Una Grande Famiglia 3
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Inverigo e le altre querelle irrilevanti

L'ennesimo caso di permalosità nazionale: il "politicamente corretto" allarga la sua grande famiglia, tra pubbliche scuse, ricerca di visibilità e totale inutilità

"Inverigo non è chissà che. È un po' il buco del c... del mondo". Così ha detto Anna Bellezza, una delle protagoniste di "Una grande famiglia 3" scatenando la reazione indignata del sindaco del paese.
Ora, immagino, molti di voi avranno diverse domande:
Chi è Anna Bellezza?
Che cos’è "Una grande famiglia 3"?
Dove si trova Inverigo?

Posso dire con orgoglio di non saper rispondere a nessuna delle 3.
Come mai?
Alle prime due non so rispondere per una semplice ragione: come ogni banalissimo snob guardo solo serie tv americane o inglesi (con rare eccezioni) e non possiedo un televisore.

Ma la ragione per cui non so rispondere alla terza domanda - dove si trova Inverigo? - non è così semplice. Perché, certo, parte della risposta risiede nel fatto che sono tutt’altro che un drago in geografia. Ma se si fosse trattato di Roma o di Milano, di Parigi o di Berlino, di Mosca o di New York… Beh, avrei saputo rispondere con facilità.

Quindi forse Inverigo non è esattamente un luogo nevralgico dell’immaginario collettivo.

La dittatura del "politicamente corretto"

Succede spesso che la discriminazione geografica diventi oggetto di pubblico scandalo.

Mi ricordo, per dirne una, che Paolo Villaggio qualche anno fa fece una battuta che suonava tipo "In Sardegna si fanno pochi figli perché i pastori preferiscono le pecore". Apriti cielo, dal Presidente della Regione al popolo del web, fino ai pastori che lo querelarono, il codazzo di indignazione fece dichiarare il comico di essere disposto "vestito da francescano o da Gesù Cristo con le spine in testa, a farmi tutta la Sardegna a piedi e fermarmi ogni 500 metri a chiedere scusa per la battutaccia".

Oppure, altro caso analogo, sempre regionale, coinvolse Antonello Venditti che durante un concerto a Marsala, in Sicilia, si domandava: "Ma perché Dio ha fatto la Calabria? Io spero che si faccia il ponte, almeno la Calabria esisterà. Qualcuno deve fare qualcosa per la Calabria". Anche lì, venne giù il mondo: boicottaggi, richieste di scuse pubbliche, un coro di politici locali che portarono il cantautore a dichiarare: "Non ho mai offeso la Calabria. E' una terra che amo".

I casi sono moltissimi, sempre grotteschi, sempre - assolutamente - irrilevanti, ma in grado di infiammare l’opinione pubblica grazie alla permalosità di qualcuno, o a qualcuno che sfrutta la permalosità di qualcun altro per un po’ d’attenzione durante il balletto di scuse e protrazioni pubbliche.

Così, anche in questo caso, il sindaco di Inverigo, Angelo Riboldi, si legge, non si è fatto bastare le scuse della Rai che precisava l'ovvietà che "la frase andrebbe letta nel contesto della sceneggiatura..." (ma già che c’erano non potevano chiedere scusa anche per la bruttezza delle sceneggiature delle loro fiction?) e dopo aver sbottato "È intollerabile dopo la collaborazione che c'è sempre stata con la produzione ritengo sia stato infangato il nome di Inverigo e di tutti i cittadini" sembra abbia deciso di agire per vie legali.

Dovrebbe essere davvero posto un limite alla possibilità delle persone di esercitare la loro suscettibilità come un’arma o di trarre vantaggio da un clima di ipersuscettibilità collettiva (lo stesso principio che obbliga i nostri comici a scusarsi per qualsiasi cosa dicano, come è successo ad Alessandro Siani a Sanremo che ha fatto una battuta che in qualunque spettacolo di stand up negli Usa sarebbe stata ritenuta da educanda, e che l’unica cosa di cui avrebbe dovuto scusarsi è la sua incapacità di far ridere).

Dovremmo coltivare un minimo di obiettività, se non su noi stessi (che non possiamo tollerare ci venga detto quel che spesso siamo, cioè stempiati, grassi, fuori forma, arroganti, saputelli, impreparati, egoisti, inadeguati…) almeno sui luoghi dove abitiamo.

Perché, checché ne dica il caro sindaco, non credo di essere l’unico a non avere alcuna idea di dove si trovi Inverigo, se sia a sud, a nord o al centro, se sia una paesino marittimo o montano.

E non credo di essere l’unico a non aver nessuna intenzione di googlare il nome per scoprirlo e a non avere nessun interesse a proposito di questa faccenda, se non per l'esasperazione a cui ci sta portando la furbesca permalosità nazionale.

Gli unici a giovarne sono gli avvocati che possono prendere parte (a pagamento) a cause che non sono cause. Per tutti gli altri, è solo una gran scocciatura, anche diseducativa perché incentiva la mancanza di spirito critico e la dittatura dell’ipocrisia, che finirà per impedirci di dire qualsiasi cosa per paura di offendere qualcuno.

Se ne faccia una ragione, il caro sindaco: con la sua reazione ha dato al 100% ragione a questa Anna Bellezza (chiunque essa sia) e reso la Rai (che ci avvelena con la sua pessima mercanzia narrativa) un simbolo di lotta per la libertà d'espressione.
Se non ci diamo una regolata, il rischio è quello di rendere non solo Inverigo, ma tutta l’Italia il (cito testuale) "buco del c... del mondo".

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Marco Cubeddu

Nato a Genova nel 1987, vive a Roma, è caporedattore di Nuovi Argomenti e ha pubblicato i romanzi Con una bomba a mano sul cuore (Mondadori 2013) e Pornokiller (Mondadori 2015). Credits foto: Giulia Ferrando

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