Il prosecco in fondo sa anche emozionare
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Il prosecco in fondo sa anche emozionare

Da 170 milioni di bottiglie del 2008 a 353 milioni del 2012: sono questi i dati (Cirve) del Prosecco negli ultimi quattro anni tra docg e doc. Numeri da capogiro. Non stupisce, quindi, come avvenuto durante l’ultimo Vinitaly di Verona, che il governatore del Veneto, Luca Zaia, punti il dito contro la Croazia, rea di commercializzare il "Prosek", e chieda l’intervento dell’Ue se i croati non rinunceranno a quel nome.

Non solo grandi numeri e produzioni su larga scala. Ci sono versioni più tradizionali che, al di là dei numeri, puntano sulla qualità: quella col fondo o, per dirla alla francese, «sur lie». In questo caso la rifermentazione del Prosecco non avviene in autoclave ma direttamente in bottiglia, così come per lo Champagne o il nostro Franciacorta.

Torbido nel bicchiere, c’è chi decide di scaraffarlo e chi, invece, preferisce berlo con il suo fondo. Contrariamente alle versioni più beverine e commerciali, questo Prosecco sfida il tempo egregiamente, emozionando anche dopo molti anni dalla sua commercializzazione.

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