L'ostaggio americano scomparso nel nulla in Iran
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L'ostaggio americano scomparso nel nulla in Iran

Robert Levinson è stato rapito nel 2007. Da allora, è sparito, prigioniero. E'il sequestro più lungo nella storia degli Usa

Suo malgrado, ha battuto un record: è l'ostaggio americano da più tempo segregato, sparito nel nulla, in un paese straniero. Con i suoi 2,455 giorni di prigionia, marcati sul calendario martedì scorso, Robert Levison ha superato il vecchio detentore di questo triste primato, quel Terry Anderson che venne rapito dagli Hezbollah a Beirut il 16 marzo 1985 e rilasciato sei, lunghi anni dopo, nel 1991, 2454 giorni dopo il suo sequestro.

Così come Anderson, anche Robert Levinson deve la sua lunga prigionia al gioco di rapporti di forza e di conflitto sotterraneo tra gli Stati Uniti e gli ayatollah. Sequestrato il 9 marzo del 2007 sull'isola di Kish, Levison, un ex agente dell'Fbi diventato investigatore privato, si trovava in territorio iraniano ufficialmente per indagare su di un traffico di sigarette di contrabbando. Venne fermato e interrogato dalle autorità iraniane. E sparì. Tre settimane più tardi, un articolo di un giornale iraniano confermava che il fermo era stato effettuato e che l'americano sarebbe stato rilasciato entro pochi giorni. Ma così non fu. Di lui non si è avuta più traccia, se non per qualche fotografia che lo ha ritratto progressivamente invecchiato, che nel corso degli anni un'anonima mano ha fatto recapitare alla moglie (e ai sette figli); l'ultima nel 2011.

Le autorità statunitensi hanno accertato - come ha scritto nel gennaio del 2013 l'agenzia di stampa Associated Press - che quelle foto e quel video di 54 secondi spedite alla famiglia di Robert Levinson due anni prima sono provenienti da fonti dell'intelligence di Teheran. L'uomo sarebbe in una prigione nascosta da qualche parte. In Iran ? O in Afghanistan? Si sa anche che nel corso degli anni, ci sono stati contatti per arrivare a una soluzione del caso. Ma invano. L'ostaggio americano è rimasto invischiato nella ragnatela dei veti e controveti imposta dall'andamento delle trattative e dello scontro sotterraneo tra Usa e Iran sul nucleare.

 

Anche il cambio della guardia alla guida dell'Iran non ha portato a novità. Barack Obama nella storica telefonata fatta con il neo presidente Hassan Rouhani ha accennato al tema, ma dall'altra parte ci sarebbe stata una generica promessa di interessamento. L'8 gennaio 2013, la Casa Bianca è intervenuta con una dichiarazione sul sequestro di Robert Levinson: "La sua liberazione è una nostra priorità. Gli iraniani ci hanno detto che daranno la loro assistenza per trovare una soluzione". In realtà, il suo destino è avvolto nelle tenebre. Il governo di Washington sa che l'uomo potrà tornare a casa solo quando Teheran lo vorrà.

L'Fbi ha recentemente chiuso una campagna di sensibilizzazione della comunità iraniana negli Usa sull'ex agente del Bureau. Spot e cartelloni pubblicitari non solo negli Stati Uniti, ma anche in Medioriente. Il Federal Bureau of investigation da tempo ha offerto un milione di dollari come ricompensa a chiunque si in grado di fornire informazioni su Levinson. Le ultime notizie che sono giunte, lo danno vivo, rinchiuso "da qualche parte. La moglie, Christine, non ha mai abbandonato le speranze. Aspetta il ritorno a casa dell'uomo che suo malgrado ha battuto un record: è l'uomo che è (stato) sotto sequestro da più tempo nella storia degli ostaggi americani all'estero. Un primato che Robert Levinson non avrebbe mai voluto battere.

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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