Criminalità o bugie? È polemica sulla Perugia descritta da Panorama.it
ANSA/ PIETRO CROCCHIONI
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Criminalità o bugie? È polemica sulla Perugia descritta da Panorama.it

Il sindaco Wladimiro Boccali attacca, ma non riesce a smentire i dati. E critica chi fa cronaca nera - L'inchiesta

di Riccardo Paradisi

Wladimiro Boccali, sindaco di Perugia, non ha gradito l’inchiesta di Panorama.it sul degrado della città (Perugia, una città che assomiglia tanto a Gotham City ). Ha parlato di “giornalismo non libero”, di “meschinità” e ha rispolverato la teoria di una campagna mediatica contro la città.

Si guarda bene, il sindaco, dal contestare il merito dell’articolo e di smentire fatti, notizie, riferimenti e dati: il record del consumo di eroina, l’alto numero di morti per overdose, l’aumento degli episodi criminali, la retrocessione al 78° posto nella classifica della sicurezza tra le città italiane, il crollo del valore degli immobili in quartieri un tempo residenziali della città e oggi vittime del degrado.

Meglio ricorrere all’invettiva, parlare di stampa “sguaiata” e “non libera”. Come se esistesse un cartello mediatico cospirativo e trasversale contro la città che va da Panorama a Repubblica (due anni fa il quotidiano pubblicò un severo reportage da Perugia), dal Corriere della sera a emittenti televisive come la Rai e La7.

Eppure non è difficile capire che Perugia sia ormai un caso paradigmatico del declino della provincia italiana: per le dimensioni del suo degrado e per la velocità con cui la città ha cambiato volto, in una manciata d’anni. E certo non giova a Perugia la rimozione del problema, l’esorcismo facile dell’insicurezza “percepita” e indotta dai media.

Ci sono dichiarazioni di Boccali che lasciano interdetti: “Se in questi anni avessimo lasciato un po’ meno andar via notizie di questo tipo” dice il sindaco riferendosi evidentemente ai fatti di nera di cui la stampa locale ogni giorno dà fedele testimonianza “sarebbe stato meglio”.

Che cosa significa “lasciare andare via notizie”? Forse che la cronaca nera non deve comparire sui giornali? Che il lato oscuro della città non va raccontato? È questo il giornalismo libero che ha in mente Boccali? 

Ma non tutte le istituzioni hanno reagito alla maniera del sindaco all’articolo di Panorama.it. Il presidente della provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi, anch’egli del Pd, pur lamentando una concentrazione di inchieste giornalistiche sulla città s’è domandato il perché di tutto questo interesse: “Non basta” ha detto Guasticchi “la candidatura a capitale europea della cultura. Bisogna lavorare sul rispetto delle regole, che vuol per esempio dire organizzare delle task force che controllino per esempio gli abusi abitativi”

Scovare e smascherare, insomma, quell’area grigia di connivenza che a Perugia fornisce di fatto copertura e riparo alla delinquenza e indigna la gran parte della popolazione locale che dà vita a decine di iniziative nei quartieri per riqualificare la città.

È la reazione che ci si aspetta da una classe dirigente che non nega la realtà né ricorre a degli eufemismi per ridurre la gravità della situazione.

A proposito, nella sua polemica il sindaco si è appellato anche al prefetto per una presa di posizione che contestasse i fatti riportati dall’articolo. Ma è difficile smentire ciò che non è smentibile. Tanto che il prefetto, Antonio Reppucci, dopo aver parlato di “esagerazioni”, di “descrizioni lontane dalla realtà” dopo aver rivendicato un moltiplicato impegno delle forze di polizia (che Panorama.it non ha mai negato) deve ammettere che “i crimini sono in aumento” e che “sono aumentati i reati contro il patrimonio”. 

È un dato di fatto: accanto alle consueta attività di spaccio, in città, ormai purtroppo non fanno sentire la loro mancanza nemmeno le risse tra bande, come quella tra tunisini e rumeni che si sono fronteggiati con mazze da baseball il 13 febbraio in un ristorante di via Gallenga, descritta dal Corriere dell’Umbria come una scena da far west.

Il prefetto sostiene che «a Perugia non c'è una sola via dove bisogna veramente aver paura di passare». Eppure molte testimonianze sostengono il contrario ed esprimono proprio la paura a muoversi per le vie del centro la sera e in alcuni quartieri della città. Una paura espressa alla presenza dello stesso prefetto da alcune studentesse che hanno dichiarato, in un dibattito su informazione e legalità tenuto alla provincia di Perugia pochi giorni addietro, di “avere difficoltà a muoversi da sole nella città per paura di essere aggredite o derubate”, come virgoletta Il Giornale dell’Umbria di domenica 16 febbraio. Così come arrivano delle conferme allo stato di insicurezza da parte di imprenditori e cittadini, che giustamente non identificano un’inchiesta giornalistica con un attacco a Perugia, ma al contrario come un’occasione di riflessione e di reazione a un degrado che sfregia e umilia una città con antiche e nobili tradizioni. E con le potenzialità che Panorama non ha mai taciuto.   

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