Basket: l'Italia in campo verso l’Europeo, ma non è la Nazionale più forte di sempre
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Basket: l'Italia in campo verso l’Europeo, ma non è la Nazionale più forte di sempre

Gli azzurri a Tbilisi con i tre Nba insieme per la prima volta. Basterà per cancellare le delusioni degli ultimi anni?

Basterebbe dire che non si possono paragonare epoche cestistiche (e non solo) diverse, anche se farlo è divertente e a volte irresistibile. In realtà affermare che la Nazionale di basket azzurra, in campo questa sera (18.20 ora italiana) per la prima partita del torneo amichevole di Tbilisi –  il preludio all’avventura europea dei ragazzi di Pianigiani –, sia la “nazionale italiana più forte di sempre” è assurdamente prematuro e ingiustificato, oltre che quantomai rischioso; soprattutto alla luce delle scottature degli ultimi anni.

Si era sbilanciato qualche settimana fa il presidente della FIP Petrucci, che vuole le Olimpiadi – anche qui, traguardo per nulla scontato –, ma in generale la convinzione che la Nazionale “degli Nba” (intesi come giocatori) sia da considerarsi come la miglior formazione che l’Italia abbia mai potuto schierare è tornata (pericolosamente) di attualità in questo periodo, dopo essere stata sdoganata un paio di lustri addietro da tifosi e addetti ai lavori. Praticamente da quando l’Italia ha iniziato ad avere due, poi tre, suoi rappresentanti di stanza sui parquet Nba.

Abbiamo detto niente paragoni, e quindi non metteremo a confronto Meneghin con Bargnani, e nemmeno Belinelli con Basile, cosa che avrebbe poco senso; ma i risultati sì, e quelli sono lì da vedere. Non è questione di criticare a priori, anche questa irresistibile usanza italiana, ma di voglia di restare con i piedi per terra dopo che di basket azzurro durante le ultime competizioni continentali, mondiali ed olimpiche se n’è visto davvero poco, anzi quasi niente.

Partiamo dai campionati europei, dato anche l’imminente inizio di Euro Basket 2015 – per l'Italia, esordio contro la Turchia il prossimo 5 settembre –. Dopo lo storico oro del 1999, con Tanjevic in panchina e Myers e Fucka a dominare sul campo, e la medaglia di bronzo del 2003, fondamentale per la qualificazione alle Olimpiadi di Atene, gli azzurri hanno collezionato due noni posti, nel 2005 e nel 2007, una non partecipazione nel 2009, un diciassettesimo posto nel 2011 – mai l’Italia del basket era andata così male ad un europeo – e un ottavo posto nel 2013, in Slovenia, con la Francia campione.

Le cose non migliorano, in termini statistici, se si sposta lo sguardo fuori dall’Europa, dove con formule e protagonisti diversi i risultati dell’ultimo decennio sono ugualmente sconfortanti. Premesso che ai Mondiali l’Italia del basket non ha mai avuto grande fortuna – il miglior risultato è un quarto posto nel 1970, sotto la guida del leggendario Giancarlo Primo, con Recalcati e Meneghin in canotta e calzoncini – dopo il sesto posto del 1998 si registrano un nono posto, nel 2006, e ben tre non partecipazioni (2002, 2010, 2014).

E se l’assenza alle ultime due Olimpiadi è nota – ma non indolore, considerati anche i ricordi dello storico argento del 2004 – persino ai (molto) meno blasonati Giochi del Mediterraneo, vinti dall’Italia per 4 volte (l’ultima nel 2005), le prestazioni degli azzurri sono andate in picchiata, con un quarto e un quinto posto nelle ultime due edizioni.

Una precisazione. Il fatto che la crisi di risultati dell’Italbasket coincida con l’arrivo in azzurro dei tre italiani Nba – nel 2006 Gallinari e Belinelli, nel 2007 Bargnani – non significa assolutamente che le colpe siano da attribuire a loro, che tra l'altro quasi mai hanno potuto giocare insieme. Allo stesso modo ha poco senso pensare che la loro sola (e contemporanea) presenza possa far diventare una nazionale di seconda-terza fascia la squadra più forte che il nostro basket abbia mai avuto. Ci siamo illusi una volta, e il campo ci ha smentito. Lasciamo che sia a lui a darci le risposte. 

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Teobaldo Semoli