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Papa Francesco, le foto e la storia

Papa Francesco, le foto e la storia

Dalla nomina a Pontefice alle scelte coraggiose, da dove arriva e come sta rivoluzionando il Vaticano Jorge Mario Bergoglio

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L’incontro con Papa Francesco in Vaticano nel settembre 2013.

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19 febbraio 2017. Un ragazzo si fa un selfie con Papa Francesco nella chiesa di Santa Maria Josefa a Castelverde, frazione di Roma Capitale, nel corso di una visita pastorale.

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9 gennaio 2017. I componenti dei Corpi diplomatici accreditati presso la Santa Sede posano per una foto con Papa Francesco nella Cappella Sistina, in Vaticano, al termine della tradizionale udienza per lo scambio di auguri per l’anno nuovo.

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13 marzo 2013. La prima apparizione pubblica di Bergoglio come Papa Francesco.

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Papa Francesco parla con un abitante di Amatrice – 4 ottobre 2016

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Papa Francesco riceve un regalo da parte di un bimbo di Amatrice – 4 ottobre 2016

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Papa Francesco tra le rovine di Amatrice con i vigili del Fuoco – 4 ottobre 2016

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Papa Francesco con il Muslim della regione di Baku in Azerbaijan – 2 ottobre 2016

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Papa Francesco al suo arrivo a Tiblisi per la Santa Messa – 2 ottobre 2016

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30 ottobre 2016: Papa Francesco con il patriarca ortodosso della Georgia, Ilia II a Tiblisi

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Papa Francesco nel campo di concentramento di Auschwitz incontra alcuni ex prigionieri – 29 luglio 2016

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Papa Francesco visita l’ospedale pediatrico universitario di Cracovia

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28 luglio 2016: Papa Francesco a Czestochowa, Polonia

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24 giugno 2016. Papa Francesco e il Catholicos di tutti gli armeni, Karekin II, nella Cattedrale apostolica di Etchmiadzin, fuori Yerevan.

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Città del Vaticano, 6 aprile 2016. Papa Francesco incontra Lizzy Myers, la bambina americana destinata da una malattia genetica a perdere l’udito e la vista

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24 marzo 2016. Papa Francesco lava i piedi di un ospite del Centro di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) di Castelnuovo di Porto a Roma, durante la cerimonia della lavanda dei piedi. Il pontefice ha lavato i piedi a 11 profughi e a una operatrice del CARA, in tutto cinque cattolici, quattro musulmani, un indù e tre cristiani copti.

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29 novembre 2015. Un gruppo di bambini tocca la mano di Papa Francesco al suo arrivo in un campo rifugiati di Bangui, nella Repubblica Centrafricana. Il pontefice ha fatto visita al paese, uno dei più poveri della Terra, segnato dalla guerra civile, in veste di “pellegrino della pace”.

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Kampala, Uganda, 28 novembre 2015, la folla accoglie papa Francesco

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Nairobi, 25 novembre 2015, l’arrivo di papa Francesco in Kenya

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7 ottobre 2015. Papa Francesco bacia un neonato al suo arrivo in Piazza San Pietro, nello Stato Città del Vaticano, per la sua udienza generale settimanale.

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Santiago, Cuba, 21 settembre 2015. Papa Francesco saluta un gruppo di bambini nella basilica di Nostra Sgnora della Carità di El Cobre, patrona di Cuba.

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Holguin, Cuba, 21 settembre 2015. Un momento della messa celebrata da Papa Francesco.

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L’Avana, Cuba, 19 settembre 2015. Lo zucchetto di Papa Francesco alzato in aria da un colpo di vento, all’arrivo del pontefice all’aeroporto internazionale Jose Marti.

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Rome, 3 settembre 2015. ANSA/CLAUDIO PERI

Roma, 3 settembre 2015, papa Francesco in un negozio di ottica per cambiare le lenti agli occhiali.

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Papa Francesco in Bolivia con il presidente Evo Morales. 08 luglio 2015. ANSA/OSSERAVATORE ROMANO

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Papa Francesco incontra i fedeli nella chiesa di San Francesco a Quito, Ecuador, 8 luglio 2015. ANSA/CIRO FUSCO

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Papa Francesco durante l’incontro con gli scout dell’Agesci in piazza San Pietro, Citta’ del Vaticano, 13 giugno 2015. Pope Francis caresses a child during the audience with Italian Agesci boy scouts association’s members, in St. Peter’s Square, in Vatican City, 13 June 2015. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

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Papa Francesco in Piazza San Pietro durante l’udienza concessa all’Agesci, Citt‡ del Vaticano, 13 giugno 2015. ANSA / MAURIZIO BRAMBATTI

