Marina Rei: ”Ricomincio da Pareidolia, il nuovo album tra rock e ballad"
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Marina Rei: ”Ricomincio da Pareidolia, il nuovo album tra rock e ballad"

La cantante e percussionista parla del suo nuovo album, il decimo in carriera, prodotto da Giulio Ragno Favero de Il Teatro degli Orrori

Tante volte vi sarà capitato di intravedere il volto di una persona in una nuvola. Tecnicamente questo fenomeno si chiama  Pareidolia, ossia vedere o sentire qualcosa anche dove non c'è.

Pareidolia è anche il titolo scelto da Marina Rei per il suo decimo album, pubblicato con la sua etichetta discografica e prodotto da Giulio Ragno Favero, bassista de Il Teatro degli Orrori e mago dei suoni nel progetto One Dimensional Man.


Marina Rei, come mai ha scelto un titolo così particolare, Pareidolia, per il suo nuovo album?

“L’ho scelto apposta perché è complicato, per fare in modo che le persone interessate alla mia musica vadano a vedere sul vocabolario il significato e lo approfondiscano. Non credo che scegliere un titolo semplice faccia vendere di più"


Pareidolia è il suo decimo album. Si può dire che è quello più rock?


“Credo che Pareidolia abbia un giusto equilibrio tra pezzi rock e ballad. Giulio voleva riportare sul disco il sound che esprimo dal vivo. Non ci siamo ispirati a nessun gruppo di oggi, abbiamo semplicemente  espresso quello che sentivamo”.


Nella title track Pareidolia spicca il rap di Zona Mc. Secondo lei i rapper sono i cantautori della nuova generazione?


“La generazione di mio figlio ascolta soprattutto l’hip hop e la dubstep. E’ stata una collaborazione casuale, avevo già scritto buona parte della canzone, poi mio figlio Nico mi ha fatto ascoltare il disco di Zona Mc, mi è piaciuto e così ho pensato a una collaborazione. Amo la buona musica fatta bene e non ho preclusioni di generi”


Perché ha scelto Lasciarsi andare come singolo di lancio e come video?


“Perché ha una bellezza semplice, è una canzone chiara. Non so se ha potenzialità radiofoniche, ma mi sembrava perfetta per introdurre l’album”.


Qual è l’impronta che ha dato Giulio Ragno Favero all’album?


“Io mi sono occupata soprattutto della parte relativa alla musica e ai testi, mentre Giulio si è concentrato maggiormente sulla produzione e sugli arrangiamenti. In realtà abbiamo sempre lavorato fianco a fianco, condividendo l’intero processo creativo”.


Proporrà un brano per il prossimo Festival di Sanremo?


“Non lo so, non voglio fare troppi progetti, queste sono scelte che a volte avvengono indipendentemente dalla nostra volontà. In ogni caso ho dei brani inediti adatti per l’Ariston, ma per ora preferisco concentrarmi sul nuovo album e sull’imminente tour”.


Quando partirà il nuovo tour?
“Il 6 novembre prenderà il via dal Biko di Milano. Tengo molto anche alla data del 22 novembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma, la mia città”.


Pareidolia è uscito in anteprima su Deezer. Secondo lei lo streaming farà scomparire i cd?


“Penso che tra qualche anno  il cd sparirà. Ormai siamo rimasti in pochi a comprare i cd e i dischi. Con lo streaming tutto è più veloce e pratico, ma comprare un disco, scartarlo, leggere i testi è ancora un piacere al quale, personalmente, sono ancora molto legata”.


Com’è nata l’idea di inserire nell'album una cover di Annarella dei CCCP?


“E’ stato Giulio che, dopo avermi visto eseguirla dal vivo, mi ha convinto a inciderla per il nuovo album. Ho grande rispetto per i CCCP e per i CSI, l’ho cantata con grande coraggio e spero di aver dato, nel suo minimalismo, la mia versione del brano”.


In molti associano il suo nome a Primavera, cover di una hit degli anni Settanta dei The Real Thing. Che rapporto ha con questo brano?


“Non saprei, Primavera è stata un grande successo, ma non è la canzone che mi rappresenta di più. Il brano al quale sono più legata è Al di là di questi anni, con il quale ho partecipato per la prima volta al Festival di Sanremo nel 1996, vincendo anche il Premio della Critica. Dietro quella canzone c’è un’esperienza pazzesca”.






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Gabriele Antonucci