Le anime belle del 730 precompilato sono servite
ANSA/FRANCO SILVI
Economia

Le anime belle del 730 precompilato sono servite

Lo Stato aumenta i trasferimenti ai Caf (ma non dovevano scomparire?) che trasmettono le dichiarazioni dei redditi degli italiani.

Lo chiameremo “animabellismo”. E’ quella tendenza a credere a tutto, immaginare scenari irrealistici senza tenere conto della realtà. Un esempio di animabellismo riguarda le reazioni scomposte all’annuncio del mitico “730 precompilato”. Lasciamo stare i problemi tecnici insiti nell’operazione, e quindi non parliamo del fatto che il 71% delle dichiarazioni provenienti dall’Agenzia delle Entrate dovrà essere integrato dal contribuente con, ad esempio, le detrazioni delle spese mediche, e andiamo al sodo.

Appena dopo l’annuncio gli animabellisti esultarono perché grazie al 730 precompilato non avrebbero più avuto senso i Caf e i commercialisti e, quindi, si sarebbero potuti risparmiare i soldi che oggi si spendono nell’assistenza fiscale. Qualcuno arrivò addirittura a dire che lo Stato avrebbe risparmiato, proprio perché non avrebbe dovuto trasferire ai Caf i soldi dovuti per ogni dichiarazione dei redditi che questi redigono.

Beh, abbiamo scoperto che non è così, anzi, è molto peggio. Oggi i Caf, cioè i sindacati, ricevono dallo Stato 14 euro per ogni dichiarazione che predispongono. I 730 precompilati continueranno a passare dagli uffici dei Caf e per quelli che non hanno bisogno di integrazione, i Caf continueranno a incassare 13,6 euro nel 2015 che saliranno a 15,4 nel 2016 e 16,9 nel 2017. Ora gli animabellisti dovrebbero chiedersi: ma perché se il lavoro dei Caf diminuisce l’importo per ogni dichiarazione trasmessa aumentano? In attesa di una risposta animabellista, se ne può azzardare una dettata dal semplice ragionamento pratico: con il 730 precompilato ci saranno effettivamente meno persone che avranno bisogno dell’aiuto dei Caf come, ad esempio, i pensionati che non hanno altri redditi, e i Caf , cioè i sindacati, avrebbero corso il rischio di incassare meno soldi e per questo lo Stato ha pensato bene di scongiurare questo rischio aumentando la tariffa che viene loro riconosciuta per ogni singolo documento che viene trasmesso.

Non è finita. Per le dichiarazioni che invece hanno bisogno di rettifiche, i Caf riceveranno dallo Stato 14,3 euro quest’anno, 16,6 euro nel 2016, 17,7 nel 2017. Per le dichiarazioni che invece abbisognano di vere e proprie correzioni, i Caf incasseranno 16,2 euro quest’anno che saliranno a 18,3 nel 2016. E il contribuente? I vantaggi sembrano essere piuttosto scarsi visto che dovrà continuare a pagare al Caf al quale si rivolge una cifra compresa tra i 30 e i 50 euro. E con questo gli animabellisti sono serviti.

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Marco Cobianchi

Sono nato, del tutto casualmente, a Milano, ma a 3 anni sono tornato a casa, tra Rimini e Forlì e a 6 avevo già deciso che avrei fatto il giornalista. Ho scritto un po' di libri di economia tra i quali Bluff (Orme, 2009),  Mani Bucate (Chiarelettere 2011), Nati corrotti (Chiarelettere, 2012) e, l'ultimo, American Dream-Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat (Chiarelettere, 2014), un'inchiesta sugli ultimi 10 anni della casa torinese. Nel 2012 ho ideato e condotto su Rai2 Num3r1, la prima trasmissione tv basata sul data journalism applicato ai temi di economia. Penso che nei testi dei Nomadi, di Guccini e di Bennato ci sia la summa filosofico-esistenziale dell'homo erectus. Leggo solo saggi perché i romanzi sono frutto della fantasia e la poesia, tranne quella immortale di Leopardi, mi annoia da morire. Sono sposato e, grazie alla fattiva collaborazione di mia moglie, sono papà di Valeria e Nicolò secondo i quali, a 47 anni, uno è già old economy.

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