Il ricatto degli Agnelli
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Il ricatto degli Agnelli

Pochi giorni dopo aver preteso incentivi per le proprie auto elettriche sotto la minaccia di chiudere gli impianti, Stellantis passa ai fatti: sospesa per sette settimane la produzione di Maserati e 500 a Mirafiori, operai in cassa integrazione (a spese nostre). John Elkann smentisce la fusione con Renault, ma dai francesi un freddo no comment

«Non esiste alcun piano allo studio riguardante operazioni di fusione di Stellantis con altri costruttori. La società è concentrata sull’esecuzione del piano strategico Dare forward e nella puntuale realizzazione dei progetti annunciati per rafforzare l’attività in ogni mercato dove è presente, inclusa l’Italia». La smentita di possibili nozze con Renault è arrivata ieri mattina dal presidente di Stellantis John Elkann. Che alle agenzie di stampa ha poi sottolineato anche come il gruppo nato dalla fusione tra Fca e Peugeot sia impegnato al tavolo automotive promosso dal Mimit «che vede uniti il governo italiano con tutti gli attori della filiera nel raggiungimento di importanti obiettivi comuni per affrontare insieme la transizione elettrica». Nessuna fusione, solo «speculazioni di mercato», come le ha definite ieri Elkann. Mentre da Parigi Renault non ha commentato le voci. «Onestamente, non abbiamo alcuna informazione su questo argomento», si è limitata ad aggiungere all’Ansa la direzione per la comunicazione della casa automobilistica francese. Di certo, se le due case si unissero in matrimonio nascerebbe un colosso - ancora più francese - da 8 milioni di veicoli prodotti l’anno, 77 miliardi di capitalizzazione e oltre 220 miliardi di fatturato. In questo modo si accorcerebbe la distanza con il primo produttore europeo (con 9,2 milioni di veicoli) che oggi è la tedesca Volkswagen.


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Camilla Conti