Dj Skizo: 'Festeggiamo i 40 anni dell'hip hop insieme a Kool Herc'
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Dj Skizo: 'Festeggiamo i 40 anni dell'hip hop insieme a Kool Herc'

Venerdì 6 dicembre al Leoncavallo di Milano si festeggiano i 40 anni dalla nascita del primo block party insieme ad uno dei padri fondatori della cultura hip hop

Un evento storico per celebrare la storia. Il prossimo 11 agosto saranno passati 40 anni dalla nascita del primo block party a cura di dj Kool Herc, una festa di strada che nel 1973 avrebbe dato poi vita alla cultura hip hop, uno dei movimenti che hanno influito e rivoluzionato maggiormente i costumi dell'era contemporanea attraverso un messaggio di libertà e identità comune attraverso il mondo della musica, della danza, dell'abbigliamento e del design. Anche l'Italia celebrerà l'evento con una jam unica nel suo genere che venerdì 6 dicembre riunirà al centro sociale Leoncavallo di Milano alcuni tra i maggiori esponenti della cultura hip hop italiana e delle sue quattro arti: dall'mcing al writing passando per bboying e djing. Ospite d'eccezione sarà proprio dj Kool Herc, uno dei padri fondatori sia della musica che della cultura hip hop.

Nativo di Kingston in Giamaica e trasferitosi nel Bronx ad appena 12 anni, Clive Campbell iniziò ad organizzare dei party "back to school" insieme alla sorella Cindy nella sala ricreativa del loro palazzo, il 1520 di Sedgwick Avenue. Fu lui ad isolare le percussioni, il "break", risuonandole e permettendo ai ballerini di esibirsi. Fu il primo passo di una reazione a catena inarrestabile e rivoluzionaria che nel giro di pochi anni avrebbe rivoluzionato il mondo della musica e non solo. Dj Kool Herc, definito da tanti il padre fondatore dell'hip hop, sarà presente alla conferenza/dibattito che a partire dalle 17 coinvolgerà alcuni tra i nomi più noti dell'hip hop italiano: Next One, Kid Head, Twice, Swift, Dado, Tawa Dee, Kay One, Sir Two, Pongo, Bred, Styng253, Gruff,Galante,Casti,Lugi, Skizo, Gruff, Mandrayq ed Enzo.

A partire dalle 22 la jam si concentrerà invece sulla musica live con una lista di artisti in continua evoluzione che si può trovare sulla pagina Facebook ufficiale dell'evento. Per presentare la serata, che si rispecchia nel concetto di “Be there or Be square”, “Esserci o non esistere”, abbiamo intervistato dj Skizo, producer e dj che nel 1984 ha fondato il primo gruppo rap della storia italiana: Radical Stuff.

L'11 agosto sono 40 anni di cultura hip hop, come avete pensato questo evento?

Le guerre si combattono in tanti, non da soli. C’è stata una lunga gestazione per questo tipo di evento. Più che un evento è però una celebrazione, non solo dei 40 anni di hip hop ma degli anni e della coesione di tutti quelli che hanno composto il puzzle della storia dell’hip hop Italiano. Questo evento sarà appoggiato sul cardine della cultura e della dignità artistica e per noi è fondamentale che tutti intervengano al nostro dibattito, confrontandosi e portando linfa nuova, imparando ad ascoltare . Soprattutto spingiamo perché ci siano spunti per migliorare, sia umanamente che come artisti. L’obiettivo principale è quello di alzare l’asticella di un grado rispetto a dove siamo adesso, sarà una festa del buongusto e dell’incontro, conoscendoci e stringendoci le mani. Per tanto tempo l’hip hop ha vissuto momenti bui, la nostra sarà una giornata per celebrare la sua forza per come ci e' stata insegnata e tramandata dai padri.

Tra gli ospiti ci sarà dj Kool Herc, cosa rappresenta per la cultura hip hop?

Noi non siamo nuovi a esperienze di questo genere, abbiamo fatto altri eventi con Afrika Bambaataa, altro padre ispiratore ,coinvolgendo elementi e personalità da ogni parte d’Europa. Abbiamo voluto coinvolgere Herc perché lui, secondo il nostro punto di vista, rappresenta appieno lo spirito italiano. Noi non siamo cresciuti a Cinepanettoni e Pezzali ma a flessioni e Wild Style, lo stile wild, la forza di sollevarsi da terra e fare cose miracolose. Uno strumento povero come quello del giradischi ci ha arricchito tantissimo e ognuno di noi vuole pagare un tributo a questa cultura che per molti anni ha aiutato a trarre il meglio dal peggio e a modificare il significato di spazi in degrado, aiutando gente che non aveva direzione. Abbiamo un debito. Tanta gente ha capito che in questo momento bisogna dire basta alle grandi bugie, vogliamo far vedere la parte positiva del movimento ed esigiamo il confronto.

