F1, a Montecarlo si scrive la storia
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F1, a Montecarlo si scrive la storia

Ieri le prime libere dell'attesissimo Gran premio di Monaco. Bene le Mercedes e le Ferrari. Ma a Maranello non si fa festa dal 2001. Allora, fu Schumacher a mettere tutti in fila

E' la gara più bella e attesa della stagione. Lo dicono tutti, addetti ai lavori, piloti e appassionati della Formula 1. Ed è facile capire perché. Il circuito cittadino di Montecarlo, 3340 metri di colori, immagini e suoni che fanno capolino sul mare, coniuga in modo magistrale la bellezza di un tracciato unico nel suo genere con le difficoltà tecniche che incontrano i piloti a raggiungere il traguardo finale. Sì, perché tra una curva e l'altra, il tunnel, la carreggiata larga quanto basta per far scorrere il traffico del quotidiano e non certo per agevolare i sorpassi dei bolidi della F1, e la velocità media che difficilmente supera i 160 km l'ora, il Gran premio di Monaco si presenta come uno dei più impegnativi del Mondiale. 

"A Montecarlo si vince il sabato", ha detto qualche ora Fernando Alonso, protagonista delle prime due sessioni di prove del weekend. Ha fatto bene lui, ha fatto bene Massa, ma soprattutto hanno fatto bene le due Mercedes, che si confermano le frecce d'argento del giro veloce. Salvo poi crollare in gara, quando l'asfalto della pista brucia le gomme della monoposto come se fossero fiammiferi. Le Red Bull e le Lotus si preparano alla rincorsa. Anche se, come è noto, i test pre-gara lasciano intendere relativamente poco circa le reali possibilità delle scuderie. Oggi pausa, come tradizione. Si ricomincia domani, con la terza sessione di libere e le qualifiche, in programma alle ore 14 (diretta Sky, ore 18,15 differita su RaiDue). Come la gara di domenica (differita ore 21,10 su RaiDue). 

Come dice Alonso, chi parte davanti a Montecarlo ha ottime possibilità di arrivare fino in fondo con la vittoria in tasca. Perché i sorpassi sono cosa rara. Ci sono, per carità, ci sono sempre stati, ma i punti per sferrare l'attacco decisivo sono così pochi che spesso il rischio supera di gran lunga il beneficio. Lo raccontano gli almanacchi. L'anno scorso, Michael Schumacher su Mercedes ha fatto il miglior tempo nelle qualifiche. Secondo posto per Webber, terzo per Rosberg. In gara, Webber ha preso il comando della corsa alla partenza e non c'è stata più partita. Primo lui e secondo Rosberg, che ha approfittato, si fa per dire, del ritiro del compagno di squadra. Simile il copione nelle edizioni precedenti. Insomma, a Monaco chi sbaglia, paga. E rimediare è difficilissimo, quasi impossibile. 

A proposito di Schumacher. Il fuoriclasse tedesco è stato l'ultimo pilota Ferrari a sbancare Montecarlo. Storia del 2001. In qualifica, fa meglio di tutti la McLaren di David Coulthard, che mette dietro Schumacher e il compagno di squadra Mika Hakkinen. Chiude la seconda fila l'altro ferrarista, Rubens Barrichello. Pronti e via e Coulthard è a piedi. Perché si spegne il motore della sua monoposto ed è costretto a partire dall'ultima posizione. Il campione tedesco della Ferrari parte invece benissimo e mette al sicuro la gara con una prova senza sbavature. Ma la gioia è doppia. Perché Hakkinen è costretto al ritiro a causa di un problema al differenziale e Barrichello gli sfila il secondo posto. Primo e secondo posto Ferrari, un trionfo da prima pagina. 

Per Schumacher non era la prima vittoria a Montecarlo. Era già salito sul gradino più alto del podio nel biennio 1994-1995 (allora guidava la Benetton) e in altre due occasioni, nel 1997 e nel 1999, nelle quali ha portato in trionfo il Cavallino della Ferrari. Prima di lui, a fare festa con la Rossa, c'erano riusciti Gilles Villeneuve (1981), Jody Scheckter (1979), Niki Lauda (1975-1976) e Maurice Trintignant (1955), il pilota "gentiluomo" che è passato a miglior vita nel 2005. 

Le stelle più luminose del gran premio più bello del Mondiale? Prima di tutti, lui, Ayrton Senna, l'unico a vantare la "manita" per via delle cinque vittorie cinque, una di seguito all'altra. Dal 1989 al 1993, il Gp di Monaco era roba sua. Sua e della McLaren, la scuderia che da quelle parti ha vinto più gare in assoluto (15, contro le 8 della Ferrari e le 7 della Lotus). Dietro Senna, il missile di Hampstead, Graham Hill, titolare di cinque trionfi complessivi dal 1963 al 1969 (su Brm e Lotus). Quindi, Schumacher, e poi Alain Prost, che con la McLaren ha visto sventolare in quattro occasioni la bandiera a scacchi prima di tutti gli avversari. 

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Dario Pelizzari