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Valerio Pennicino/Getty Images
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Milan, proroga closing e altri 100 milioni di caparra: quale mercato a gennaio?

Nuovo rinvio al 3 marzo nella trattativa per la cessione tra Fininvest e Sino-Europe Sports. Ecco le prospettive per i rinforzi invernali

Slitta il closing per la cessione del 99,93% del Milan da Fininvest a Sino-Europe Sports. Non più il 13 dicembre, ma entro il 3 marzo 2017. Fininvest e gli investitori cinesi interessati al club hanno raggiunto un'intesa dopo aver verificato l'impossibilità di trasferire entro il termine concordato i 420 milioni pattuiti cui aggiungere la caparra da 100 milioni già versata in due tranche tra agosto e settembre. Ufficialmente problemi di autorizzazioni che hanno costretto SES a chiedere una proroga che Fininvest ha accordato dietro pagamento di una nuova caparra da 100 milioni di euro.

Il denaro dovrà arrivare entro il 12 dicembre e il giorno dopo l'assemblea dei soci Milan, già convocata, si limiterà a comunicazione da parte dell'azionista di maggioranza sullo stato della trattativa. L'intesa, ufficializzata con un comunicato congiunto, prevede che da qui al momento del closing tutte le scelte relative alla squadra saranno condivise tra attuale proprietà e futuri potenziali investitori. A partire dal mercato di gennaio.

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Le due caparre come garanzia per Fininvest e Berlusconi

Se tutto andrà come previsto, dunque, Fininvest avrà come garanzia della solidità del fondo cinese una cifra considerevole: 200 milioni di euro. Soldi non destinati al Milan e al suo rafforzamento, ma che rappresentano di fatto le prime tranche del pagamento del 99,93% delle azioni del Milan, valutate 520 milioni più l'accollamento della situazione debitoria ricostruita in 220. In tutto 740 milioni cui aggiungere i 350 in tre anni comunicati come impegno ad investire direttamente nel club sotto forma di aumento di capitale o forme di patrimonializzazione, di cui 100 alla firma del closing.

La guida della società rimane in mano a Silvio Berlusconi e Adriano Galliani. Saranno loro a gestire anche il mercato di gennaio e il principio della condivisione ricalca quanto accaduto in estate: budget contenuto, scelte sempre vagliate dai cinesi con possibilità di veto come nel caso del dossier Bentancur che i rossoneri avevano quasi opzionato per circa 20 milioni di euro. Troppo secondo SES e gli advisor della controparte.

La regola del mercato: vendere per acquistare

Se Montella vorrà avere quello che gli serve per rinforzare una squadra che sta meravigliando per risultati e classifica dovrà, dunque, sperare che Galliani riesca a cedere qualche pezzo. I nomi in cima alla lista sono quelli di Luiz Adriano, che però ha uno stipendio molto pesante da piazzare, e Bacca, che ha perso peso nelle gerarchie con l'esplosione di Lapadula. La loro partenza potrebbe regalare il tesoretto necessario per intervenire in fase di acquisti.

Il sogno continua a chiamarsi Fabregas, anche se l'idea di Berlusconi è di andare avanti sulla strada del Milan giovane e italiano. Però un difensore centrale affidabile, un centrocampista e un'altra punta al posto di Bacca servirebbero e renderebbero più solida la rosa di Montella.

Poi c'è il caso Donnarumma, che diventerà maggiorenne il 25 febbraio prossimo. Da quel giorno potrà firmare il suo primo contratto quinquennale. Chi si occuperà di trattare con Mino Raiola che ha disseminato incertezze negli ultimi mesi? Galliani ha sempre considerato un incarico per Fassone. Ora, almeno temporalmente, potrebbe ricadere nelle sue competenze ed è una patata bollente perché la scandeza dell'attuale accordo è al 30 giugno 2018 e le pretendenti per il portiere sono tante, tutte ricche, agguerrite e con la possibilità di offrire garanzie di un progetto vincente.

Raiola ha lasciato intendere che peserà anche questo nella valutazione finale. Galliani ha rapporti storicamente ottimi con lui e potrebbe avere una corsia preferenziale, pur con l'handicap di non poter contare su un futuro certo con alle spalle una società che ha cominciato a investire in modo pesante per riportare il Milan in cima al mondo. .

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Giovanni Capuano