"Grillo, il rendiconto dello tsunami tour è falso"
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"Grillo, il rendiconto dello tsunami tour è falso"

Christian Abbondanza, della casa della legalità, invita il comico a rendere note le entrate del tour elettorale: "Sulla trasparenza dei conti si comporta peggio degli altri partiti"

Oggi sul Corriere della seraa pagina 9 si legge: «Cinque stelle, sfida Grillo: renda conto del suo tour». Il titolo riprende un frase di un militante tratta da Facebook: «Avete notato che i fondi del tour non sono rendicontati bene?». In realtà da tempo qualcuno se n’era già accorto. Per averne la conferma basta visitare il sito www.casadellalegalita.info . Il fondatore si chiama ChristianAbbondanza, ha 39 anni, è genovese e in passato è stato un collaboratore di BeppeGrillo e dei suoi meet-up (le cellule embrionali del M5S). «Ho pubblicato diversi documenti sul blog e Grillo ci ha ringraziato quando criticavamo gli altri partiti» dice aPanorama.it. La questione dei presunti buchi neri nella rendicontazione della campagna elettorale grillina Abbondanza l’ha sollevata un mese fa e precisamente l’11 aprile, in un articolo intitolato, senza girarci intorno: «Il Rendiconto online del M5S pubblicato da Grillo è falso!».

Che cosa ha scoperto Abbondanza?
È noto che i partiti con i loro soldi fanno quello che vogliono. Ci sono esempi eclatanti, come la vicenda del tesoriere della Margherita LuigiLusi, dei fondi della Lega Nord e dell’Italia dei valori. Il Movimento5stelle ha sempre criticato questa mancanza di trasparenza e correttezza.Poi però pubblica un rendiconto della campagna elettorale falso.

Intende che ci sono delle lacune?
No. Intendo che è falso perché mancano tutte le entrate (escluse le offerte dei militanti raccolte sul blog) durante le tappe dello Tsunami tour, ovvero le donazioni a livello locale, e mancano le uscite, cioè le spese sostenute sul territorio.

Può fare un esempio?
Quando Grillo ha fatto tappa a Savona, i militanti del M5s cittadino erano felici per aver raccolto oltre 10 mila euro e Savona è solo una delle 87 tappe e di certo non una delle più importanti per grandezza della città. In più sempre a Savona, secondo le informazioni che abbiamo raccolto, per il noleggio dell’impianto acustico (il lavoro di facchinaggio l’hanno fatto i volontari) hanno speso circa 2 mila euro. Nessuna di queste voci risulta nel rendiconto del tour per questa tappa e per nessuna delle altre 86.

Dove è il problema?
Diversi esponenti del M5s sostengono che entrate e uscite delle varie tappe e delle varie campagne elettorali territoriali vengono gestite dai gruppi locali del M5s, ma il M5s non ha un’organizzazione federale come la Lega o il Pd: basta leggere lo statuto ufficiale per scoprire che si tratta di un’unica struttura con un unico tesoriere nazionale, ossia Beppe Grillo. E quindi le spese per essere corrette e trasparenti non possono essere gestite attraverso conti personali o comunque conti e fatturazioni che non siano riconducibili al M5s nazionale.

Lei sostiene che già in precendenti elezioni ci siano state delle anomalie.
Per esempio i consiglieri regionali dell’Emilia Romagna con i fondi accantonati grazie al taglio degli stipendi hanno finanziato la campagna elettorale della lista civica del M5s a Savona per le elezioni comunali del 2011. Le faccio un altro esempio: nella campagna elettorale per le amministrative di Genova molti pagamenti sono stati fatti da singoli cittadini e quindi senza una corretta fatturazione al M5s; in più entrate e uscite venivano gestite da un postapay privato che non apparteneva né al candidato né al committente responsabile della campagna elettorale. Tutto questo meccanismo rende impossibile la tracciabilità dei fondi che entrano ed escono dal movimento.

In Italia, però, le donazioni ai partiti sono consentite.
Vero. Io, però, sto dicendo che il M5s quei soldi non li rende pubblici né rintracciabili. Comportandosi persino peggio degli altri partiti. Sto anche dicendo che nel M5s molte spese sono pagate direttamente da privati cittadini e che questo non risulta nel rendiconto ufficiale pubblicato da Grillo. Se tutti i partiti si facessero pagare in natura dai loro sostenitori senza specificarlo nei bilanci, da questi sparirebbero entrate ed uscite. Alla faccia della trasparenza.

Grillo l’ha mai querelata?
Mai.

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Giacomo Amadori

(Genova, 1970). Ex inviato di Panorama e di Libero. Cerca di studiare i potenti da vicino, senza essere riconosciuto, perciò non ama apparire, neppure in questa foto. Coordina la sezione investigativa dellaVerità. Nel team, i cronisti Fabio Amendolara, Antonio Amorosi e Alessia Pedrielli, l'esperto informaticoGianluca Preite, il fotoreporter Niccolò Celesti. Ha vinto i premi giornalistici Città di Milano, Saint Vincent,Guido Vergani cronista dell'anno e Livatino-Saetta.

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