Forza Italia, mission impossible? Non per Berlusconi
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Forza Italia, mission impossible? Non per Berlusconi

Verso il disgelo tra Raffaele Fitto e Berlusconi dopo il grande freddo per la discesa in campo di Giovanni Toti

“Vedrete che alla fine Silvio Berlusconi stupirà tutti ancora una volta con una soluzione che valorizzerà tutte le energie e le risorse di Forza Italia, senza umiliare nessuno. Se c’è un leader capace di compiere in politica missioni impossibili questo è lui”, così la vede un parlamentare di rango di Forza Italia che conosce bene come vanno le cose nella “casa” azzurra. E scherza: “Questa storia delle divisioni tra falchi, colombe e fringuelli è solo un usurato cliché giornalistico”.

Tace il giovane Raffaele Fitto, dopo la tosta intervista rilasciata due giorni fa a “Il Corriere della sera” dove  chiedeva a Berlusconi di non “umiliare” il partito con la nomina del giornalista (direttore di Tg4 e Studio Aperto) Giovanni Toti alla guida della cabina di regia azzurra, insomma appena un gradino sotto il Cavaliere.

Ma ai fedelissimi del gruppo dei lealisti che hanno parlato con lui Fitto avrebbe confidato che il suo incontro con Berlusconi è andato bene, o meglio: abbastanza bene. Di più non è dato sapere. Ma è un fatto che l’ex presidente pugliese ed ex ministro, capo dei lealisti antialfaniani, ora si vede per Montecitorio con un’aria meno imbronciata e più rilassata.

Le cronache in questi giorni si sono sbizzarrite nelle ipotesi più fantasiose di ingegneria politica: Toti portavoce, oppure portavoce e segretario politico di un gruppo ristretto con 8 persone, comitato di 36 persone, oppure nomina di Toti rinviata a chissà quando. Si è detto e scritto di tutto. Quel che però sembra certo è che Berlusconi non intende rinunciare né all’innesto in un ruolo chiave di energie fresche né di rinunciare a chi il partito lo ha fatto.

Tutto lascia pensare, incontro con Matteo Renzi permettendo (sabato alle 18 a Roma?), che la quadra la troverà nel fine settimana ad Arcore, lontano dalle tensioni romane, per poterla ufficializzare la prossima settimana.

Una cosa intanto Berlusconi incassa: da lui, come ha ribadito Renzi alla direzione Pd, non si prescinde. Per fare innanzitutto la riforma della legge elettorale e quelle riforme costituzionali di cui il paese ha bisogno. Chi lo credeva morto con la decadenza da senatore in seguito alla condanna Mediaset, ancora una volta ha dovuto ricredersi. A maggior ragione se ad ammetterlo nei fatti è il nuovo segretario del Pd, che ha tenuto il punto di fronte alle resistenze della vecchia guardia rossa seconda la quale con “un pregiudicato” non si parla. Ma chi di antiberlusconismo ferisce di antiberlusconismo perisce.    

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Paola Sacchi

Sono giornalista politico parlamentare di Panorama. Ho lavorato fino al 2000 al quotidiano «L'Unità», con la mansione di inviato speciale di politica parlamentare. Ho intervistato per le due testate i principali leader politici del centrodestra e del centrosinistra. Sono autrice dell'unica intervista finora concessa da Silvio Berlusconi a «l'Unità» e per «Panorama» di una delle prime esclusive a Umberto Bossi dopo la malattia. Tra gli statisti esteri: interviste all'ex presidente della Repubblica del Portogallo: Mario Soares e all'afghano Hamid Karzai. Panorama.it ha pubblicato un mio lungo colloquio dal titolo «Hammamet, l'ultima intervista a Craxi», sul tema della mancata unità tra Psi e Pci.

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