Il Movimento 5 stelle e le crepe del cambiamento
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Il Movimento 5 stelle e le crepe del cambiamento

Le prime settimane di governo hanno mostrato l'impotenza dei grillini sempre più succubi di Salvini, il vero leader dell'esecutivo

Le ultime elezioni amministrative hanno mostrato la lenta dissolvenza del Movimento 5 stelle, che in alcuni comuni è totalmente crollato alle urne rispetto ai dati delle elezioni politiche.

Dal giuramento al Quirinale, il Movimento ha mostrato tutte le crepe della narrazione del “cambiamento impossibile”.
L'impossibilità di governare da soli pur essendo il primo partito, il riciclo di alcuni ministri dai governi Monti e Ciampi, la scelta di un anonimo professore di diritto come premier, la trattativa ondivaga per la formazione del nuovo governo hanno mostrato la fragilità di un movimento che non è né carne né pesce di fronte, invece, al “celodurismo” di Matteo Salvini che non si è discostato mai dalla sua linea politica e in alcuni momenti ha mostrato di saper comandare la truppa di governo, pur avendo la metà dei voti.

Senza contare lo tsunami che ha investito il capogruppo del Movimento 5 stelle in Campidoglio, finito al centro dell'inchiesta sul nuovo stadio della Roma che ha condotto in carcere nove persone, tra cui il palazzinaro romano Parnasi e il Presidente dell'Acea.

Da quando il governo Conte è al lavoro, l'unico a comparire in tutte le occasioni importanti e a dettare la linea politica a livello nazionale ed internazionale è il segretario della Lega che non rinuncia all'incarico neppure oggi che è il Ministro dell'Interno.

La vicenda Acquarius

La vicenda della nave Acquarius e il braccio di ferro con Malta è stata per Salvini l'occasione per dimostrare che quello che la Lega ha promesso in centinaia di talk show televisivi si può fare.

In questo l'intervento spagnolo che ha accettato di accogliere la nave con a bordo 629 migranti non ha fatto altro che aiutarlo nella sua cavalcata vittoriosa facendo credere all'Italia intera che la musica in Europa stia cambiando. Invece, quello che si registra a poche ore da questa vicenda è una tensione internazionale verso partner importanti come la Francia e un isolamento dell'Italia.

Oggi la versione web del quotidiano francese Le Monde aveva in prima pagina un pezzo titolato “En Italie le crimes racistes on été multiplies par onze en quatre ans”, ovvero “In Italia i crimini razzisti si sono moltiplicati per 11 in 4 anni”. Perchè questa è la narrazione che dal 4 marzo i media europei fanno del nostro paese.

Il silenzio che danneggia il Movimento

Ma di fronte alla tracotanza di Salvini che riferendo in parlamento sul caso Acquarius, ha espresso la volontà di abolire la legge sul caporalato a pochi giorni dall'omicidio di un sindacalista di colore nella Piana di Gioia Tauro, il Movimento 5 stelle segue silente deludendo non solo il proprio elettorato ma anche pezzi importanti della propria nomenclatura.

In questi ultimi giorni sono molti i parlamentari che in maniera più o meno velata si sono mostrati in dissenso con la piega alla quale si è asservito Luigi Di Maio, troppo securitaria e poco umana.

Così il partito del 32% per non perdere l'occasione di governare si è piegato al segretario della Lega, sicuramente più navigato dal punto di vista politico, ma anche più abile a racimolare consensi. Così dopo avere fagocitato molto dell'elettorato di Forza Italia, che in alcuni comuni sparisce in favore della Lega, Salvini si prepara ad erodere anche il bottino grillino.

Di Maio, il grande assente

Luigi Di Maio in questo avvio di legislatura risulta essere il grande assente. Pur avendo conquistato per sé e per i suoi caselle importanti, non riesce ad emergere nel dibattito pubblico, quasi schiacciato dal physique du role di Salvini e dall'ombra sbiadita di un premier commissariato che altro non riesce a fare che una foto con i pollici alzati alla Fonzie insieme a Trump.

Così l'elettorato di destra che aveva optato per il cambiamento grillino trova in Salvini una nuova casa, molto più rassicurante e quella parte della sinistra che aveva voglia di rottamare il PD e oggi si trova ad avere involontariamente favorito un governo di destra populista, probabilmente la prossima volta in assenza di alternative rimarrà a casa.

Senza un cambio di strategia quella grillina si annuncia una lenta dissolvenza verso i titoli di coda.

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Sara Dellabella