Immigrazione e sbarchi: Berlusconi con Renzi
Daniele Stefanini/Imagoeconomica
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Immigrazione e sbarchi: Berlusconi con Renzi

La strategia del leader di Forza Italia sulla "terza via" da seguire per le morti in mare: nessun attacco al Governo, ma collaborazione

Di fronte ai 700 morti nel canale di Sicilia dell’altro ieri, di fronte alle migliaia di morti degli ultimi mesi, di fronte ai tanti disperati che rischiano la vita per fuggire dalle guerre, per cercare un futuro migliore, sono possibili solo due risposte, estreme ed opposte? Fra l’illusione di blindare le frontiere e il buonismo ideologico della sinistra non c’è una strada ragionevole? Fra Salvini e la Boldrini si può provare a seguire una terza via?

Forse sì, ha pensato Berlusconi, vedendo le immagini drammatiche del Mare Mediterraneo, e ascoltando le parole del Pontefice che ci ricorda che quelli sui barconi non sono numeri, sono donne e uomini come noi.

Il leader azzurro non è mai stato insensibile ai drammi umani. Prima di tanti altri si è recato sui moli di Lampedusa, molti anni fa, per capire a fondo la situazione, e per portare un messaggio di solidarietà e speranza.
Ma la “terza via”, si diceva in questi giorni ad Arcore, non può neppure essere quella di Matteo Renzi, fatta di soccorsi generosi ma occasionali di fronte alle emergenze, e di richiami e appelli all’Europa, tanto ineccepibili quanto scontati e privi di efficacia.

Ma davvero non si può fare nulla, se non aspettare l’Europa? Davvero i migranti nell’attesa devono continuare a morire oppure – coloro che si salvano – devono continuare a mettere in pericolo la nostra sicurezza?
Berlusconi non lo ha dimenticato: negli anni del governo del centro-destra, il dramma degli sbarchi via mare si era progressivamente attenuato fino a scomparire. Eppure l’Europa era la stessa di oggi, con tutti i suoi egoismi e le sue miopie. Il mare di Sicilia era lo stesso, con le sue brevi distanze che fanno sembrare il sogno dell’Europa a portata di mano per chi è sulla sponda sud, e con le sue acque infide che hanno trasformato tante volte quel sogno in un incubo.

Certo, non era la stessa la situazione in Nord Africa, in Libia in particolare. Allora c’era un governo con il quale fu possibile una dura, difficile, realistica trattativa. E gli sbarchi cessarono, l’elenco dei morti si azzerò, Lampedusa fu svuotata. Ora tutto questo è stato distrutto dalla miopia di Obama e di Sarkozy, dalla pertinace volontà di cacciare Gheddafi per portare il Libia non la democrazia, ma un sanguinoso caos.

Però recriminare non basta, e comunque non è nello stile di Berlusconi. Di fronte alle emergenze, bisogna rimboccarsi le maniche, e fare qualcosa, possibilmente unendo le forze.
Di conseguenza, dopo qualche ora di riflessione, il leader azzurro ha deciso di non attaccare il Governo, ma di offrire una mano. Berlusconi ha sempre avuto una grande sensibilità per cogliere gli stati d’animo dell’opinione pubblica: sa che gli italiani, inorriditi e al tempo stesso preoccupati, mossi a pietà e timorosi per la loro sicurezza, non chiedono polemiche, accuse reciproche, recriminazioni. Chiedono che si faccia finalmente qualcosa, per non far partite questi sventurati dall’Africa, e una volta partiti per non farli morire affogati nel Mediterraneo.

Per questo, come qualche mese fa di fronte alla crisi Ucraina, ha messo a disposizione la sua esperienza, le sue relazioni internazionali, la sua capacità di risolvere problemi concreti.
Non è una mossa tattica, pensata per soccorrere Renzi o magari al contrario per metterlo in imbarazzo. È un gesto in sintonia con i moderati italiani e coerente con il ruolo che Forza Italia vuole continuare a svolgere.
Fra pochi giorni il PPE si riunirà a Milano per parlare proprio di questi temi. Berlusconi farà gli onori di casa, e naturalmente chiederà all’Europa un impegno finalmente responsabile. Potrà farlo, ed essere credibile, proprio per aver dimostrato di non strumentalizzare il problema, di non giocarlo in chiave elettorale. Solo così potrà chiedere all’Europa di intervenire davvero.

La salma di una delle vittime del naufragio nel Meditterraneo viene sbarcata dalla nave Bruno Gregoretti nel porto di Malta, 20 aprile 2015 (Matthew Mirabelli/AFP/Getty Images)

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Serenus Zeitblom