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(Ansa)
Politica

Conte si prende la Sardegna e la sinistra mettendo nei guai Elly Schlein

Malgrado abbia meno voti dei dem il leader grillino è il vero leader dell'opposizione, semplicemente perché a meno da perdere del Pd, che si trova quindi in una posizione di inferiorità

Sono passate 48 ore dal successo di Alessandra Todde in Sardegna, 48 ore i cui i vincitori hanno conquistato il centro della scena mediatico-politica. In particolare Giuseppe Conte che tra telegiornali, programmi tv e quotidiani non ha perso l’occasione per manifestare la propria soddisfazione e soprattutto il proprio pensiero. E proprio ascoltando le sue parole e leggendo le risposte alle domane è parsa evidente una cosa: il vero Leader dell’opposizione è lui e non Elly Schlein.

È stato lui ieri a ripetere più volte il mantra sulla coalizione, che si deve fare ma a «certe condizioni. Non dev’essere una cozzaglia che si sfalda il giorno dopo ma una alleanza fatta sui programmi ed i contenuti». I suoi, ovviamente. Non è un caso che Todde non sia del Pd ma del Movimento. Non è un caso che in Piemonte l’alleanza sia ancora lontana perché il Pd non vuole cedere alle condizioni del leader grillino che ha il coltello dalla parte del manico. Certo, nei sondaggi e nelle urne anche in Sardegna il Pd ha una forza superiore per numero di voti ma non conta. Quello che conta è che l’Avvocato del Popolo ed i suoi hanno poco o nulla da perdere in caso di sconfitta elettorale; chi non potrà permettersi alle prossime elezioni politiche un’altra batosta non sono di certo i grillini ma il Partito Democratico. Questo Conte lo sa bene e sta lavorando da sempre in quella direzione.

È per questo che Elly Schlein su questo ha ben poco da ridere, anche perché, se pensiamo ad un programma politico nazionale ed internazionale i nodi e le divergenze sono sostanziali. Cominciamo per dirne una dalla pozione sulla guerra in Ucraina e sull’invio di armi ed aiuti a Kiev. I Dem non possono certo tradire l’Europa e la Nato, isolando l’Italia, lasciando così la qualifica di vero ed unico pacifista all’avvocato del popolo. Venendo alla politica economica interna che fare del Superbonus, bandiera grillina che ha prosciugato per diversi anni le casse dello Stato ma che il M5S è pronto a ripristinare per poter ripetere agi italiani che si potranno sistemare casa «gratuitamente…». Oppure, come farebbe il partito Democratico ad opporsi alla reintroduzione del Reddito di Cittadinanza, altro vessillo grillino? Ecco perché Conte sta facendo di tutto per prendersi il controllo dell’opposizione tirando sulle sue richiesta la corda il più possibile conoscendo la posizione di debolezza del suo interlocutore.

Anche perché la vittoria della Todde (e non della coalizione, ricordiamo. cdx 48,8%, cdx 42,6%) ha dato fiato alle trombe di chi da sempre vuole l’alleanza tra M5S e Pd e persino fatto cambiare idea a tanti (Calenda su tutti) per anni ed anni hanno detto peste e corna dei grillini e che oggi, presi dall’entusiasmo per la vittoria inattesa, cambiano clamorosamente opinione.

Tutto questo fa si che Schlein non potrà dire di No al Campo Largo (o Campo Giusto come le ha rinominato Conte, tanto per far capire che decide tutto lui, compreso il nome) indebolendo ancor di più il suo peso al tavolo della trattativa.

Ecco perché ieri Conte gongolava ovunque e Bonaccini, ad esempio, si affrettava a ricordare che «Il Pd resta il perno centrale del centrosinistra». Voce caduta nel vuoto, coperta dai rumori della festa.

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Andrea Soglio