Sense8: il bello e il brutto dell'episodio finale
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Sense8: il bello e il brutto dell'episodio finale

La serie tv di Lana Watchowski ci lascia con un finale ricco di suggestioni e un po' di confusione

L’8 giugno Netflix ha rilasciato l’episodio finale di Sense8, a chiusura delle due stagioni della serie, che ha accompagnato il suo sbarco  in Europa. A dirigerlo sempre Lana Watchowski, senza la sorella Lilly, con cui l’avventura di Sense8 era iniziata. Ed è stata lei a scegliere di intitolare, ispirandosi al poeta Virgilio, Omnia vincit amor il film, nel quale ha dovuto condensare in due ore quella che avrebbe dovuto essere la terza stagione di Sense 8, tra trovate più o meno riuscite (attenzione, spolier!).

Il bello dell'episodio finale di Sense8
È stata per esempio azzeccata la scelta di girare gran parte del finale nella Napoli storica: i vicoli di Forcella e il Palazzo dello Spagnuolo come sfondo di un’avventura, che nel corso delle due stagioni ha toccato le grandi capitali del mondo: San Francisco, Londra, Berlino, Mumbai, Amsterdam, Parigi, Nairobi e Città del Messico. Ci voleva del genio per immaginarsi la Camorra come parte del grande complotto di Sense8, con tanto di sparatoria finale, e Lana Watchowski di genio non difetta. Bella l’idea di far spiegare al "professor" Hernando (Alfonso Herrera) il senso della frase Omnia vincit amor e introdurre le meraviglie dell’Eneide di Virgilio ai giovani fan: i prof di lettere gliene saranno grati. E che dire dell'idea di far risalire l’amore tra Nomi (Jamie Clayton) e Amanita (Freema Agyeman) a un incontro alla City Lights di San Francisco? È la più preziosa libreria indipendente del mondo, dove è nata la beat generation e dove oggi trovano posto solo libri intelligenti e ben scritti: dunque uno spot più che meritato. Bello poi il matrimonio sulla Torre Eiffel, con tanto di fuochi d’artificio e una chiosa, regalata ai fan, sul fine ultimo di quella Torre di ferro venuta su con l’Esposizione universale del 1889. Infine sicuramente i fan avranno apprezzato l’orgia finale nella quale si sciolgono tutte le storie d’amore di Sense8, accompagnate da un brano che sembra scritto per l’occasione (e invece ha 25 anni): I Feel You dei Depeche Mode. Tante suggestioni che - ne siamo sicuri - si depositeranno nella memoria, come raramente accade quando finisce una serie tv. Poi però c’è la trama.

Il brutto dell'episodio finale di Sense8
La trama dell’episodio finale di Sense8 è stata frutto di un compromesso al ribasso: la serie  era stata cancellata ma Netflix ha concesso a Lana Watchowski di girare la conclusione della storia, dopo le (numerose) proteste dei fan. Col risultato che tutti i nodi che avrebbero dovuto venire al pettine durante un'intera stagione, la terza, sono stati sciolti in poco più di 40 minuti, con l’ingresso in scena di una decina di personaggi nuovi, inchiodati a poco più di una battuta. E mentre i cattivi cadevano come birilli uno dopo l’altro, senza neppure il tempo di godersi la loro dipartita, si affastellavano disvelamenti, baci, incontri (troppo) casuali, dichiarazioni d’amore eterno e acrobazie marziali. Il tutto molto lontano dai tempi lenti della narrazione a cui ci ha abituato Sense8, che deve parte del suo successo proprio all’intreccio formidabile di azione e sentimento su cui scorre la storia. A poco è servito che i protagonisti tentassero di aiutarci a capire che stava succedendo spiegandolo a voce alta. Ma forse meglio di così in quei tempi e con quei mezzi non si poteva fare. Che poi, a pensarci bene, sarebbero bastate un paio di ore in più per rendere il tutto più comprensibile. Peccato non averle avute: Sense8, che rimane una della più raffinate e innovative serie tv che abbiano mai calcato il piccolo schermo, le avrebbe meritate. O no?

Il trailer dell'episodio finale

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Eugenio Spagnuolo