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Papa Francesco durante l’incontro con i giovani di Sarajevo. 06 giugno 2015 a Sarajevo – Bosnia Erzegovina. ANSA/LUCA ZENNARO

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Papa Francesco lava i piedi a 12 detenuti del carcere di Rebibbia. Roma, giovedì 2 aprile 2015

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Papa Francesco bacia un bambino in Piazza del Plebiscito

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Papa Francesco abbraccia una bimba arrivando a Pompei per la prima tappa della sua visita a Napoli, 21 Marzo 2015

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I filippini in attesa del convoglio di Papa Francesco a Manila – Filippine – 16 gennaio 2015

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Papa Francesco con il Presidente Benigno S.Aquino abbraccia dei bambini durante una cerimonia al palazzo presidenziale di Malacang a Malina – Filippine – 16 gennaio 2015

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Papa Francesco in Sri Lanka riceve l’omaggio degli indù

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Francesco insieme a Mons. Francesco Montenegro a Lampedusa l’8 luglio 2013

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6 gennaio 2014. Papa Francesco in visita a un presepe vivente presso la parrocchia di Sant’Alfonso Maria de Liguori a Roma, nel giorno dell’Epifania.

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Il Presidente USA Barack Obama scherza con Papa Francesco durante l’udienza del 27 marzo 2014.

Dalle favelas argentine al trono papale di Pietro, in Vaticano. Un salto storico e sorprendente che con apparente naturalezza ha compiuto Jorge Mario Bergoglio, nato, da genitori italiani emigrati in Argentina dal Piemonte, il 17 dicembre 1936 a Flores, nei pressi di Buenos Aires.

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4 ANNI DI PONTIFICATO
Un salto per tanti aspetti spericolato che il successore di Benedetto XVI (Joseph Ratzinger) effettua quattro anni fa – quando già aveva superato i 76 anni – ma che in seguito ha vissuto sempre in prima linea sull’onda di una crescente popolarità internazionale che ha ridato alla Chiesa cattolica credibilità e prestigio messe a dura prova dagli scandali della pedofilia tra il clero e da una banca vaticana, lo Ior (Istituto per le Opere di Religione) per anni finita sotto inchiesta dalle autorità italiane per operazioni finanziarie poco ortodosse. Anni di gioie e di dolori, che Bergoglio affronta giorno dopo giorno sempre col sorriso e costantemente sorretto dalla totale fiducia nell’opera dello Spirito Santo.

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È, sostanzialmente, il sintetico identikit del giovane pontificato di papa Francesco, eletto romano pontefice la sera del 13 marzo 2013 intorno alle ore 20, dopo un breve Conclave convocato in fretta e furia in seguito alla improvvisa e traumatica rinunzia al governo della Chiesa di Ratzinger. Un evento che a sorpresa cambia la storia ed il volto della vita della Chiesa.

LE ORIGINI DI PAPA FRANCESCO
Primo Papa latino-americano arrivato “dalla fine del mondo” come lui stesso si autodefinì nel primo messaggio fuori ordinanza Urbi et Orbi dalla Loggia della Benedizione della basilica di S.Pietro, dove aveva esordito con un semplice e spontaneo “fratelli e sorelle buona sera!, pregate per me” chinando il capo chiedendo di essere benedetto.

Parole e gesti nuovi, per un papa appena eletto, che colpirono subito i cuori e gli animi delle migliaia di pellegrini radunati in piazza S.Pietro e i milioni e milioni di telespettatori collegati in mondovisione. Ma soprattutto, primo Papa gesuita e primo Papa a scegliere di chiamarsi, con una buona dose di coraggio, Francesco, prendendo a modello proprio quel Francesco di Assisi, il Santo dei poveri e della difesa del Creato per antonomasia, amato da tutti, credenti e non credenti, diversamente credenti, atei e, persino, laicisti, facendo subito capire di che “pasta” sarebbe stato il suo papato.

– QUI il concerto per i poveri voluto dal Papa
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I GESTI COMPIUTI
Ed infatti tanti sono stati i gesti – grandissimi e piccolissimi, ma sempre significativi – compiuti da Jorge Mario Bergoglio da quella sera del 13 marzo di quattro anni fa. A partire dal giorno dopo, il 14 marzo quando come un cittadino qualsiasi si presentò, vestito naturalmente di bianco, a pagare il conto alla Casa del Clero dove era stato ospitato durante le Congregazioni generali preparatorie al Conclave del dopo-Ratzinger.

