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Dalla birra il composto che abbassa colesterolo e glicemia

Si chiama xantumolo e ad alte dosi contrasta la sindrome metabolica nei topi

Avete presente tutti quegli articoli che avete letto sul fatto che il vino rosso fa bene alla salute perché contiene il resveratrolo? Ora c'è un altro nome al quale dovrete abituarvi e un'altra bevanda che diventa alleata della salute. Stiamo parlando dello xantumolo, un flavonoide, cioè un componente vegetale, contenuto nel luppolo, e quindi anche nella birra. Cosa fa? Bene, è ovvio: abbassa il colesterolo e la glicemia e tiene a bada i chili di troppo.

I polifenoli in soccorso della salute
Metti insieme un po' di sintomi e di condizioni predisponenti, come un alto tasso di zuccheri e di colesterolo cattivo nel sangue e il sovrappeso, e otterrai la sindrome metabolica che a sua volta è legata ad alcuni dei più diffusi problemi di salute e delle principali le cause di morte nel mondo: tra le altre, malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2. Mangiamo male e ci muoviamo poco, queste in sintesi le ragioni per le quali ci troviamo con tassi rampanti di malattie non trasmissibili (non contagiose) che si potrebbero prevenire cambiando stile di vita. Oppure assumendo qualcosa che controbilanci gli scompensi dovuti alla dieta e rimetta le cose a posto. Questo qualcosa potrebbe essere lo xantumolo, o almeno così sostengono i ricercatori dell'Università dell'Oregon che ne hanno verificato l'efficacia sui topi in uno studio pubblicato su un numero speciale della rivista Archives of Biochemistry and Biophysics dedicato all'impatto dei polifenoli sulla salute.

Un solo composto molti benefici
Gli autori hanno preso dei topi, hanno assegnato loro una dieta ricca di grassi e poi li hanno divisi in vari gruppi, ai quali venivano somministrate dosi variabili di xantumolo, mentre un gruppo che non lo assumeva affatto. Rispetto agli animali che non prendevano l'integratore, quelli a cui erano state date le dosi più alte avevano un tasso di colesterolo cattivo (LDL) dell'80% più basso, livelli di insulina più bassi del 42% e livelli i IL-6, un biomarcatore dell'infiammazione, inferiori del 78%. Il flavonoide sembra diminuire i livelli plasmatici di PCSK9, una proteina che incide sui livelli di colesterolo. Abbassare i livelli di PCSK9 dovrebbe aumentare la clearance del colesterolo LDL dal sangue. Poiché erano ancora in crescita e mangiavano una dieta ricca e calorica, i topi aumentavano di peso e diventavano obesi, ma il peso degli animali che ricevevano lo xantumolo è aumentato del 22% in meno rispetto agli altri, pur seguendo tutti i topi la medesima dieta. L'assunzione di xantumolo sembra aumentare il consumo di ossigeno e il tasso metabolico, con implicazioni sul controllo del peso.

Quante pinte?
"Questa è la prima volta che abbiamo visto un composto con il potenziale per affrontare tanti problemi di salute", ha detto Cristobal Miranda, un professore assistente di ricerca presso la Oregon State University e autore principale dello studio. "Ci sono stati miglioramenti notevoli". C'è ancora molto lavoro da fare per dimostrare la sicurezza del flavonoide a dosi elevate, comunque, spiega Fred Stevens, altro autore della ricerca, "dosaggi 15-30 volte superiori a quelli che abbiamo usato sono già stati dati agli animali senza problemi apparenti". Ma per noi che, a differenza dei topi, possiamo bere la birra, non è tutto più semplice? Mica tanto: per ottenere gli effetti benefici riscontrati nel gruppo di topi sottoposti al più alto dosaggio di xantumolo, pari a 60 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno, un essere umano adulto di 70 kg dovrebbe bere circa 3.500 pinte di birra al giorno. Meglio aspettare che mettano a punto un integratore e nel frattempo moderarsi a tavola. 

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Marta Buonadonna