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ANSA/ GIUSEPPE LAMI
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Juncker, retromarcia sull'austerità. Terrore elettorale a Bruxelles

Cosa c'è dietro la clamorosa dichiarazione del Presidente della Commissione Europea sull'austerità

"Austerità avventata". Parola di Jean Claude Juncker, il Presidente della Commissione Europea, uno che per anni ha fatto proprio dell'austerità il cavallo di battaglia della "sua" Europa, tra lettere, inviti, Troika e Fmi.

Ora però, parlando del caso Grecia (ma il discorso si può estendere a tutta la Ue) ecco la clamorosa "marcia indietro" che va analizzata e spiegata.

Elezioni europee

La frase di Juncker non può non essere considerata una specie di bilancio di fine mandato. Improbabile infatti che a maggio, dopo le tanto attese elezioni europee, l'avvocato lussemburghese possa essere confermato al suo posto di comando. Troppe le critiche che gli sono piovute addosso in questi anni soprattutto dai partiti e dai movimenti "anti europei" che, sembra, si preparino ad un bel balzo di consensi, dal Mediterraneo al Baltico.

Così ecco, dopo anni di pungo di ferro, un Juncker "buonista" che ammette anche degli errori. Peccato che forse sia troppo tardi per cercare di acquistare un po' di credibilità e fiducia per il futuro. Anche perché, così facendo, non fa altro che confermare quanto gli euro scettici vanno dicendo da anni. Cioè che di sola austerità si muore. Insomma, un perfetto assist da usare in campagna elettorale.

Dati economici

A peggiorare il clima a Bruxelles anche gli ultimi dati economici che segnano (mica solo in Italia) in'Europa in netto calo, forse non ancora in recessione ma di sicuro in forte rallentamento. Una situazione dalla quale questa volta è chiaro a tutti non si possa uscire solo con politiche economiche restrittive che, evidentemente, non hanno funzionato come previsto.

Brexit

C'è poi la madre di tutti i problemi, la Brexit. Che gli piaccia o no la presidenza Juncker sarà ricordata (e macchiata) come quella che ha subìto l'addio di Londra dall'Europa. Il simbolo del fallimento personale e di un intero progetto. Certo, l'accordo trovato con Theresa May era molto vantaggioso per Bruxelles, e poco per Londra. La bocciatura però appena arrivata dal parlamento inglese cambia tutto. Ora, comunque vada a finire la Brexit, sarà peggio, molto peggio (con la Merkel che avrebbe già chiesto propri a Juncker di trovare un nuovo accordo per evitare la sanguinosa "hard" Brexit).

Questo quindi il quadro a dir poco difficile per Juncker che con il dietro-front sulla austerità  (la cui colpa ovviamente, dice, non è sua ma del Fondo Monetario Internazionale) ha forse compiuto solo il primo dei suoi passi indietro e "mea culpa". Da qui alle elezioni europee ce ne saranno forse altri. La sensazione però è che sia troppo tardi.


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