John Kerry, la Vecchia America che guarda al mondo
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John Kerry, la Vecchia America che guarda al mondo

Il Congresso ha ratificato la nomina del senatore come successore di Hillary al Dipartimento di Stato

La storia narra che durante la campagna presidenziale del 2004, avesse sempre con sé un rosario, un libro di preghiere e un piccolo medaglione raffigurante l'immagine di San Cristoforo, il protettore dei viaggiatori. In quel suo viaggio, non riuscì a raggiungere la meta, la Casa Bianca (vinse George W.Bush), ma ora, otto anni dopo, l'effige del santo tornerà ad accompagnarlo nelle lunghe missioni all'estero che il nuovo incarico gli riserva.

Cattolico fervente, con - si è scoperto qualche anno fa - origini ebraiche da parte paterna; figlio d'arte, visto che il padre era un funzionario del Foreign Service del Dipartimento di Stato; discendente diretto (da parte di madre) da una delle famiglie più ricche e antiche degli Stati Uniti (i Forbes), John Kerry è stato designato come "naturale" successore (almeno, così ha detto Barack Obama, che l'ha nominato) di Hillary Clinton.

E'la Vecchia America, quella della East Coast, delle importanti famiglie, "l'aristocrazia" della Repubblica, le cui radici risalgono alle colonie e i cui patrimoni e fortune, accumulate nel corso dei decenni, accanto all'influenza o all'impegno diretto esercitato in politica, hanno contribuito a determinare una parte della storia del paese.

John Kerry, questo alto (1.93) e flemmatico eroe di guerra (il Vietnam) arriva da lì: dalle scuole di élite del New Hampshire, dalle estati passate nelle tenute di campagna dei Forbes, dagli inviti e la partecipazione alla vita mondana e sociale dei circoli esclusivi, dove il giovane Kerry aveva modo di incontrare tutta l'America che conta(va), compreso l'allora presidente Kennedy che lo prese in giro, lui ex studente di Harvard, per aver scelto Yale, l'università rivale.

Per lui che nel 1960 (a 17 anni) aveva tenuto il suo primo comizio politico (a scuola) in favore dell'elezione di JFK, e che si era poi impegnato nella campagna per l'elezione al senato di Ted Kennedy, la decisione di abbracciare il campo democratico sarebbe stata una scelta naturale. Poi, ci furono gli anni della Guerra in Vietnam, dove John Kerry - ufficiale di marina - viene inviato. "Non volevo rimanere coinvolto nella guerra e così chiesi quell'assegnazione" (scriverà anni dopo in un libro autobiografico), per spiegare la sua richiesta di poter comandare una piccola motovedetta che pattugliava le coste. Ma, nonostante questo, la guerra lo coinvolse. Alla fine, per i suoi atti di eroismo, venne premiato con la Purple Heart.

Tornato in patria, divenne una delle più autorevoli voci dei veterani contrari all'impegno bellico degli Usa in Vietnam. Questo suo impegno gli aprì, anni dopo le porte della politica. Inizia come vice di Michael Dukakis, governatore del Massachusetts nel 1979, per poi candidarsi al Senato ed essere eletto nel 1985 e mantenere il seggio fino al 2013, prima di essere nominato al Dipartimento di Stato. In mezzo, la candidatura democratica alla Casa Bianca nel 2004 e la sconfitta di pochi punti nei confronti di Bush. Fu durante la convention per la sua nomination a Boston che Barack Obama, con il Keynote Speech (il discorso programmatico), divenne un personaggio conosciuto a livello nazionale.

Già quotato come possibile Segretario di Stato dopo la prima vittoria di Obama, John Kerry arriva adesso ad occupare la poltrona più prestigiosa della diplomazia Usa. In attesa di una possibile chiamata, in tutti questi anni ha studiato a Capitol Hill. Grande esperto della situazione internazionale, John Kerry - per formazione, cultura ed esperienza - ha il curriculum adatto per guardare al ruolo degli Usa a livello globale. Sia in Asia e nel Pacifico - frontiera tanto cara ad Obama -, sia in Medioriente e, infine, sia nella Vecchia Europa, continente con il quale, il nuovo Segretario di Stato ha profondi legami.

Con la Francia - dopo trascorse diversi periodi di soggiorno nella tenuta di famiglia di Saint Briac e dove divenne buon amico del cugino Brice Lalonde, uno dei fondatori del movimento ecologista francese e ministro dell'ambiente nel 1988 - e con l'Italia, dove John Kerry possedeva una villa sul lago di Como prima di venderla all'amico George Clooney.

Da Senatore, negli ultimi anni, è stato spesso inviato nel nostro paese. Compagno di università dell'ambasciatore David Thorne, nel'aprile del 2011 John Kerry viene mandato da Barack Obama per discutere con il governo italiano di Silvio Berlusconi l'impegno di Roma nella guerra contro Muhammar Gheddafi. Conosce tutti i leader politici italiani e il fatto che sia cattolico gli permette di avere anche ottime entrature in Vaticano.

Il nostro paese è anche una tappa nei suoi viaggi in Medioriente e in Africa. Come presidente della Commissione Esteri del Senato degli Stati Uniti, John Kerry ha viaggiato per tutto il mondo per studiare le zone di crisi. Accanto a George Clooney - attivista per il Darfur - segue anche il referendum che porterà all'indipendenza del Sud Sudan da Khartoum. Dopo il raid in cui viene ucciso Osama Bin Laden, vola in Pakistan per colloqui con le autorità locali e ottiene la restituzioni delle parti dell'elicottero caduto e fatto esplodere durante il blitz delle forze speciali Usa.

Ora avrà altre missioni da compiere. Sempre sotto la protezione di San Cristoforo.

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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