quattro ruote, domani saranno più simili a delle piattaforme di servizi mobili con l’inevitabile conseguenza che i veicoli sanno esposti a una nuova classe di incidenti, quelli cyber.

Si pone il tema della classica polizza auto sotto due punti di vista. Il primo, la possibilità di attacchi informatici su vasta scala che potrebbero causare con la stessa facilità un singolo sinistro come un milione di incidenti contemporanei. Il secondo, specifico delle auto a guida autonoma, riguarda il soggetto da assicurare: se fino a ieri era il guidatore con la sua classe di merito a “comandare”, domani potrebbe essere l’autovettura stessa con le sue misure di sicurezza cyber a determinare una fetta consistente del premio da pagare. Insomma non mancano le cose su cui riflettere.

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Alessandro Curioni