Massimo Bossetti
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Massimo Bossetti e le torture psicologiche

Secondo i suoi difensori l'uomo, accusato del delitto di Yara Gambirasio, sarebbe stato vessato durante la sua permanenza in carcere. Ecco perché

"Massimo Bossetti è sottoposto a torture psicologiche, a continue pressioni. Siamo tornati al processo inquisitorio, ma la prova del Dna non è il Sacro Graal". Lo dicono, rompendo un patto formale di non belligeranza con la procura di Bergamo, gli avvocati dell'operaio di Mapello. L'annunciato interrogatorio di stamani di Massimo Bossetti, in carcere dal 16 giugno per il delitto di Yara Gambirasio, ha riservato dei colpi di scena inaspettati.

Anche se Bossetti, di fronte al pubblico ministero Letizia Ruggeri, agli ufficiali del Ros dei Carabinieri e al dirigente della Squadra Mobile di Bergamo, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nonostante, come spiegato dagli avvocati Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni, "volesse rispondere a tutte le domande perché deciso a dimostrare la propria innocenza". Invece, su proposta della difesa, silenzio.


Le "torture" secondo la difesa

All'uscita del carcere di via Gleno i legali hanno elencato alcuni episodi che, a loro giudizio, sono delle vere e proprie torture. Vediamo quali. Anzitutto è stato contestato che il cappellano del carcere, don Fausto Resmini, secondo le dichiarazioni dell'avvocato Salvagni, avrebbe parlato con Bossetti dicendogli: "gli avvocati fanno il loro lavoro, ma forse è opportuno che tu riveda la tua posizione e strategia processuale". "Il sacerdote si occupi della sua anima, non di altro", dice Salvagni.

E poi, il fatto che la procura non abbia autorizzato il criminologo investigativo Ezio Denti, consulente della difesa, ad avere colloqui protetti con Bossetti, cioè da solo, per più tempo rispetto ad una visita normale, e con la certezza di non essere intercettato.

E ancora, il fatto che sempre la procura non avrebbe autorizzato visite straordinarie per i figli dell'operaio, come pure che la prima telefonata a casa, Bossetti, l'abbia potuta fare solo dopo 45 giorni dall'arresto. Telegrafica la replica del procuratore capo Francesco Dettori: "Garantisco la correttezza della Procura, non è vero che agiamo in un'unica direzione e non tralasciando eventuali prove a favore". In attesa della decisione della Corte di Cassazione circa la richiesta di scarcerazione di Bossetti, i legali lavorano alla richiesta sulla ripetizione dell'estrazione del dna di Bossetti dagli slip di Yara. Il "Sacro Graal", appunto, da cui dipende la sorte di Massimo Bossetti. 

ANSA/ UFFICIO STAMPA POLIZIA
Massimo Giuseppe Bossetti, il presunto assassino di Yara Gambirasio

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Giorgio Sturlese Tosi

Giornalista. Fiorentino trapiantato a Milano, studi in Giurisprudenza, ex  poliziotto, ex pugile dilettante. Ho collaborato con varie testate (Panorama,  Mediaset, L'Espresso, QN) e scritto due libri per la Rizzoli ("Una vita da  infiltrato" e "In difesa della giustizia", con Piero Luigi Vigna). Nel 2006 mi  hanno assegnato il Premio cronista dell'anno.

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