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Gli stadi italiani sono sicuri dopo la strage di Parigi?

Risponde il presidente dell'associazione steward, che raccomanda ai tifosi: "evitate i petardi e mantenete la calma"

La Serie A si prepara a tornare in campo dopo i tragici fatti di Parigi. Si inizia sabato alle 18 con Bologna-Roma (in contemporanea o quasi con il big match di Spagna, Real Madrid-Barcellona), si finisce domenica alle 20,45 con Inter-Frosinone. Nel mezzo, la partita più attesa del weekend, Juventus-Milan, che andrà in scena sabato sera allo Stadium di Torino. Poi, sarà subito Europa, con gli impegni delle squadre italiane nei tornei continentali. Dopo le due amichevoli annullate a Bruxelles e ad Hannover per ragioni di sicurezza, la domanda che gira tra i tifosi che seguiranno le partite allo stadio nasconde un carico di tensione senza precedenti: siamo pronti in Italia a far fronte agli allarmi legati a filo doppio con il terrorismo?

Per il presidente della Lega Serie A, Maurizio Beretta, "è improprio fare ipotesi, allo stato non ci sono segnalazioni particolari: il dialogo costante con le autorità è mirato a tenere sotto controllo l'evolversi delle situazioni". Situazioni che verranno monitorate passo dopo passo dai vertici della Lega in stretta collaborazione con l'Osservatorio del Viminale per le manifestazioni sportive. Da qui, il passaggio diretto a chi avrà la responsabilità di controllare da vicino il regolare svolgimento delle gare. Fuori e dentro gli impianti. Ovvero, le forze dell'ordine e gli steward, gli addetti alla sicurezza operativi in tutti gli stadi con una capienza superiore ai 7500 spettatori dal primo marzo del 2008. Cosa è cambiato rispetto all'ultimo turno di campionato? Ne abbiamo parlato con Massimo Vignoli, presidente dell'Andes, l'Associazione nazionale delegati alla sicurezza, che rappresenta il 90% degli addetti alla sicurezza della Lega di Serie A.

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Quali sono le indicazioni per le gare in programma nel prossimo weekend?
"Per il momento, posso solo dire che per Bologna-Roma non sono state previste misure straordinarie. Abbiamo incrementato soltanto il numero degli addetti in servizio allo stadio, che per l'occasione passeranno da 220 a 240, ma la ragione di questo aumento è data dalla presenza di un grande numero di tifosi romanisti, non al timore di attentati terroristici". Per la partita che si giocherà in serata, Juventus-Milan, previsti 650 steward contro i 550 abituali. L'apertura dei cancelli è stata anticipata alle ore 18. 

Beretta ha spiegato che "ci saranno necessariamente controlli più stringenti nelle partite di cartello e un'ulteriore sensibilizzazione degli steward negli stadi". Come cambia il vostro lavoro dopo gli attentati di Parigi?
"Siamo abituati ad essere sempre molto attenti a tutto. Il protocollo che seguiamo, definito piano di mantenimento delle condizioni di sicurezza negli stadi, spiega come affrontare cinque tipi di emergenze. Dalla borsa abbandonata al bagno alla persona armata, fino all'incendio, uno dei pericoli più grandi per gli eventi che raccolgono moltissime persone. Per ognuna di queste emergenze, c'è una procedura da rispettare. No, non ci saranno sostanziali cambiamenti nel nostro lavoro dopo gli attentati di Parigi. Certo è che in una situazione del genere saremo più sotto pressione rispetto al solito".

Tra i vostri compiti, il controllo con il metal detector all'ingresso degli impianti...
"Proprio così e posso confermare che sia in dotazione di tutti gli stadi della Serie A. E' un lavoro che facciamo con grande scrupolo e attenzione. Gli esplosivi? Il controllo spetta alle forze dell'ordine, che fanno le verifiche del caso con i cani. Mi creda, non gli sfugge niente".

Il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, ha dichiarato che "non tutti i nostri stadi rispondono ai minimi di sicurezza". Quali sono i principali limiti degli impianti italiani?
"Non vorrei contraddire il presidente Preziosi, ma a me non risulta che gli stadi della Serie A abbiano questi problemi. Credo che i controlli ai tornelli siano fatti nel modo migliore possibile. E non penso si possa parlare di deficit di sicurezza anche all'interno dell'impianto. Dirò di più. Negli ultimi anni, ci siano avvicinati moltissimo al modello proposto dagli stadi inglesi. Da quelle parti, hanno tuttavia un grande vantaggio rispetto a noi: possono permettersi di essere meno tolleranti. Se un tifoso inglese si alza e inveisce contro l'arbitro o la tifoseria avversaria, interviene uno steward che lo invita ad accomodarsi. E se lui si alza ancora, lo prendono e lo accompagnano fuori. Il nostro livello di sopportazione è evidentemente maggiore".

Cosa si sente di dire ai tifosi che andranno allo stadio nel prossimo fine settimana? La Fiorentina ha chiesto ai suoi sostenitori di non portare i petardi...
"Stiamo vivendo una situazione drammatica e per questo mi sento di sottoscrivere l'appello della società viola, raccomandando a tutti i tifosi di evitare di far esplodere petardi prima, durante e dopo la gara. Sono purtroppo difficili da trovare, perché talvolta piccolissimi. Considerando quanto è successo allo Stade de France, dove si sono sentiti botti che parevano petardi e che invece erano vere e proprie esplosioni, sarebbe inopportuno generare tensioni inutili. Ecco, mi appello al buon senso dei tifosi: almeno per qualche settimana, lasciate perdere. Il botto potrebbe creare l'effetto panico".

Secondo alcuni addetti ai lavori, il pericolo più grande da fronteggiare sarà proprio la psicosi da attentato. Lo pensa anche lei?
"Assolutamente, sì. Se in caso di apparente pericolo, soltanto una persona si mette a correre, può essere seguita dopo pochi istanti da tantissime altre. E' un effetto a catena che può avere effetti drammatici. Sì, perché è molto più pericoloso correre su e giù per le scale e radunarsi in strettoie che non consentono spazi di uscita che rimanere seduti al proprio posto. E' la raccomandazione che facciamo sempre e che mi sento di fare in particolar modo per le gare del prossimo weekend. Mantenete la calma, ci siamo noi".

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Dario Pelizzari