Genova: 5 cose insolite da fare in città
Agneszka Swieton (Wikimedia Commons) - CC-by-SA

Genova: 5 cose insolite da fare in città

Non solo vicoli, acquario e Boccadasse. Ecco alcuni luoghi meno conosciuti da visitare per entrare in sintonia con la sua vera anima

Genova di notteiStock

L’acquario, la focaccia, Boccadasse, la passeggiata di Nervi, i palazzi nobili del centro storico, poi i caruggi e infine giù fino al Porto Antico. Certamente. Ma Genova, come tutte le città di mare, ha mille anime e nasconde al suo interno sapori, odori e percorsi distanti e diversi da quelli ai quali sono costretti i turisti da crociera. Ecco quindi un itinerario veloce e in cinque tappe che vi faranno scoprire una Superba inaspettata.

Genova dall’alto

La funicolare di GenovaCreative Commons

Il capoluogo ligure è una città verticale, per spostarsi dal centro alle colline si usano ascensori e funicolari, che velocemente portano in alto sulla città. Il più famoso è l'ascensore di Castelletto, detto La via per il Paradiso secondo il poeta Giorgio Caproni, per la vista straordinaria sul centro storico, sui tetti, sul porto, sul mare e sulla costa ligure. Da qui si vede tutta Genova, incluso il Museo d'Arte Orientale di Edoardo Chiassone, che custodisce la più grande raccolta d'arte giapponese in Italia. L'altra funicolare, quella del Righi, invece, conduce al circuito dei forti del XVII secolo, un percorso di trekking per scoprire i roccaforti della città: da lassù, nei giorni buoni, la vista si allarga dalle Alpi alla Corsica.

La Lanterna

La lanterna vista da Genova OvestiStock Photos

Pensate che una visita al monumento che identifica la città in tutto il mondo sia un’indicazione banale? Non lo è, purtroppo. Perchè per assecondarla, come ha scritto pochi giorni fa il comico Luca Bizzarri sul suo profilo Facebook, sarete costretti a fare lo slalom tra rifiuti, indicazioni fuorvianti e Tir parcheggiati appena sotto le mura cantate per prime da Francesco Petrarca. Per poi scoprire che la Lanterna è mantenuta aperta e in vita da cinque eroici volontari. Ma quando una volta all’interno ammirerete la vista che si gode del mar Ligure e proverete il simulatore del faro, capirete che ne valeva la pena. 

Il presepe della Madonnetta

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Quasi nessuno lo sa, ma Genova ha una tradizione di modelleria sacra inferiore solo a quella napoletana. E il santuario della Madonnetta, eretto nel diciassettesimo secolo a Castelletto e già da solo meritevole di una visita, ospita uno dei pochi (e dei migliori) presepi perpetui italiani. Le statuine, interamente in legno e risalenti anch’esse al tardo Seicento, indossano abiti realizzati in tessuto curatissimi nei particolari e lavorati con estrema attenzione. La scena è ibrida perchè alle immagini di fedeli, pastori e contadini che si recano alla grotta della natività, unisce immagini di vita quotidiana genovese nella quale, accanto alle case popolari, si possono distinguere chiese e palazzi ancora esistenti. 

La statua del Balilla

La statua del BalillaFondazione Carige

Quello dedicato al ragazzino che nel 1746, lanciando un sasso contro un cannone austriaco, diede il via alla rivolta popolare che cacciò gli occupanti da Genova, è uno dei monumenti più antichi della città. Ma dopo la guerra l’urbanizzazione e l’incuria (dovuta anche a motivi politici dato che della figura indomita del Balilla si era appropriato il fascismo) avevano finito per nasconderlo alla vista dei suoi abitanti. Restaurato nel 2001, si trova oggi in piazza Portoria, proprio di fronte al tribunale, anche se il luogo esatto dove l’adolescente si ribellò agli austriaci si trova circa  duecento metri più in là.

Il museo del Genoa

L'ingresso del Museo del GenoaUfficio stampa Genoa Cfc

Genova è anche la città dove nel 1893, con la fondazione del Genoa, è nato il calcio moderno. Il museo dedicato alla squadra rossoblu, che si trova a pochi passi dall’acquario e dalle altre attrazioni del Porto Antico, merita una visita anche da parte di chi tifa per altri colori. Sono numerosi, infatti, i reperti e i video che celebrano il calcio italiano e quello inglese a 360 gradi, dall’epoca pionieristica delle “traverse storte” ai giorni nostri, e ripercorrono gli intrecci fra la storia italiana e quella del suo sport più amato

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Gianluca Ferraris

Giornalista, ha iniziato a scrivere di calcio e scommesse per lenire la frustrazione accumulata su entrambi i fronti. Non ha più smesso

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