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Sovranità tecnologica e sano realismo

La Rubrica - Cybersecurity week

Da qualche mese in Italia e anche in Europa ricorre il tema della sovranità, evidentemente la scoperta di non averne una energetica, con le dolorosissime conseguenze del conflitto russo-ucraino, sta mettendo in discussione l’intero sistema su cui si regge la globalizzazione che implica interconnessioni e interdipendenze ovviamente su scala mondiale. Mi aspetto da un momento all’altro che dagli abissi del tempo riemerga un neologismo che per un certo periodo era andato molto di moda: Glocal, come dire globalizziamoci localmente. Tuttavia veniamo a noi, e a quel tipo di sovranità sul quale posso forse esprimere un parere.

La sovranità è uno dei principi cardine del diritto internazionale e riguarda l’autorità dello Stato. Da sempre essa si esprimeva in termini di territorio, definendo dei confini fisici entro i quali un soggetto esercita un potere pressoché assoluto. Quando si parla di stati, quindi, la sovranità si traduce in indipendenza ovvero l’esatto contrario di quello che accade quando si tratta di tecnologie dell’informazione. Esse hanno generato uno spazio dove l’idea stessa di confine è priva di senso rendendo peregrina l’idea, che possa esistere un perimetro territoriale entro cui lo Stato possa esercitare le sue prerogative. Vogliamo poi aggiungere che tale spazio è normalmente controllato e gestito da un operatore privato (emblematico il caso del Cloud)? Trovo quindi ironico che gli stessi Stati che hanno sudato sette camicie per riuscire a fare pagare le tasse a questi operatori oggi professino la necessità di una sovranità tecnologica che, almeno quando si parla di tecnologie dell’informazione, non hanno mai avuto e ogni anno che passa avranno sempre meno.

Questo non è un problema soltanto per l’Europa, di certo di gran lunga la più debole, ma anche per Cina e Stati Uniti, la prima dal punto di vista del software, la seconda dell’hardware. Forse potrebbero risolvere con un piano di nazionalizzazione: banale per Pechino, ma di fatto impossibile per Washington. Comunque non basterebbe perché la piena sovranità tecnologica implicherebbe uscire dal mercato globale e questo anche per la Cina potrebbe avere un prezzo insostenibile.

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Alessandro Curioni