 

L'evento è organizzato dall'Italia hip hop foundation, di cosa si occupa?

Non è una associazione, una dottrina o un credo,non ci sono dogmi .E’ solo un contenitore dove si sono trovate, dove entrano ed escono in modo educato, persone che danno contributi giornalieri alla cultura hip hop spingendo letture, concetti e ascolti. E’ un mezzo per arrivare più' in la, schiarire le idee di tutti. Noi non  siamo il verbo,siamo un posto dove vieni in educazione e ti confronti se pensi di potere dare un serio contributo e hai le competenze per farlo.

Lo scorso ottobre ad Amsterdam KRS ONE ha tenuto una lezione di quasi tre ore sull'hip hop affrontando argomenti come la filosofia, la storia, la politica, l’economia e l’Hip Hop mainstream. Hai avuto modo di seguirla?

So il tipo di percorso che lui sta facendo, è un tipo di pensiero molto coraggioso e conscio . Krs One è una persona che sta studiando e andando al nocciolo della faccenda, in modo molto duro anche con i media ma propositivo per le nuove generazioni. Trova molti più riscontri in Europa che nella sordità americana, è un punto di luce che in molti stanno seguendo, una luce in una via piuttosto buia. Il periodo decadente della cultura non è solo un problema europeo, in Usa ci sono foundations molto più radicate delle nostre ma la crisi si sente anche li. Ci sono parti del suo pensiero con cui sono d’accordo e altre meno, Io ad esempio non ho mai voluto dare una forma o un colore a questa cosa, per me l’hip hop è un'entità energetica, una palla molto libera, che deve salire di step ogni giorno e con grande autocritica rigenerarsi ed evolversi quotidianamente nel rispetto della tradizione.

Come vi ponete nei confronti delmainstreamche spesso in questi ultimi anni ha contrastato molto con i vostri principi?

Non è più il tempo di parlare di questa cosa. Bisogna lasciare lo spazio al gesto puro: il party, la jam, l’incontro, tutto nasce nel cerchio. Se in questo momento il risultato della bassa cultura è un palazzo pieno di ragazzini che inneggiano alla negatività e alla sottocultura musicalebrain washednoi rispondiamo con una cosa diversa. Noi vogliamo essere d’esempio per qualcosa di buono .Siamo passati attraverso tutto questo periodo buio cercando di preservarci e preservare la nostra energia , consci del fatto che in passato abbiamo contribuito a sviluppare e generare sul nostro territorio una cosa che è stata devastata. I media hanno grandi colpe: le major hanno peccato di ingordigia, uomini senza scrupoli e dignità accoppiati ad artisti in svendita han tentato di sopprimere questa energia con ogni mezzo arrivando anche al revisionismo storico dei fatti pur di crearsi una storicità inesistente. I soldi fanno e dividono l’umanità.

Credi che in futuro queste nuove generazioni si avvicineranno di più alla cultura hip hop?

Ho sempre spinto la collettività ,io sono uno per la squadra e penso che questo evento non sia l’occasione per svoltare ma per stringere tante mani. Per contarci, perché tanta gente del movimento adesso ha la testa bassa, tanti sono davvero stufi e non sanno cosa fare. Quando tu hai i tabloid, la televisione i talent show che recitano ogni giorno la grande bugia del rap devi far capire che esiste anche una fonte di verità alternativa, la gente dovrà arrivare al nostro evento e uscire alta due metri. Daremo carica, ci scambieremo idee e forza. L’hip hop italiano non ha ancora imparato la lezione, ne ha imparate solo alcune. Il rap è solo una costola dell’Hip Hop ed in Italia ed è la costola più debole del nostro movimento. Abbiamo costole estreme in altre arti, ballerini che stanno girando il mondo con onore, cinque finalisti a livello mondiale nel Djing negli ultimi 2 anni. Riconoscimenti estremi nel Writing, l’Italia è in qualche maniera sulla mappa. Questi risultati sono il frutto delle scuole, ora bisogna tirare fuori la verità. I media hanno il compito di tirarla fuori: l’Hip Hop è una forza potente e non deve essere basata sulla mediocrità. Non è un genere musicale, è un movimento culturale. Un genere musicale può essere ipocrita, una cultura no.

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Matteo Politanò