bestie di satana
(Ansa)
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«Per salvare i figli dalle sette sataniche bisogna parlare con loro»

Il consiglio di Michele Tollis, il padre di una della vittime delle «Bestie di Satana» del lontano 1998

La strage di Altavilla Milicia, 25 chilometri da Palermo, riaccende i riflettori sulle sette sataniche. Giovanni Barreca, muratore di 54 anni, voleva cacciare Satana dalla sua casa e con l’aiuto di due complici e probabilmente anche della figlia di 17 anni, unica superstite della famiglia, ha ucciso prima la moglie, Antonella Salamone, e poi i figli Kevin ed Emanuel di 5 e 12 anni. L’orrore in casa è durato per giorni. Antonella è stata ritrovata in una fossa poco distante dalla villetta in cui viveva. Il suo corpo, carbonizzato. I figli sono stati prima torturati con cavi e attrezzi da camino, poi soffocati. Barreca era stato evangelico ma, non si sa bene per quale ragione, aveva deciso di allontanarsi dalla chiesa. La sua pagina Facebook è zeppa di messaggi religiosi e condivisioni di contenuti spirituali in cui c’è un richiamo ossessivo a non abbandonare Dio. Non è la prima volta che giornali e notiziari si occupano di sette sataniche. Tutti ricordiamo cosa accadde nel varesotto, era il lontano 1998, loro «Le Bestie di Satana» responsabili di macabri omicidi in nome del «Diavolo».

Cerchiamo il papà di Fabio Tollis, una delle vittime delle Bestie. Al telefono la voce di Michele Tollis è fioca, consumata dal dolore per la morte del figlio ammazzato a 16 anni e ritrovato in una buca di due metri 6 anni dopo la morte.

“Mio figlio era un musicista. Suonava il basso e cantava nella sua band: Gli Infliction. Amava l’heavy metal e quando ha conosciuto Le Bestie di Satana c’è stato un corto circuito. Lui, nel 1998 è stato la prima delle loro vittime. Quando mio figlio è sparito, nessuno di loro parlava. Nessuno si apriva. Tutti loro semplicemente negavano. E più negavano ogni responsabilità, più non mi arrendevo. Io quelle Bestie di Satana le ho seguite ovunque e senza mai smettere di cercare Fabio raccoglievo prove e indizi. Andavo ai loro concerti heavy metal e rock in Italia e in Europa. Gli stavo addosso senza dare nell’occhio. Cercavo di capire qual era il mondo di mio figlio. Chi aveva potuto incontrare, con chi parlava. Chi poteva aver ucciso Fabio”.

Michele Tollis è stanco, ma si prodiga per aiutare il prossimo. Al telefono si sente la voce di una parente che gli chiede di essere aiutata e prima di concludere la sua intervista, vuole rivolgersi ai genitori degli attuali adolescenti. “Se potessi tornare indietro nel tempo non trascurerei mai i segnali. I simboli satanici come il capro che simboleggia il diavolo. E’ un simbolo che rappresenta il demonio pieno di peccati da compiere attraverso le persone. Oppure, farei attenzione al linguaggio dei ragazzi. Per esempio le bestemmie sono un campanello d’allarme. Un adolescente che all’improvviso comincia a dire parolacce contro Dio, Gesù o i Santi non può che allarmare. Quindi, cari genitori, sappiate che quando entrate in un bar potete incontrare il lupo senza saperlo perché lui si nasconde in un angolo. Ditelo ai vostri figli. Fate attenzione per favore per non piangere quando ormai è troppo tardi. Mio figlio è stato ucciso barbaramente da chi considerava amici. Il bisogno di amici da parte di un’adolescente può diventare un danno irreparabile. Bisogna ascoltare i ragazzi, parlare con loro. Sempre, ogni giorno. Ecco cosa farei con il mio Fabio: non smetterei mai di parlare”.

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Rosita Stella Brienza