Legge elettorale, Renzi stia attento al boomerang
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Legge elettorale, Renzi stia attento al boomerang

Il premier è convinto: se non si cambia la legge elettorale, se non si modifica il Senato, si va subito al voto

Matteo Renzi la ripete spesso, quella minaccia, con l’intento non solo di terrorizzare gli avversari, ma anche come training autogeno per darsi fiducia: la minaccia per cui se non si cambia la legge elettorale, se non si modifica il Senato, si va subito al voto. "Se questi pensano di farmi finire nella palude" fa presente a ogni piè sospinto il premier "si sbagliano di grosso".

Un grido di battaglia che accompagna sempre le sue cariche a testa bassa contro rottamati e rottamandi, o quei suoi diktat che non ammettono repliche. Ma la sua minaccia, a ben vedere, è una pallottola spuntata, magari enfatizzata solo da chi gioca la partita insieme a lui. Il motivo è semplice: se Renzi andasse a votare con il Consultellum, poi, per fare non solo le riforme ma anche il governo, avrebbe bisogno di Forza Italia o, in alternativa, dei grillini. "Alla fine" fa presente il forzista Galan "la sua sarebbe una mossa suicida". Quindi, il grido al voto al voto è più un espediente per colpire l’immaginario dei suoi elettori che un intento reale. Del resto l’armamentario renziano è pieno di minacce o pseudo tali. Un altro ricatto utilizzato nei confronti di Forza Italia, nel caso il Cav ponesse condizioni sulle riforme per lui inaccettabili, è quello di abbandonare l’Italicum per fare una legge elettorale con Vendola e Grillo.

"È il pericolo più grosso che corriamo" fa presente Denis Verdini, altro forzista tifoso dell’accordo a tutti i costi tra Berlusconi e Renzi. "Se scalciamo troppo, rischiamo di beccarci una legge elettorale penalizzante per noi". Ma anche questa è un’altra menata: per accontentare la sinistra più radicale e i grillini, infatti, Renzi dovrebbe fare una legge meno maggioritaria, più proporzionale e più rappresentativa dei piccoli partiti. In altre parole si dovrebbe dare la zappa sui piedi. "Invece di semplificarsi la vita" fa presente l’azzurro Renato Brunetta "se la complicherebbe: da una legge elettorale di questo tipo uscirebbe un Parlamento modello Prima repubblica, si tornerebbe ai tempi del pentapartito". Senza contare che con una mossa del genere Renzi si consegnerebbe nelle mani di Grillo. Una prospettiva da incubo per qualunque persona dotata di senno. Lo stesso Grillo non ci crede: "È un’altra delle sue panzane" è stato il suo commento distratto all’ipotesi. "Magari non gli è bastato quello che gli ho detto alle consultazioni: comunque se l’ebetino mi capita tra le mani, me lo cucino io per benino".

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Keyser Soze