Stangata Tares, commercianti e artigiani sulle barricate
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Stangata Tares, commercianti e artigiani sulle barricate

Mentre slitta la data di pagamento della tassa sui rifiuti, per le attività economiche si registrano aumenti anche del 600%

Come se già non fossero sufficienti tutte le incertezze accumulatesi in questi mesi intorno all’Imu, a far dormire sonni poco tranquilli ai contribuenti ora arriva una nuova grana. Si tratta della Tares, la nuova tassa sulla spazzatura che si prefigura come l’ennesima mazzata, soprattutto per commercianti e artigiani. Ma andiamo per ordine, e cominciamo con il dire che neanche per il pagamento di questa imposta le norme appaiono limpide e trasparenti.

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C’è infatti innanzitutto un problema enorme legato alla data del versamento obbligatorio dell’ultima rata di dicembre. Il governo, che conta di incassare da questa partita un gettito pari almeno a un miliardo di euro, spingeva affinché venisse confermata quella, prevista dalla legge di istituzione della Tares, fissata per il 16 dicembre. Ma l’Anci, l’Associazione che riunisce i Comuni d’Italia, è invece riuscita ad imporre l’interpretazione giuridica secondo cui il termine in questione non fosse tassativo. L’attivismo dell’Anci in questo senso è motivato dal fatto che la confusione di norme che attualmente circonda le tasse locali, non ha permesso a molti sindaci di prevedere per tempo il gettito che si intende raccogliere dalle varie imposte, che vanno dall’Imu, alla Tares fino alla neonata Iuc.

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Grazie proprio all’intervento dell’Anci molti amministratori locali hanno dunque annunciato che l’invio dei bollettini di pagamento della Tares avverrà tra il 10 e il 20 dicembre, a seconda delle specificità locali. Caso emblematico in questo senso è il più grande Comune del Paese, ossia la città di Roma. In un primo momento infatti si era pensato nella Capitale di poter rispettare la data del 16 dicembre, ma poi ci si è resi conto che i tempi erano ormai fin troppo stretti per poter effettuare in modo regolare l’invio dei bollettini a più di un milione di contribuenti. Senza contare che su Roma grava una situazione di ulteriore e più drammatica incertezza legata all’approvazione di un bilancio comunale che deve fare i conti con un buco da 600 milioni di euro.

Lo stesso atteggiamento dilatorio sarà comunque adottato nei prossimi giorni da migliaia di altri Comuni, alle prese anche loro con la definizione dei propri bilanci. E non è escluso che eventuali buchi, di entità certamente inferiori a quelli capitolini, non portino comunque a possibili novità riguardo le aliquote da applicare. E qui veniamo al secondo grande problema legato alla Tares, l’imposta che ha sostituito, lo ricordiamo, Tarsu e Tia. La maggior parte dei contribuenti subirà infatti aumenti anche molto cospicui rispetto ai pagamenti dell’anno passato. Particolarmente colpiti saranno poi, come detto, artigiani e commercianti. In questo senso la Confesercenti ha denunciato il fatto che in alcune località si registrano rialzi sconsiderati anche fino al 600%.

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Una situazione inaccettabile che in tanti Comuni ha spinto i proprietari di attività economiche a protestare apertamente e platealmente contro le aliquote decise localmente. Insomma, comunque vada, tra Imu, Tares e nuova Iuc, questo dicembre a livello di tasse locali si presenta come un vero salasso per milioni di contribuenti. Un auspicio per niente positivo in vista di un 2014 che, se possibile, tra nuove tasse e nuovi tributi, si presenta in maniera ancora più minacciosa.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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