Tutti obamiani i politici italiani
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Tutti obamiani i politici italiani

La conferma del presidente americano mette d'accordo tutti. Con qualche eccezione - Lo speciale Elezioni Usa 2012

Un profluvio di parole e di esternazioni. A poche ore dalla vittoria di Barack Obama nelle elezioni presidenziali americane, i politici italiani, con rare eccezioni, fanno la gara a chi è il più obamiano del reame. Da Nichi Vendola a Gianni Alemanno è tutto un fiorire (trasversale) di sottolineature, analisi e rallegramenti per la vittoria del candidato democratico. Il più caustico è Enzo Carra, parlamentare Udc, che sottolinea, riecheggiando le parole usata da Obama nel suo discorso dopo la rielezione, che «il meglio deve ancora venire: basta contare quanti in Italia hanno cambiato idea su Obama e ora cantano vittoria».  

ROMANO PRODI: «Avevamo bisogno di qualcuno alla Casa Bianca che ascoltasse anche gli altri e che non pensasse che l'Europa può fare da sola. Dall'America però non aspettiamoci una svolta per l'Europa. Obama non ritiene l'Europa un punto di riferimento. Quello che può essere di esempio per l'Europa però è il maggiore intervento di Obama nelle politiche industriali e anche per l'equità fiscale. Dopo che per venti anni i repubblicani hanno detto che lo Stato non deve esistere Obama lo ha fatto esistere e ha salvato l'industria dell'auto, che poi ha restituito gli aiuti concessi dal governo».

GIULIO TERZI: «La rielezione di Obama ha un significato straordinario, storico. L’America è più forte e rappresenta un’ulteriore grande opportunità per l’Europa e l’Italia».

FRANCO FRATTINI: «È un risultato che francamente mi auguravo. Il mio più profondo rispetto e ammirazione per il voto espresso dal popolo americano che ha fatto innanzitutto una scelta di responsabilità per il bene dell'America e di quel sogno americano che continua ad alimentare energie e speranze di quel popolo».

MATTEO RENZI: «Il discorso di Obama stanotte ha regalato speranza, emozione e coraggio come a Boston nel 2004 o nella campagna per le primarie del 2008. Che spettacolo! Buongiorno America...».

ROBERTO MARONI: «Auguri di buon lavoro a Obama. Aiuti l'Europa a uscire dalla crisi e sostenga sempre Israele e la causa della pace».

GIANNI ALEMANNO: «Meglio Obama per l'Italia. Massimo rispetto per i valori repubblicani ma secondo me una vittoria di Obama è meglio: ha dato una maggiore speranza sia agli Stati Uniti che a tutto l'Occidente. E è una buona notizia in un momento in cui bisogna fare il massimo sforzo per uscire dalla crisi economica senza lasciare nessuno indietro».

FABRIZIO CICCHITTO: «Obama  deve chiarire tutta la sua posizione sull'Europa perché è evidente che l'asse della sua strategia sembra rivolta in altre direzioni; deve essere chiarito il suo atteggiamento di fondo su Israele e sull'Iran, sulla Libia e più in generale tutta la sua politica estera rischia di avere molti elementi di debolezza. Detto tutto questo, non c'è dubbio che Monti per molteplici ragioni ha in Obama un estimatore e un punto di riferimento».

FRANCESCO STORACE: «Obama governerà senza bisogno dei voti di Pier Ferdinando Casini. Gli americani dicono che il meglio deve venire. A noi resta il peggio...».

PIERFERDINANDO CASINI: «La stragrande maggioranza degli europei ha tifato per Obama per continuare il rapporto stretto tra gli Stati Uniti e l'Europa per superare una crisi da cui si esce con rigore ma senza dimenticare equità sociale e solidarietà. Il senso del tifo per Obama anche per noi e' questo: non si puo' non coniugare il rigore con la difesa dei cittadini». piùdeboli. E' una questione che anche noi dovremo affrontare

SANDRO BONDI: «Il successo di Obama indica una visione dello sviluppo della societa' anche per le forze politiche liberali e riformatrici europee. L'esperienza di Obama testimonia infatti la necessità di essere liberali non sol sui temi dell'economia  ma allo stesso modo, come sostiene l'amico Daniele Capezzone, sui temi delle libertà personali e civili».

ANTONIO DI PIETRO: «Ha vinto il migliore e con un margine molto piu' largo del previsto. Ne siamo felici per la sorte degli Usa e anche per quella di noi europei che con Romney alla guida avremmo avuto ancor meno da stare allegri».

NICHI VENDOLA: «Four more years. Obama ce l'ha fatta. Buongiorno a tutti» (da Facebook).

DANIELE CAPEZZONE: «I risultati del voto negli Stati Uniti confermano la mia opinione  maturata nel corso della campagna elettorale. Il ticket repubblicano Romney-Ryan avrebbe potuto vincere, se solo fosse stato più aperto su donne e diritti civili».

MARIO BORGHEZIO: «La rielezione di Obama, il  presidente-simbolo dell'America multietnica, non e' certo di buon  auspicio per il futuro del mondo. Israele si sentirà sola di fronte alla  minaccia nucleare iraniana. Venti di guerra, quindi, spirano sul mondo  grazie a questa vittoria realizzata da un'America multirazziale guidata  da un leader debole e incerto tanto nei confronti del fondamentalismo  islamico, quanto verso lo strapotere della finanza speculativa».

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