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(Ansa)
Politica

La Bce affonda un’azienda su 4 ma Landini pensa al premierato

Mentre il potere d’acquisto continua a calare, il segretario della Cgil pensa alle battaglie politiche anti autonomia e riforme. E il sindacato attacca le ispezioni sui farmaci ai baby trans: «Persecutorie»

Sarà un mese di mobilitazione e di lotta». Nell’uovo di Pasqua di Maurizio Landini c’è una foto di contestazione generale anni 70, il suo sogno preferito da adolescente. A margine di un convegno a Milano sugli scioperi del 1944 ha fatto sapere al popolo che intende alzare la voce e portare la Cgil in piazza nell’aprile in arrivo, non per niente il più crudele dei mesi. «Mai come adesso servono momenti per mobilitarci, siamo di fronte a una situazione drammatica. Stiamo anche ragionando su come usare il referendum per cancellare le leggi che sono state fatte e riaffermare i valori della Costituzione».

Molto bene. Finalmente qualcuno che, anche a sinistra, ha ben chiare le priorità del Paese. Chiunque fosse all’ascolto dell’elettrico Landini-pensiero dopo la relazione del governatore di Bankitalia, arguirebbe che il leader sindacale è uscito dal letargo e con i primi tepori ha scelto le sue battaglie di punta: lotta all’inflazione, bombardamento continuo contro la Bce che alzando i tassi rischia di mandare sott’acqua un’azienda su quattro, carica napoleonica contro la stagnazione dell’economia, invettiva contro chi porta via le aziende dall’Italia (per esempio Stellantis), dito puntato su Bruxelles che con il fanatismo green sta svalutando un bene primario degli italiani (la casa), sollecitazione al governo affinché agevoli la ripresa del lavoro e dei consumi aiutando il ceto medio a uscire dalla palude. O almeno eviti di farcelo annegare.


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Giorgio Gandola