Dall'Islanda la prima legge che vieta di navigare sui siti porno
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Dall'Islanda la prima legge che vieta di navigare sui siti porno

Fortemente voluta dal premier Jóhanna Sigurðardóttir se entrasse in vigore sarebbe la prima volta in una democrazia occidentale che un governo censura la pornografia online

L'Islanda è la prima democrazia occidentale che si avvia a votare una legge per vietare la pornografia online. Alla base c'è l'idea di tutelare la salute di bambini, adolescenti e donne e di vietare, quindi, download e fruizione di siti con contenuto hard grazie a filtri che ne inibiscano la ricezione dai computer domestici.

Il porno è ritenuto lesivo della dignità della donna e pericoloso per i più giovani che rischiano di subire un'indottrinamento errato in una materia così delicata qual'è il sesso. E' la prima volta che un Paese occidentale inizia una crociata nei confronti di uno dei mercati più redditizi del web.

La sfida è complessa e la battaglia sarà lunga. In Inghilterra qualche tempo fa si era discusso di una proposta analoga e il premier Cameron aveva iniziato a studiare un disegno di legge che prevedesse l'inibizione dei computer domestici ai siti hard a meno che non ci fosse una precisa richiesta da parte di un adulto.

Il procedimento, però, era troppo complicato da un punto di vista tecnico e non se ne è più parlato. Ora l'Islanda ci riprova e, considerando che l'isola, con i suoi 320mila abitanti, viene considerato il posto migliore dove una donna possa vivere, ci sono buone possibilità che la battaglia vada a buon fine.

Nel 2011 il primo ministro, Jóhanna Sigurðardóttir, ex hostess amatissima dal suo popolo e dichiaratamente omosessuale, riuscì ad eliminare dal suo Paese tutti gli strip club e le cameriere mezze nude nei locali grazie ad una legge che tutelava il corpo femminile contro la sua eventuale commercializzazione.

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Andrea Lallo