Nuovi obiettivi per la cultura. Parola d'ordine: consapevolezza
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Nuovi obiettivi per la cultura. Parola d'ordine: consapevolezza

40 gradi all’ombra e una marea umana allo stremo che scivola senza sosta nei vicoli di Roma dall’alba alla notte più profonda, ma non certo rinfrescante. Nella Città Eterna la presenza è più che palpabile essendo una meta imperdibile, ma lo stesso vale per tutti luoghi di cultura del nostro Paese. Una cosa è certa all’estero c’è tanta voglia di Italia. Certo i turisti di questa esplosione estiva sono un po’ schegge impazzite tra graffiti lasciati qua e là, tuffi improbabili nelle fontane, canottiere fantozziane, profili madidi di sudore, visi paonazzi, panini smozzicati sulle scale delle chiese. Di certo sono tutti instancabili, motivati con quello sguardo stupito, tra sprazzi di consapevolezza, con sorrisi beati e rapiti mentre te li ritrovi spiaggiati all’ombra su muretti antichi con un incontestabilmente senso di rapimento di fronte da tanta bellezza. La colpa è un po’ anche nostra perché è evidente l’impreparazione di fronte all’invasione: sporcizia, mezzi stracolmi, taxi come miraggi, invasione di monopattini e così via. Poi, tutto passa in secondo piano quando una turista australiana stramazzando sui sedili del treno Roma-Firenze esclama: “Ma vi rendete conto della fortuna che avete ad essere nati qui? Siete così immersi nella bellezza da esserne imbevuti”. Quale frase più estemporanea e meravigliosa. Raramente ce ne rendiamo conto, eppure è una sacrosanta verità. Certo è una fortuna ma anche un’immensa duplice responsabilità: verso il resto del mondo, perché la bellezza è un patrimonio e un diritto dell’Umanità; verso noi stessi che di tanta meraviglia possediamo il legato, l’eredità per i cittadini di domani.

Proprio questo aspetto di salvaguardia della cultura come legato da proteggere per le future generazioni è il tema etico principale emerso nel 1° Forum Cultura Italia “Musei Pubblici di Roma: un patrimonio strategico”, necessario incontro di ‘messa a punto’ del sistema cultura promosso da The European House Ambrosetti che ha visto la partecipazione di un ampio ventaglio di personalità del mondo culturale e istituzionale. Numerosi gli interventi e numerosi i temi delle professionalità del settore a cui hanno fatto eco impegni politici. Roberto Marti, presidente della Commissione Cultura del Senato, punta sulla digitalizzazione “come opportunità per attrarre nuovi pubblici da fidelizzare e alternative di fruizione del patrimonio culturale”. Federico Mollicone, presidente Commissione Cultura della Camera dei Deputati sottolinea “la necessità di un nuovo rapporto pubblico privato per sbloccare nuove energie economiche e produttive specie per rendere attive la valorizzazione dei piccoli borghi, delle aree interne e montane”. Simona Loizzo, componente della Commissione Cultura della Camera, sottolinea la necessità del digitale per la crescita di aree penalizzate del Sud e come strumento utile e di immediata comprensione per aprire un nuovo dialogo tra scuola, formazione, ricerca e fruizione internazionale.

Finalmente al Forum si parla anche di economia della cultura senza farsi spaventare da termini prima considerati inadeguati e quasi urticanti in questi contesti. Si percepisce un rassicurante accordo unanime tra mondi diversi su una salda certezza: il sistema culturale italiano rappresenta un asset del nostro Paese su cui investire ogni sforzo e risorsa per generarne l’effetto di volano benefico economico e di crescita. Ed è già un bel sentire. Si presentano dati più che parole per dimostrare l’effetto moltiplicatore del settore cultura: ad ogni 100 euro generato corrispondono 237 euro beneficiati dal sistema economico. Si parla degli effetti positivi, ma soprattutto qualificanti sul lavoro: per ogni occupato, diretto genera 1,5 posti aggiuntivi al di fuori dal settore. Appaiono, ovviamente, anche le note dolenti, soprattutto negli investimenti in cultura che ci vedono ancora al 24 posto tra i 27 paesi europei. Tuttavia la sfida sembra lanciata e appare raccolta anche dagli operatori specie per quanto riguarda la trasformazione dei “servizi aggiuntivi” in “valori aggiuntivi” in grado di potenziare l’offerta e rispondere alle domande che il web rende sempre più personalizzate a misura del visitatore. È il momento di cogliere al volo l’opportunità che sta nascendo, come ha sottolineato nel suo intervento la Direttrice della Reggia di Caserta Tiziana Maffei “per creare sostenibilità e crescita che possano avere ricaduta sulla formazione stessa delle persone e dei sistemi sociali territoriali attraverso la consapevolezza del valore cultura”.

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Elena Fontanella