Migranti, scontro tra Italia e Malta: perché Salvini ha chiuso i porti all'Aquarius
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Migranti, scontro tra Italia e Malta: perché Salvini ha chiuso i porti all'Aquarius

Ecco la ricostruzione del braccio di ferro sulla nave bloccata in mare e poi accolta dalla Spagna

Scontro tra Italia e Malta sul soccorso dei migranti in partenza dalla Libia. E il neo ministro dell'Interno Matteo Salvini fa una mossa pesante: chiude i porti italiani. È così che la nave Aquarius di Sos Meditérranée e Medici senza Frontiere, con a bordo 629 migranti recuperati al largo delle acque libiche nel fine settimana, è rimasta bloccata in mare, continuando a vagare nel Mediterraneo senza un porto dove approdare. Respinta da Malta, respinta dall'Italia.

Poi la svolta: il primo ministro socialista Pedro Sanchez ha annunciato che la Spagna permetterà alla nave
di attraccare a Valencia. È fatta. I migranti avranno un lido dove arrivare.

Perché Salvini ha chiuso i porti

I dissapori tra Malta e il neo governo italiano gialloverde erano iniziati già da giovedì 7 giugno quando Salvini da Como aveva avvertito: "Non è possibile che Malta dica no a ogni richiesta di intervento. Il buon Dio ha messo Malta più vicino all'Africa della Sicilia. C'è da lavorare".

Il punto di rottura tra La Valletta e Roma, ultimo episodio di un lungo contenzioso, è arrivato dopo che le autorità maltesi l'8 giugno hanno impedito l'ingresso in porto della nave Seefuchsdi una Ong olandese, con 126 migranti a bordo, in difficoltà per le cattive condizioni del mare. Malta avrebbe solo proposto assistenza in mare, senza autorizzare l'ingresso in porto.

È così intervenuta la Guardia costiera italiana e la nave, alla fine, è stata fatta approdare in Sicilia, a Pozzallo, dove è arrivata nella mattina di sabato 9 giugno.

È probabile che la mancanza di collaborazione di Malta in questa occasione, abbia spinto il vicepremier leghista a negare all'Aquarius il "Pos", il porto sicuro in cui sbarcare i migranti. 

Il caso della nave Aquarius

La nave Aquarius, con a bordo 629 persone (tra cui 123 minori non accompagnati, 11 bambini e 7 donne incinte), si trova poco a nord di Malta ed è in attesa di capire in che porto attraccare. L'ultimo tweet fatto da Medici senza frontiere, poco prima delle 23 del 10 giugno, parla di istruzioni dal Centro di coordinamento del soccorso marittimo italiano che la invitano a rimanere nella posizione occupata, che è di 35 miglia nautiche dall'Italia e 27 da Malta.

In merito al caso Aquarius, il leader del Carroccio aveva scritto una lettera urgente alle autorità de La Valletta per comunicare che quello era il "porto più sicuro", dunque che spettava a loro concedere il via libera all'attracco. Malta "non può continuare a voltarsi dall'altra parte quando si tratta di rispettare precise convenzioni internazionali in materia di salvaguardia della vita umana e di cooperazione tra Stati", avevano scritto  in un comunicato congiunto Salvini e il collega pentastellato Toninelli, delle Infrastrutture, da cui dipende la Guardia costiera.

Ma la piccola isola del Mediterraneo aveva subito respinto la richiesta, smarcandosi: "Il recupero della nave Aquarius è avvenuto nell'area di ricerca e salvataggio libico ed è stato coordinato dal centro di Roma. Malta non è l'autorità di coordinamento e non ha competenze su questo caso".

Da qui lo stop voluto di Salvini: all'imbarcazione è stato negato il permesso di approdare in Italia. E il suo Twitter tagliente: "Tutti in Europa fanno gli affari propri, ora anche l'Italia rialza la testa. STOP al business schifoso dell'immigrazione clandestina. #chiudiamoiporti".


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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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