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Saldato il debito tra lo stupore e lo sconcerto del cassiere della Casa del Clero, eccolo come un fedele “qualsiasi” recarsi nella basilica di S.Maria Maggiore a pregare la Madonna davanti all’icona della Vergine Salus Populi Romani tanto cara ai cittadini della Capitale. Una “visita” – come un figlio che va a salutare la propria mamma – che il Papa in seguito farà ogni volta che rientrerà da un viaggio apostolico.

IL PAPA “POVERO”
Non meno sorprendenti le parole e le scelte operate subito dopo la elezione papale. Prima di tutto, rinunzia al mega appartamento, al terzo piano dello storico Palazzo Apostolico, per sistemarsi in una più modesta residenza di circa 80 metri quadri nella Casa di S.Marta, dove abita insieme a cardinali non residenti in Vaticano ed ospiti come in una sorta di convento e dove ogni mattina celebra la Messa e pronuncia una seguitissima omelia considerata, ormai, suo personale filo diretto non solo con quanti seguono il rito nella cappella, ma con tutto il mondo attraverso le onde della Radio Vaticana.

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Spiazzanti, ancora, le parole pronunciate al primo incontro pubblico nell’Aula Paolo VI in Vaticano davanti ad una platea di giornalisti arrivati da tutto il mondo, ai quali confessa, tra l’altro, che uno dei suoi più grandi desideri è vedere “una Chiesa povera, vicina ai poveri e ai sofferenti, come un ospedale da campo, pronta ad aiutare tutti, senza guardare a nazionalità, religioni, orientamenti politici…”. Detto, fatto.

Nei giorni successivi, chiede ai sacerdoti ed ai preti di uscire dalle chiese e di stare in mezzo alla gente come i pastori stanno vicini alle loro pecore, conoscendone anche “il profumo”. E lui stesso come primo viaggio, sceglie, significativamente, di recarsi a Lampedusa per pregare per le vittime della ennesima tragedia del mare. (continua dopo le due fotogallery)

Francesco a Lampedusa

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Papa Francesco incontra alcuni immigrati a Lampedusa (Credits: )

Francesco a Lampedusa

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Francesco insieme a Mons. Francesco Montenegro a Lampedusa l’8 luglio 2013

Francesco a Lampedusa

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L’accoglienza per Papa Francesco a Lampedusa

Francesco a Lampedusa

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Papa Francesco benedice i fedeli durante la sua visita a Lampedusa, 8 luglio 2013

Francesco a Lampedusa

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Francesco in jeep a Lampedusa, 8 luglio 2013

Francesco a Lampedusa

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Il discorso di Papa Francesco ai migranti. Lampedusa, 8 luglio 2013

Francesco a Lampedusa

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Papa Francesco sulla motovedetta della Guardia Costiera. Lampedusa, 8 luglio 2013

Francesco a Lampedusa

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Papa Francesco benedice i fedeli durante la sua visita a Lampedusa, 8 luglio 2013

Francesco a Lampedusa

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Papa Francesco fra i pescatori a Lampedusa, 8 luglio 2013

Francesco a Lampedusa

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8 luglio 2013. Papa Francesco in visita a Lampedusa saluta alcuni migranti. Sull’isola il pontefice ha pregato in silenzio e gettato una corona di crisantemi bianchi e gialli a Punta Maluk, in ricordo delle tante persone che hanno perso la vita attraversando il Mediterraneo; è stato accolto da tanti migranti e isolani, che insieme hanno ascoltato le sue toccanti parole.

Francesco tra i terremotati

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Papa Francesco tra le rovine di Amatrice con i vigili del Fuoco – 4 ottobre 2016

Francesco tra i terremotati

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4 ottobre 2016. Papa Francesco di fronte alle macerie delle case di Amatrice, distrutta dal terremoto del 24 agosto.

Francesco tra i terremotati

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Papa Francesco incontra i vigili di fuoco impegnati a Cittareale

Francesco tra i terremotati

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Papa Francesco parla con un vigile del fuoco a Cittareale

Francesco tra i terremotati

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Papa Francesco stringe la mano a un vigile del fuoco

Francesco tra i terremotati

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Papa Francesco in visita nella frazione di Accumoli

Francesco tra i terremotati

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Papa Francesco salutato da Sergio Pirozzi il sindaco di Amatrice al suo arrivo in città – 4 ottobre 2016

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Il saluto di Papa Francesco alla popolazione di Amatrice – 4 ottobre 2016

Francesco tra i terremotati

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Papa Francesco prega tra le rovine di Amatrice – 4 ottobre 2016

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Papa Francesco con i soldati ad Amatrice – 4 ottobre 2016

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Papa Francesco riceve un regalo da parte di un bimbo di Amatrice – 4 ottobre 2016

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Papa Francesco tra le rovine di Amatrice con i vigili del Fuoco – 4 ottobre 2016

