Quenn Maya, la regina "cattiva" del wrestling italiano
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Quenn Maya, la regina "cattiva" del wrestling italiano

Impiegata di giorno, sul ring si trasforma nel suo alter ego che ora, prima donna italiana,  sta per sbarcare negli Usa

Se la incontrate per strada potreste rimanere colpiti dalle sue dimensioni (1 metro e 90 per quasi 80 chili) ma difficilmente sareste in grado di immaginare che dietro Adele Bernocchi, lodigiana laureata in filosofia e "mite" impiegata in un ufficio risorse umane, si nasconde la terribile Queen Maya la regina più cattiva del wrestling italiano.

"Sono come un supereroe" racconta la ragazza "ho una vita parallela, e quando salgo sul ring mi trasformo...". Le sue mosse sono ormai diventate famose tra gli appassionati e ora è pronta a sbarcare in america. Un sogno che si avvera per Adele, che da bambina lasciava da parte le bambole e ammirava le gesta di leggende come Hulk Hogan, Macho Man, Triple H. Campioni osannati ed odiati da quello stesso pubblico che ora Queen Maya è pronta a conquistare.

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Adele, ci spieghi come viene in mente ad una ragazza di voler fare la wrestler?

"La mia è prima di tutto una grande passione che è nata guardando il wrestling in televisione, con mio fratello. Mi piacevano le mosse, le evoluzioni, i gesti atletici ma soprattutto mi piacevano le storie".

Cosa serve per poter fare questo "mestiere"?

"Premetto che per me rimane comunque un secondo lavoro. Se non altro perchè in Italia, almeno per il momento, ci si può guadagnare abbastanza ma non così tanto da poterlo considerare una professione. Comunque per riuscire combattere di sicuro ci vuole il fisico. E poi tanto allenamento tecnico per le prese, le cadute ma anche una certa predisposizione nella costruzione del personaggio. Saper coinvolgere il pubblico a livello emotivo è fondamentale".

Il tuo personaggio lo hai costruito a tavolino o è nato sul ring?

"Il personaggio è una cosa che viene da sé. In effetti per fare il wrestler bisogna essere delle persone un pò fuori dal comune. In ogni caso Quenn Maya è qualcosa che già faceva parte di me e che non avrei mai avuto la possibilità di tirare fuori senza il wrestling. Devo dire che, ad oggi, non potrei più farne a meno".

Che tipo di lottatrice sei?

"Date le mie dimensioni sono una lottatrice "power". Comunque grazie a mio fratello (con cui Adele ha fondato la Federazione Italiana di Wrestling ndr) che mi fa da allenatore ho anche un'ottima preparazione tecnica".

Il tuo marchio di fabbrica?

"Beh c'è il Royal Lariat, il famoso braccio teso, che devo dire che mi viene bene. Oppure il big boot, il calcione che usa sempre Undertaker. Diciamo che tutti i miei colpi sono decisamente potenti".

Queen Maya fa parte dei cattivi giusto?

"Esatto. A differenza del buono, il cattivo ha la caratteristica di voler vincere a tutti i costi compiendo qualsiasi genere di scorrettezza. E' un ruolo in cui mi trovo benissimo. Mi piace essere fischiata, anzi molte volte sono io stessa che provoco il pubblico con il mio modo di fare, con la mia corona, con i miei inchini. Film come Biancaneve in questo senso mi hanno molto avvantaggiato perchè hanno fatto detestare la regina cattiva'".

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Quanto c'è di vero in quello che si vede sul ring?

"I miei match sono tutti veri. Le emozioni sono vere, i pugni arrivano sul serio. La parte di spettacolo è legata al fatto che si interpretano dei personaggi con delle storie, che poi sono quelle che coinvolgono gli spettatori".

Che pregiudizi ci sono verso le donne che combattono?

"Putroppo in Europa le donne wrestler sono molto poche. In Italia siamo solo in due. E' uno sport pesante, che va fatto seriamente. Il pubblico comunque apprezza tantissimo i nostri combattimenti. Abbiamo sempre un buon numero di spettatori e i bambini impazziscono letteralmente davanti ai personaggi che riusciamo a mostrare sul ring. Negli Stati Uniti invece c'è un pubblico diverso, più adulto, e lì molte donne scelgono questa strada come scorciatoia per arrivare in televisione...".

Ora toccherà anche all'italianissima Queen Maya, prima wrestler donna italiana a confrontarsi con il pubblico americano?

"Per me è un sogno che si avvera, sul serio. Negli ultimi due anni ho avuto un percorso di crescita importante (Adele è diventata prima campionessa italiana e poi campionessa europea nel novembre del 2011 ndr) per cui posso dire di essermelo meritato. Ci sono voluti tanti sacrifici ma ho sempre creduto nei sogni. Quando sentirò la mia canzone, l'inno alla gioia, da dietro le tende sarà un'emozione fortissima".

Negli Usa il livello, di show e competizione, sarà al massimo. Cosa ti aspetti?

"In America sono abituati al wrestiling e avranno delle aspettative molto alte. Fortunatamente sono già abituati da tempo alle lottatrici donne per cui non dovrò abbattere nessun pregiudizio ma solo dimostrare quello di cui sono capace. E magari imparare qualche trucco".

Dovrai riuscire a farti "odiare" anche dal pubblico americano...

"Ho un canale su Youtube ma probabilmente non mi conoscono. D'altra parte venendo presentata come campionessa europa in carica credo che non vedano l'ora che qualcuno mi faccia la pelle. Penso proprio che non avrò problemi a farmi odiare".

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Teobaldo Semoli