And still no representation

L’altro giorno, mentre pubblicavo il post sulla IV Crociata del 1204 e le sue conseguenze storiche, che manterrebbero un certo peso anche nel presente, mi domandavo: “Ma non è che la sto mettendo giù troppo retorica? Com’è possibile, nella realtà, …Leggi tutto

L’altro giorno, mentre pubblicavo il post sulla IV Crociata del 1204 e le sue conseguenze storiche, che manterrebbero un certo peso anche nel presente, mi domandavo: “Ma non è che la sto mettendo giù troppo retorica? Com’è possibile, nella realtà, che un avvenimento di ottocento anni addietro abbia ancora ripercussioni sull’oggi?”. E in effetti il dubbio, che è sempre fertile e importante, mi era venuto.

Poi, oggi, mi sono messo a seguire l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, il dodicesimo, e mi sono reso conto che tutta la fascia adriatica italiana non è mai stata rappresentata in tale carica. Chiaro riflesso, d’altronde, di una nazione che – dall’alta velocità e dalle infrastrutture fino a una capitale posta sul lato sterile, quello non dialogante con nessuno  – è tutta incentrata su un asse tirrenico che dura immobile da sempre. Non è, infatti, che questa struttura sia stata decisa o incentivata dalla Repubblica o dal giovane Regno d’Italia: le cose stanno così più o meno dalla Guerra sociale, scoppiata novant’anni prima della nascita di Cristo, e non è bastato un medioevo tutto rivolto a Oriente per mutare gli equilibri di potere.

La vittoria di Roma fu, in quell’occasione, tanto difficile e sanguinosa quanto definitiva; l’Italia segue perciò da due millenni quello schema, e sulla questione orientale è caduta non a caso anche una densa damnatio memoriae. In tutto questo, al di là dei giudizi politici e personali, non stupisce che un discendente delle bellicose genti d’Abruzzo – pur presentato come favoritissimo – sia stato tenuto ben lontano dai palazzi del potere: dite tutto quello che volete sugli inciuci e sulla casta, ma io resterò convinto che il rifiuto sia stato, prima di tutto, istintivo e genetico.

L’Italia, forse, non è ancora matura per essere guidata da un adriatico.

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Tommaso Giancarli

Nato nel 1980, originario di Arcevia, nelle Marche, ho studiato Scienze  Politiche e Storia dell'Europa a Roma. Mi sono occupato di Adriatico e  Balcani nell'età moderna. Storia e scrittura costituiscono le mie  passioni e le mie costanti: sono autore di "Storie al margine. Il XVII  secolo tra l'Adriatico e i Balcani" (Roma, 2009). Attualmente sono di  passaggio in Romagna.

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