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Italia

La Sardegna e i suoi nuraghi si prepara alla “Missione Unesco”

Secondo uno studio la valorizzazione del patrimonio archeologico dell’Isola potrebbe generare introiti per un miliardo di euro

Sono il segno visibile di un popolo che tra il 1800 e l’800 A.C., molto prima della nascita di Roma, raggiunse il suo splendore e conquistò una centralità straordinaria nel Mediterraneo, stringendo rapporti molto forti con l’Egitto dei Faraoni. Ma i nuraghi sono anche il tratto fondativo di una civiltà misteriosa e carica di fascino, una carta di identità della Sardegna più antica e profonda.

Oggi l’isola, con i suoi 377 Comuni, è unita nella richiesta di inserire i nuraghi nella lista dei beni Unesco considerati patrimonio dell’umanità. Ad aprile l’Associazione “La Sardegna verso l’Unesco”, al termine di un lavoro durato più di due anni, ha ufficialmente presentato il dossier progettuale per la candidatura alla “World Heritage List”. Una battaglia unitaria e identitaria per la quale si stanno mobilitando pezzi importanti della classe dirigente sarda - professori universitari, archeologi, economisti, genetisti - con l’idea e l’ambizione di farla diventare una istanza di popolo.

La valorizzazione dei nuraghi, secondo uno studio promosso dall’Associazione e appena presentato a Cagliari, può valere 1 miliardo di euro l’anno per il Pil della Sardegna. Una cifra che potrebbe anche aumentare considerato che la metà dei turisti che visita la Sardegna (il 47%) non ha mai sentito parlare di nuraghi.

L’ incremento del flusso di visitatori - tra il milione e mezzo e i due milioni l’anno - andrebbe peraltro a beneficiare quelle “zone interne” che oggi pagano il prezzo più alto della crisi.

Quel che è certo è che il gap rispetto ai grandi siti storici e archeologici è ancora troppo ampio. Se a Pompei arrivano 3,6 milioni di visitatori all’anno, ai Trulli di Alberobello 2 milioni e ai Sassi di Matera 1,9 milioni, i Nuraghi si fermano a 400mila visitatori.

“Questo studio ci rafforza nella nostra determinazione ad ottenere il riconoscimento del valore universale dell’Unesco per i monumenti della civiltà nuragica” spiega il presidente dell’Associazione La Sardegna verso l’Unesco, Pierpaolo Vargiu. “La sfida è cambiare il percepito collettivo della Sardegna nel mondo. È arrivato il momento di aprire lo scrigno che abbiamo tenuto nascosto per troppo tempo e far conoscere un patrimonio che, senza aggiungere un mattone e nel pieno rispetto del paesaggio e del territorio, può portare un vento economico di sviluppo sostenibile nella nostra terra”.

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Camilla Conti