Da Zoff ad Allegri: tutte le vittime dei consigli di Berlusconi
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Da Zoff ad Allegri: tutte le vittime dei consigli di Berlusconi

Il presidente ci ha ripensato: "Contro il Barcellona marcatura ad uomo e due punte". Storia in un rapporto sempre difficile con i suoi tecnici

Brutto segno quando Silvio Berlusconi dismette i panni di presidente del Milan per vestire quelli di ex allenatore dell'Edilnord. Brutto segno per i suoi tecnici perché spesso nella lunga storia della presidenza Berlusconi i 'consigli' dispensati ai propri uomini hanno rappresentato momenti di tensione e difficoltà. E' accaduto in passato con Zaccheroni, Ancelotti, Leonardo e con lo stesso Allegri e rischia di ripetersi anche oggi nella lunga vigilia della sfida impossibile con il Barcellona.

Come affrontare i marziani? Fossimo in Allegri avremmo un leggero mal di testa essendo passati in meno di una settimana dall'avanti tutta (con critica ben poco costruttiva) del 'no el capisse un c...' alla dettatura di formazione prudente e marcature ad uomo. In ogni caso è bene che il tecnico prenda nota: "I miei suggerimenti sono che qualche uomo di punta, come Messi, dovrebbe essere curato a uomo" dice il presidente. In attacco bene Robinho seconda punta: "Anche il mister sa delle due punte ed è d’accordo. È sul centrocampo e la difesa che io suggerisco, di fronte a un gioco come quello molto dialogato del Barcellona, di arrivare ad anticipare qualche passaggio con un uomo della difesa che stia fianco a fianco con l’attaccante".

Insomma contrordine. Solo quale giorno fa aveva lanciato i suoi all'attacco: "C'è una sola maniera per farcela, dobbiamo aggredirli fin da subito. Dobbiamo avere un tridente davanti e non farli giocare. Non c'è altra via. Altrimenti non ce n'è per nessuno". La visione del gol numero 301 di Messi con la maglia del Barcellona deve avergli fatto cambiare idea. Gustoso, però, il finale dell'angolo per consigli: "Sarà molto difficile che riesca a dirlo ad Allegri, non ho trovato il tempo per parlare con l'allenatore. So qual è il ruolo del presidente e dell'allenatore e lo rispetto, ma se il presidente non è d'accordo lo licenzia. Allegri è ancora lì e ha un altro anno di contratto".

Per il bene di Allegri è meglio che il cellulare a Milanello funzioni perché il messaggio è forte. In questa stagione, prima della campagna elettorale, Berlusconi è stato molto presente nel Milan arrivando a visitarlo al capezzale per diverse settimane nel momento più difficile. In quel caso l'allenatore ha giovato della presenza anche un po' ingombrante. In passato ne aveva sofferto come lo scorso marzo dopo lo 0-0 (sempre con il Barcellona) nell'andata dei quarti di Champions. Berlusconi inquadrato in tribuna insofferente, poi la frecciata: "La nostra prestazione? Sono senza parole. Ho detto a Guardiola che apprezziamo come giocano loro". La risposta di Galliani: "Berlusconi è abituato bene col possesso palla del Milan di Sacchi".

Era successo anche a Leonardo, scappato da Milanello denunciando l'incompatibilità: "Non me ne sarei mai andato dopo 13 anni per ragioni tattiche. Anche perché il Milan oggi gioca come prima. Ho rinunciato a un anno di contratto per lasciarci nel migliore dei modi. Me ne sono andato per ragioni di incompatibilità di carattere e di stile. Sono tutte cose che ho detto anche a lui. A Narciso tutto quello che non è specchio non piace".

Oppure ad Ancelotti, destinatario della leggendaria lettera preannunciata dopo un derby vinto di rimonta (21 febbraio 2004): "Da lunedì qualsiasi tecnico del Milan sarà obbligato a giocare con almeno due punte. Non è una richiesta, è un obbligo". Non gli piaceva l'albero di Natale e fa niente che con quel modulo siano arrivati scudetti e coppe. Stile Milan.

Con Zaccheroni non si sono mai chiariti. Di chi è il merito del campionato 1998-1999 vinto in rimonta sulla Lazio? Il presidente in più di un'occasione: "C'è stato lo zampino di Boban perché ho parlato con lui, lui ha parlato con gli altri e insieme abbiamo detto: da questo momento e fino alla fine del campionato si gioca come sembra giusto a voi dimenticando le tattiche che vuole l' allenatore e i ragazzi hanno giocato come hanno voluto". Zac smentisce e Boban non ha mai confermato.

La madre di tutte le critiche è, però, la celebre indignazione che spinse Zoff a lasciare la nazionale dopo l'Europeo perso in finale a Rotterdam contro la Francia. "sono indignato. Perche' non si puo' lasciare senza marcatura a uomo la fonte del gioco avversario - disse Berlusconi -. Zidane ha potuto imperversare in lungo e in largo. Anche un dilettante lo avrebbe capito, anche un dilettante avrebbe messo una marcatura a uomo su Zidane". Zoff la prese malissimo e il giorno dopo lasciò l'incarico di ct: "Questione di dignità". Non immaginava il trattamento che sarebbe stato riservato agli altri dopo di lui.

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Giovanni Capuano