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Una foto tratta dal profilo Twitter di Greg Burke mostra papa Francesco ad Amatrice

Francesco tra i terremotati

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Papa Francesco parla con un vigiele del fuoco ad Amatrice – 4 ottobre 2016

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Papa Francesco parla con un vigiele del fuoco ad Amatrice – 4 ottobre 2016

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Papa Francesco prega tra le rovine di Amatrice – 4 ottobre 2016

Francesco tra i terremotati

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Papa Francesco tra le rovine di Amatrice con i vigili del Fuoco – 4 ottobre 2016

Francesco tra i terremotati

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Papa Francesco saluta la gente e i vigili del fuoco a lavoro ad Amatrice – 4 ottobre 2016

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Papa Francesco incontra gli studenti e gli insegnanti della scuola di Amatrice – 4 ottobre 2016

Francesco tra i terremotati

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Papa Francesco al suo arrivo ad Amatrice – 4 ottobre 2016

Francesco tra i terremotati

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Papa Francesco ad Amatrice – 4 ottobre 2016

AL SERVIZIO DEI POVERI
Dalle grandi tragedie umanitarie, ai dolori dei poveri che gravitano intorno alla basilica di S.Pietro: per loro attiva subito la Elemosineria Apostolica facendo organizzare centri di accoglienza, ambulatori, barberie, docce, mettendo persino a disposizione dei clochard le automobili del Vaticano per ripararli dal freddo della notte: “Voglio che le casse della Elemosineria siano sempre vuote perchè le offerte devono essere subito destinate ai nostri poveri”, è la sua spiegazione.  “Io guardo avanti – è solito ripetere – e vado dove lo Spirito Santo mi spinge. Non vedo problemi”.

È, sostanzialmente, il tratto caratteriale e la stessa granitica fede che lo ha sempre accompagnato fin da quando in Argentina, da giovane sacerdote gesuita, amava stare in mezzo ai poveri delle favelas, conoscendone le sofferenze, le privazioni, attese e speranze.

Un giovane gesuita costretto a rinunziare per motivi di salute ad andare missionario in Cina, ma che si getta anima e corpo in mezzo alla gente più sofferente del suo paese, parlando con tutti, al di là di fedi e di religioni. Tra i suoi amici più intimi ci sono ebrei, musulmani e persino atei e comunisti militanti.

È una sua amica laica non credente che lo consiglia di entrare in seminario quando, pur essendo fidanzato, “sente” la chiamata vocazionale. Da vescovo non cambia. Il primo giorno che entra in Curia compie un gesto rivoluzionario nel suo genere: invita subito il sacerdote segretario a lasciare l’ufficio per andare tra i poveri; “non ho bisogno di segretari, sono i poveri invece che hanno bisogno di preti e volontari”, puntualizza.

Analoga scelta negli spostamenti: rinunzia alla macchina in dotazione alla Curia, preferendo usare i mezzi pubblici impugnando sempre l’immancabile borsa nera, la stessa che ha usato da cardinale e che ora porta con sé da Papa quando è in viaggio.

COERENZA E CORAGGIO
Da Pontefice si può dire che papa Francesco è rimasto sempre coerente a se stesso, a quel Mario Jorge Bergoglio che si è forgiato, come uomo e come sacerdote, tra i poveri delle favelas di Buenos Aires. E non a caso, ha voluto che la sua Chiesa aprisse le porte per far entrare chi ha bisogno di conforto, ma anche per far uscire sacerdoti, suore, volontari e chierici per andare nei luoghi del bisogno e delle sofferenze.

Una Chiesa “ospedale da campo” – sua felicissima espressione – pronta a curare le ferite di malati, sofferenti e poveri, a partire dai migranti che scappano da guerre, persecuzioni, oppressioni, da qui la sua voce sempre alta e coerente contro qualsiasi politica di respingimento fatta di muri e di segregazioni.

Una Chiesa aperta anche a divorziati risposati, a conviventi e a coppie di fatto, con buona pace dei difensori ad oltranza della tradizione cattolica che ha nella famiglia formata tra un uomo ed una donna sposati col sacramento del matrimonio l’irrinunciabile “requisito” per accedere ai sacramenti. Aperture che, come noto, gli hanno attirato le pubbliche critiche di tradizionalisti e persino di alcuni cardinali.  

Papa Francesco però non si lascia intimidire e con la stessa determinazione che aveva da giovane sacerdote gesuita argentino va avanti con le sue riforme, senza mai dimenticare poveri, migranti ed emigranti. Senza curarsi delle critiche, perchè sente che lo Spirito Santo lo aiuta. Sempre. Come ha già sperimentato in Argentina e come sta facendo da successore di Pietro.

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