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Aspirina: ecco tutti i benefici nascosti

Un nuovo studio ne sottolinea il ruolo protettivo verso i tumori, ma già si conosce la sua azione preventiva su infarto, ictus e addirittura Alzheimer

Nata per curare raffreddore, febbre e mal di testa, è uno dei farmaci da banco più usati in assoluto e la scienza ne scopre ogni giorno nuovi potenziali usi. E' ormai noto il suo ruolo nel ridurre il rischio di infarto e ictus, ma il suo uso regolare potrebbe ridurre anche la mortalità di alcuni tipi di cancro. Lo sostengono gli scienziati di diversi istituti di ricerca americani nello studio presentato al meeting annuale dell'American Association for Cancer Prevention.

Uno scudo contro i tumori
I follow-up a lungo termine delle sperimentazioni cliniche con l'aspirina per la prevenzione delle malattie cardiovascolari hanno dimostrato che l'aspirina può essere associata a un ridotto rischio di morte per vari tipi di cancro, tra cui quello del colon-retto, dell'esofago, il cancro ai polmoni, e forse al seno e alla prostata. Restavano da precisare i benefici potenziali di questo farmaco in relazione alla dose e alla durata di utilizzo. Bisognava insomma rispondere alla domanda: quanta aspirina bisogna assumere e per quanto tempo, per usufruire di questi effetti protettivi?

Attingendo ai dati di due corposi studi, il Nurses' Health Study che ha coinvolto 86,206 donne tra il 1980 e il 2012, e il Professionals Follow-up Study, su 43,977 uomini tra il 1986 e il 2012, gli autori hanno riscontrato che l'uso regolare dell'aspirina era associato a un minor rischio di mortalità totale, rispetto a usi saltuari del farmaco. In particolare diminuiva il rischio di morire di qualsiasi tipo di cancro e soprattutto quelli del colon retto, del polmone, del seno e della prostata. Il beneficio è risultato evidente con l'assunzione di una quantità compresa tra mezza e una pillola e mezza a settimana per almeno sei anni.

Nello specifico le persone che hanno assunto regolarmente l'aspirina avevano un rischio dal 7% all'11% inferiore di morire di cancro. Per quello al colon si sono riscontrati i benefici maggiori, con un rischio inferiore del 30% di morire per questo tumore nei consumatori abituali di aspirina rispetto agli altri. Questi risultati confermano e ampliano le conclusioni raggiunte da altri studi precedenti, che avevano anch'essi scoperto una possibile associazione tra il consumo regolare di aspirina e la protezione dalla morte per cancro, in particolare proprio al colon.

Azione anti-infiammatoria
Ma come fa un farmaco da banco così banale ad avere un'azione protettiva così potente contro la malattia per antonomasia, il cancro? Secondo i ricercatori l'aspirina agisce grazie al suo potere di controllare i fattori infiammatori che possono contribuire alla crescita di cellule anormali nei tumori, il che avrebbe un ruolo cruciale nell'abbassare il rischio. Secondo alcuni studi anche gli altri anti-infiammatori non steroidei (FANS), come l'ibuprofene, il paracetamolo e il naprossene, potrebbero avere simili effetti di riduzione del rischio di cancro, ma su questo manca un accordo unanime.

Protegge dall'Alzheimer
I benefici dell'aspirina però non si fermano qui. Uno studio del 2015 ha appurato che uno degli ingredienti in essa contenuti, l'acido salicilico, sarebbe in grado di fermare la morte delle cellule tipica di malattie neurodegenerative con l'Alzheimer, il Parkinson e la malattia di Huntington. E qualche mese prima un'altra ricerca aveva dimostrato che l'acido salicilico colpisce il gene HMGB1 coinvolto in una serie di malattie tra cui l'artrite e il lupus.

Anche una volta scoperto il potenziale ruolo protettivo dell'aspirina per così tanti disturbi, rimangono da considerare alcuni possibili effetti collaterali del farmaco che ne sconsigliano l'uso incondizionato da parte di chiunque come una sorta di assicurazione a basso costo contro le peggiori malattie. Può per esempio provocare ulcere allo stomaco, bloccando la produzione di un enzima che protegge le delicate pareti intestinali dall'azione degli acidi implicati nella digestione. Resta quindi fondamentale consultare il medico ed evitare l'autoprescrizione.

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Marta Buonadonna