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Football Leaks: Psg, Chelsea e tutti i dossier che possono essere riaperti

Le rivelazioni su Uefa e Fifa rischiano di provocare un terremoto nel calcio. Parigini a rischio esclusione e stop al mercato per le inglesi

Le rivelazioni di Football Leaks rischiano di provocare un autentico terremodo nel mondo del calcio, costringendo Uefa e Fifa ad aprire (o riaprire) dossier per valutare alcuni dei casi portati alla luce dai documenti resi pubblici dall'attività del pool investigativo che ha analizzato milioni di mail e atti.

Un'onda lunga che potrebbe colpire alcuni dei club più ricchi e in vista del calcio europeo come Psg, Manchester City e Chelsea anche se l'elenco - secondo i media britannici - è più lungo e interessa un numero maggiore di società della Premier League definite di primo livello.

I documenti hackerati da Football Leaks hanno portato, infatti, alla luce diversi episodi di presunta violazione delle normative sia per quanto riguarda il rispetto dei parametri finanziari del Fair Play Finanziario, sia per le regole che disciplinano il trasferimento dei minori in giro per il mondo. Attenzione: non è vero che i colossi del calcio non vengono mai puniti. I precedenti raccontano di come grandi club (Barcellona su tutti) siano stati costretti a misurarsi con sanzioni dure quando trovati in posizione illegale.

Il caso Psg: rischia l'esclusione dalla Champions League

Il dossier più scottante è certamente quello relativo al Paris Saint Germain. Football Leaks ha rivelato come nel 2014 ci furono contatti e riunioni segrete tra l'emiro Al-Khelaifi e l'allora segretario generale della Uefa (oggi presidente della Fifa) Gianni Infantino per evitare ai parigini l'esclusione dalle coppe europee per le pesanti violazioni delle norme del nascente Fair Play Finanziario.

La via trovata fu la diminuzione del valore della sponsorizzazione (retroattiva) con gli enti del Qatar che furono, però, lasciati iscrivere a bilancio dal Psg per cento milioni di euro; molto più del loro reale valore di mercato secondo alcune stime indipendenti. Infantino si è difeso sostenendo di aver agito all'interno delle regole, ma la situazione per il Psg si è complicata.

La stampa francese scrive che l'Uefa sarebbe pronta a riaprire tutti i faldoni relativi ai conti del club, attualizzando il valore dei contratti commerciali (ridotti del 37% recentemente) anche in epoca pre-2015 così che l'equilibrio sarebbe compromesso portando dritti a una nuova sanzione, questa volta senza tanti sconti o passaggi intermedi anche a fronte dello scalpore suscitato dalle rivelazioni di Football Leaks.

Il pugno duro non porterebbe fino alle estreme conseguenze, anche perché i dirigenti di Nyon sanno che oggi non è pensabile una Champions senza Psg e ManCity, ma a sanzioni amministrative e limitazioni sul mercato e nell'iscrizione dei giocatori. Anche immediate se necessario.

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Manchester City tra due fuochi

La stessa Uefa è stata obbligata a precisare che, nel caso emergessero situazioni precedenti con violazioni valutate non correttamente, i processi potrebbero essere riaperti anche se già chiusi con sentenza 'passata in giudicato'. Nella carte di Football Leaks pubblicate nelle scorse settimane un capitolo era dedicato anche al Manchester City, l'altra big finita nel mirino della Uefa nel 2014.

Agli atti risultarebbe che alle proprietà di City e Psg è stato consentito in questi anni di immettere 4,5 miliardi di euro nel calcio aggirando norme e controlli. Anche nel caso del Manchester City l'allora segretario generale Uefa Infantino si sarebbe mosso per sterilizzare gli effetti di una situazione contabile che, se correttamente calcolata, avrebbe portato nel 2014 a un rosso reale di 233 milioni di euro con tutte le conseguenze del caso.

Il Chelsea e le regole per i trasferimenti di minori

Il nome del City è sospettato di rientrare anche nell'inchiesta che dall'autunno 2017 la Fifa sta portando avanti su casi di trasferimenti illegali di minori in giro per il mondo. Di certo c'è che il Chelsea è accusato di aver violato le norme che vietano il trasferimento prima dei 18 anni senza che i genitori del giovane calciatore non sia già emigrati nel nuovo Paese per ragioni non connesse al calciomercato.

La Fifa indaga su 19 tesseramenti di cui 14 di minori. Tra questi anche Bertrand Traoré, proveniente dal Burkina Faso, che sarebbe stato portando in Inghilterra garantendo il pagamento delle scuole al ragazzo e una sistemazione per la madre e per il fratello in violazione delle norme essendo l'attaccante all'epoca un semplice quindicenne.

Football Leaks ha rivelato che la Fifa sarebbe pronta a chiedere per il club di Roman Abramovich uno stop al mercato per ben quattro sessioni (due anni complessivi). In passato già Barcellona e Atletico Madrid hanno dovuto scontare una sanzione simile per la stessa tipologia di comportamento illegale.

Secondo la stampa britannica, però, non ci si fermerebbe al Chelsea ma nella rete dei controlli sarebbero finiti anche altri quattro club di primissimo livello della Premier League. Uno dei nomi sussurrati (ma non confermati) è quello del Manchester City. Di sicuro sarebbe uno tsunami sul mercato più ricco che alimenta con i suoi investimenti anche buona parte del sistema calcio europeo.

Il Milan e la difesa contro Inter e Psg

Di sicuro le rivelazioni rischiano di diventare un elemento nelle partite ancora aperte davanti a Uefa e Fifa. Ad esempio, il Milan ha usato la carta del confronto con il trattamento ricevuto da altri club in passato nella lunga controversia della scorsa primavera che portò prima all'esclusione dall'Europa League e poi alla riammissione da parte del Tas di Losanna.

Il dossier non è concluso perché ai rossoneri deve essere irrogata ora una sanzione proporzionata, ma nelle carte del procedimento è emersa la volontà dei dirigenti milanisti di fare luce sui reali contenuti dei settlement agreement concessi tra il 2014 e 2015 a Psg, Manchester City e Inter.

Una strategia di difesa attaccando che potrebbe ora essere riproposta a Nyon. Per inciso, l'Uefa ha sempre detto che l'ampiezza della violazione di bilancio è solo uno dei parametri usati per decidere la pena e il Tas ha obbligato Nyon ha tirare fuori le carte prima negate in nome della riservatezza. La guerra non è ancora finita.

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Giovanni Capuano