Mary Kills People: arriva in Italia la serie tv sul fine vita
Tim Vision
Televisione

Mary Kills People: arriva in Italia la serie tv sul fine vita

Due medici e il suicidio assistito negli Usa: su Tim Vision una crime story, che mette in scena il tema etico per eccellenza

Ammettiamolo: il fine vita non è un argomento facile e la tv non si è dimostrata sempre all’altezza del compito. Ma Mary kills People, serie “dramedy” in onda dal 1 novembre su Tim Vision, merita una chance, perché parla sì di suicidio assistito, ma lo fa senza esprimere giudizi etici e dal punto di vista narrativo personale di un medico, in quello che Variety ha definito: “uno degli esordi più impressionanti dell'anno”.

Che cosa vedremo

La dottoressa Mary Harris (Caroline Dhavernas) è una mamma single divorziata con due figli che lavora in un pronto soccorso e che, da diverso tempo, al di fuori dell’ospedale ha scelto di vestire i panni dell’ “angelo della morte”. Insieme a Des Bennett (Richard Short), un ex chirurgo plastico con un passato da tossicodipendente e per questo radiato dall’albo, ​​​​aiuta i malati terminali a porre fine alle proprie sofferenze in modo dignitoso, praticando la morte assistita. Non un’iniezione diretta, ma un bicchiere di champagne allungato con un farmaco letale se assunto in dose eccessiva – che il paziente deve bere volontariamente perché la scelta finale spetta sempre a lui. Le cose cominciano a complicarsi quando un paziente (Jay Ryan) si rivelerà essere un agente sotto copertura.

Il trailer

Gli autori

La serie è stata scritta e ideata da Tara Armstrong, giovane promessa del cinema canadese.

Che cosa hanno scritto

«Un "drama" serio ed elegante». (The Washington Post)

«Quello che rende diversa la serie è la dark comedy delle missioni di Mary e Des. L'umorismo paradossale aiuta a compensare le scelte meno sagge, come la tensione sessuale tra Mary e il poliziotto che indaga su di lei». (Mike Hale, The New York Times).

Mary kills People

Tim Vision
Mary Kills People: una serie crime sul fine vita con Caroline Dhavernas, Richard Short e Jay Ryan.

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Eugenio Spagnuolo