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Epa
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I sospetti di doping sui successi italiani, roba da rosiconi che non sanno perdere

Dopo le medaglie olimpiche oggi i francesi alimentano sospetti sul successo di Colbrelli alla Roubaix. Come se la linea sia: vittoria italiana = furto o doping

La colpa di Marcell Jacobs era aver corso da figlio dei dio del vento, rigorosamente minuscolo per non far arrabbiare anche gli americani, ed essersi migliorato troppo e troppo in fretta nella settimana delle Olimpiadi. Lui e gli altri trionfatori della staffetta, quella del "NOT ITALY AGAIN" sparato in prima pagina dal Mirror inglese, erano colpevoli essere sbucati dal nulla dietro l'ultima curva giusto in tempo per far scendere dal gradino più alto del podio ei sudditi di Sua Maestà (sempre loro).

E che dire dei ragazzi di Mancini, entrati nel tempio di Wembley da vittime sacrificali e usciti con in mano la coppa? Insopportabili tanto da meritare l'accusa di aver "vinto con violenza e inganno" - messo nero su bianco in una lettera recapitata all'ambasciata a Londra - con tanto di minaccia di boicottaggio dei ristoranti italiani in segno di ritorsione. Cosa puntualmente naufragata perché, smaltita la rabbia da secondo posto, gli inglesi non ci hanno nemmeno pensato di privarsi anche del piacere di una sana dieta mediterranea.

Adesso Sonny Colbrelli, l'uomo maschera (di fango) che ha riportato la Roubaix in Italia interrompendo un'attesa lunga 22 anni. Gli applausi a scena aperta sono durati un soffio, poi hanno lasciato spazio alle insinuazioni buttate lì a mazza bocca. Ma come si è permesso quel ragazzo lì che per anni non aveva vinto nulla? E che sul pavé era debuttante? Peraltro come i due che lo hanno accompagnato sul podio per i quali, evidentemente, non ci sarebbe stato problema. A sollevare dubbi sulla leggendaria vittoria del bresciano sono stati i francesi che hanno raccolto dagli inglesi il testimone della rosicata. Una staffetta lunga tutto questo meraviglioso 2021 in cui lo sport italiano l'ha fatta da padrone in giro per l'Europa e per il Mondo.

Secondo loro la colpa di Colbrelli sarebbe quella di correre per la Bahrain Victorius, squadra che all'improvviso ha raccolto vittorie prima mancate e che al Tour è stata oggetto di insinuazioni da parte del resto del gruppo e una visita della Gendarmerie, a quanto si sa senza alcuna conseguenza. Vicende da ciclismo moderno, insomma, che trasversalmente colpiscono tutti e dalle quali nemmeno i francesi possono sentirsi immuni.

Ora, che la storia recente costringa a guardare con sospetto chiunque vinca una medaglia o una grande competizione è, purtroppo, una triste realtà. Che l'esplosione tricolore debba trasformarsi, però, nel pretesto per allungare ombre e dubbi sempre e comunque fa sorridere più che arrabbiare. Anche perché il tentativo precedente, quello degli inglesi post staffetta olimpica a Tokyo, si è trasformato in un grottesco boomerang con i britannici messi fuori per doping, loro che avevano accusato noi di non averla raccontata giusta.

Colbrelli se ne farà una ragione, così come se la sono fatta Jacobs, Tortu, Mancini e tutti gli altri. In fondo vincere e assistere alla rosicata degli sconfitti raddoppia il piacere, no? L'immagine simbolo sono i giocatori dell'Inghilterra che si tolgono la medaglia d'argento appena conquistata e la famiglia reale in precipitosa fuga da Wembley mentre i nostri gli alzavano in faccia la coppa dell'Europeo. Non il massimo dell'eleganza ma tant'è. Il nostro 2021 è stato così straordinaria da farci togliere ogni sfizio, compreso quello di vedere gli amici inglesi e francesi esercitare - con scarso successo invero - l'antica arte del rosicamento.

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Giovanni Capuano