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Politica

La Ue per la difesa pensa agli Eurobond, malgrado i flop del passato

Francia, Italia, Estonia e Polonia sarebbero tra i Paesi favorevoli. Contraria la Germania. Ago della bilancia saranno le prossimeelezioni europee

Eurobond per finanziare le spese militari europee? E’ una delle ipotesi sul tavolo a Bruxelles dove i Ventisette si sono riuniti per discutere di Difesa comune e di aiuti militari all’Ucraina. E per non gravare troppo sulle casse dei singoli Stati si è tornati a parlare dell’ipotesi Eurobond, come avvenne durante la pandemia per finanziare la ripresa economica dei Paesi Membri. Il fronte favorevole è guidato dalla Francia, con Italia, Estonia e Polonia a fianco. I frugali sono contrati, capeggiati da Germania, Paesi Bassi e Danimarca. La Finlandia è tra i “possibilisti” a un ulteriore debito comune europeo.

Gli Eurobond sono obbligazioni emesse dai Paesi dell'Unione europea. Come per titoli dei singoli Stato gli investitori possono comprare i titoli quindi “prestare” soldi al Paese che li emette e in cambio ricevere interessi. Ma nel caso degli Eurobond il prestito è collettivo, a tutti i Paesi dell’Unione Europea che insieme emettono il titolo.

Un primo “esperimento” di quello che oggi chiamiamo eurobond può essere considerato quello fatto negli anni ’70. Durante la prima crisi energetica fu istituito un meccanismo di prestiti comunitari che tramite l’emissione di titoli di debito garantiti dagli Stati membri delle Comunità europee aveva lo scopo di aiutare i Paesi in difficoltà per la crisi del petrolio. Non c’era ancora l’Unione europea di oggi e non furono eurobond, ma fu l’inizio.

Il primo vero tentativo fu invece con la crisi finanziaria intorno al 2011. Gli spread cominciarono ad allargarsi, la crisi partita dalla Grecia arrivò anche in Portogallo, Irlanda, Italia e Spagna. José ManuelBarroso, a capo allora della Commissione europea,propose la prima vera introduzione di Eurobond. C’erano una banca centrale e una moneta unica e si pensò fosse il momento di creare anche un unico debito pubblico, garantito dall’eurozona. Ma l’iniziativa fu affossata (in primis dalla Germania) a favore di una strategia diversa.

L’ipotesi eurobond è tornata sul tavolo prepotentemente durante la pandemia. Si parlò di Coronabond, uno strumento di debito comune emesso da un’istituzione europea per raccogliere sul mercato fondi a beneficio di tutti gli Stati Membri. Anche in questo caso l’Unione si divise tra favorevoli e contrari. Alla fine,si è optato per il Recovery fund e quindi i Recovery bond. Per finanziare la ripresa dopo la crisi sanitaria, economica e sociale è nato un fondo per la ripresa con titoli comuni europei. La differenza rispetto agli Eurobond è che i Recovery bond non prevedono una mutualizzazione del debito passato.Quindi anche in questo caso non c’è stato una comunione del debito.

E si arriva ad oggi. Sul tavolo a Bruxelles si torna a parlare di eurobond, per finanziare la difesa comune. Ma i fronti sono ancora due e ci sono di mezzo le elezioni europee di giugno.

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Cristina Colli